L’olio prima di diventare olio
In Sicilia, a Patti, tra gli olivi carichi di frutti. Poi, come sempre, la trasformazione da corpo vegetale solido a corpo vegetale liquido. Così, a distanza di alcuni mesi dalla frangitura. il prezioso succo è stato messo in bottiglia e poi degustato, con la felicità di chi lo ha prodotto, la coppia di studiosi e agricoltori Massimo Longo Adorno con la moglie Susanne Falkenberg
Massimo e Susanne sono molto sensibili ai temi culturali, e infatti sono agricoltori atipici. In verità sono in primo luogo studiosi e autori di saggi, e in seguito alla gestione di una proprietà familiare dello storico Massimo Alfonso Adorno, sono diventati agricoltori, e soprattutto olivicoltori e produttori d’olio. Insieme hanno pubblicato il libro Un anno da pecora. Dialogo tra Italia e Germania nella crisi dell’Eurozona.
A Patti, in provincia di Messina. L’azienda agricola di famiglia “è una delle più grandi di Patti”, ammette orgoglioso il professor Longo Adorno. Ho avuto modo di visitare le tenute e fotografare i tanti olivi carichi di frutti fino all’inverosimile, in occasione della mia presentazione dell’Atlante degli oli italiani nell’ottobre scorso.
Dagli olivi che potete vedere ne è scaturito l’olio, confezionato in bottiglie in alluminio.
Sono in tutto 1.400 gli alberi che Longo Adorno coltiva in Sicilia, delle varietà Ogliarola Messinese, Biancolilla, Verdello, Santagatese; e quasi altrettanti si trovano in Calabria, con cultivar Ottobratica e Nocellara messinese. E’ un’azienda inter regionale.
L’olio. E’ un blend di olio da olive Verdello e Biancolilla, ha connotazioni erbacee e si apre con note fruttate di media intensità. Al palato è morbido e armonico, con sensazioni amare e piccanti nette e ben dosate, di buona fluidità, dal gusto vegetale con richiami evidenti al carciofo. In chiusura una lieve percezione astringente e una gradevole punta piccante.
Versatile, è un olio da tutto pasto. Ottimo con insalate di mare.
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