L’olio tutta luce
Il Dop Terra di Bari – Castel del Monte prodotto a Corato, patria della Coratina, dalla Società Agricola del Sole, è tra i "Cento oli" più rappresentativi del Paese, recensiti e valorizzati all'interno del volume Atlante degli oli italiani
E’ un extra vergine pugliese antico e moderno insieme. Vi è tutto del passato e tutto del presente.
L’azienda è l’Agricola del Sole, l’olio è un Dop Terra di Bari – Castel del Monte, il luogo di produzione Corato, la città da cui tutto parte, con la Coratina.
L’olio si è affacciato da poco sulla scena e tuttavia ha meritato ampiamente l’inserimento tra i “Cento oli” che compaiono all’interno del ricco volume appena fresco di stampa, edito da Mondadori e a mia firma: l’Atlante degli oli italiani.
Il saggio assaggio? Lo riprendiamo tal quale dal libro: giallo oro dai riflessi verdolini, al naso ha sentori fruttati di media intensità, con profumi che rimandano all’oliva fresca e alle erbe di campo. Al palato ha buona fluidità e corpo, morbidezza e rotondità, con gusto vegetale di carciofo, amaro e piccante ben dosati. In chiusura il richiamo alla mandorla e una punta di piccante.
Le olive da cui si ricava, come opportunamente anticipato, sono Coratina in purezza.
Cosa ha di antico e cosa di moderno quest’olio?
L’antico è nell’essenzialità della cultivar Coratina e nel luogo di produzione, impareggiabile e unico, che affonda nella tradizione secolare di una produzione che non rinuncia alla propria identità.
Il moderno è invece nella lettura evoluta e dinamica della cultivar da cui l’olio è ottenuto in un’ottica però nuova, pensata per andare incontro alle tendenze di gusto del consumatore contemporaneo senza per questo mai rinunciare all’identità degli oli del territorio.
La capacità dell’azienda è tutta nell’ottenere l’ambìta sintesi dei contrari, eraclitea, ovvero: possenza e armonia insieme, grande intensità delle note fruttate e, nel contempo, morbidezza e avvolgenza al palato.
L’azienda è proprietà della famiglia Casillo, impegnata con i fratelli Francesco, Mimmo, Pasquale e Cardenia. Il nome, azzeccatissimo, esprime la luce che si irraggia dal sole e rimanda alle distese di grano, tanto care alla stessa famiglia.
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