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Quando l’olio è al centro di tutto

LO PRODUCO, LO RACCONTO. Ci sono altri grassi alimentari a disposizione di tutti, buoni anch’essi, ma nessuno tra questi può eguagliare l’olio ricavato dalle olive. Perché dietro a un extra vergine c'è sempre una storia oltre a un alimento di straordinario valore nutrizionale. Così, anche dietro al nome Agridè non vi è solo una marca, ma una storia fatta di persone, una famiglia, una città, Bitonto, una regione, la Puglia. C’è tutto un mondo che ha molto da raccontare

Carmine Desantis

Quando l’olio è al centro di tutto

Sono nato il 28 giugno del 1941 a Bitonto. Ho consacrato la mia vita a questo prodotto della terra, l’olio, che considero unico e non soltanto speciale. Proprio così: unico, nel senso di inconfondibile. Ci sono altri grassi alimentari a disposizione di tutti, buoni anch’essi, ma nessuno tra questi può eguagliare l’olio ricavato dalle olive. Non lo affermo perché sono chiamato direttamente in causa per ragioni personali, solo perché produco e commercializzo olio extra vergine di oliva, ma perché è la verità: è una verità oggettiva.

Non mi soffermo sul valore nutrizionale, e nemmeno sulla bontà dell’olio, valori da tutti riconosciuti e apprezzati. Vorrei invece utilizzare lo spazio che Olio Officina dedica all’auto recensione, raccontando un po’ di me. Perché dietro al nome Agridè non vi è solo una marca ma una storia fatta di persone, una famiglia, una città, Bitonto, una regione, la Puglia, c’è tutto un mondo che ha molto da raccontare.

Io ho studiato fino alla scuola media e poi mi sono messo subito a lavorare, andando dal fabbro. Erano altri tempi, difficilissimi. Venivamo da una guerra sconvolgente. Volevo lavorare perché avevo delle responsabilità verso la famiglia. Mi affascinava l’idea di creare qualcosa a partire dal ferro. Poi è accaduto che dopo alcuni anni di lavoro in officina, accanto al fabbro Giovanni Bellezza, decisi di compiere un ulteriore passo in avanti. Entrai presso le officine Vitone, nel 1958. Realizzavo le presse per i frantoi. Avevo 18 anni e facevo il tagliatore e saldatore: costruivo le presse. Quando c’era da installarle, aiutavo anche nel montaggio, ma ero io, proprio io a farle quelle presse. Fino al 1963. Poi lasciai tutto.

Lasciai tutto per dedicarmi alla produzione e al commercio dell’olio. E così tentai questa avventura, quella di cui oggi sono qui a scriverne. Mettere l’olio in bottiglia sembra oggi qualcosa di normale, ma in quegli anni, in Puglia, dove ci si limitava a produrre e a vendere l’olio sfuso è stata una conquista faticosa, seppure emozionante. Io decisi di fare tutto, a partire dalle olive fino ad arrivare all’olio in bottiglia e alla vendita. Ed è stata una sfida vinta, di cui sono molto orgoglioso.

I primi contatti furono le salumerie. Andai dai fratelli Pappalettera, a Trani, e mi misi in attesa. Lasciai che servissero prima i clienti, poi timidamente mi feci avanti e spiegai la mia idea, dissi del mio frantoio a Bitonto: “sono Carmine Desantis, faccio l’olio buono e vorrei iniziare a venderlo da voi”.

Il signor Mario, uno dei due fratelli, mi fece parlare, quindi sorrise: “Senti, Desantis, di olio sfuso non se ne parla proprio. Sei molto giovane, fai una cosa: vai a casa, ingegnati, organizzati, confeziona l’olio in bottiglia e io lo metterò sullo scaffale”. E così rientrai, già prefigurando il futuro. Mi precipitai a cercare bottiglie, tappi, etichette e sigillo di garanzia. Il tempo di organizzarmi e da lì iniziò tutto. Sono orgoglioso di quanto ho realizzato finora.

Oggi l’olio a marchio Agridè ha il suo mercato, in Italia e all’estero, ed esprime volumi importanti, qualità, origine, tante buone ragioni per sentirmi appagato per aver intuito prima di molti altri la strada che dovevo percorrere e che ora continuando a perseguire con la medesima tenacia i miei figli Dora, Rosa e Giovanni, i quali oggi curano tutta la filiera di produzione dell’olio extra vergine di oliva, dalla pianta al frantoio, per finire con l’imbottigliamento e la commercializzazione.

Erano anni difficili, quando ho iniziato. C’era la ricostruzione di un’Italia devastata e impoverita dalla guerra, ma avevo visto giusto e sono contento dei risultati. La qualità è sempre stata il nostro faro. D’altra parte, c’era un detto quando ero giovane: “se molite bene, le olive di Bitonto danno un olio insuperabile”. Ed effettivamente, l’ultimo tocco lo da’ sempre l’uomo. Non a caso Felice Garibaldi, il fratello di Giuseppe, era di stanza proprio a Bitonto, per l’olio.

Nella mia città si è sempre fatto l’olio migliore, a bassa acidità, piacevole, armonico, sapido, profumato. Tra le tante referenze che commercializziamo, valorizzando sempre le peculiarità del territorio e le sue cultivar, sono in particolare affezionato all’extra vergine “Elogio”, una sapientecombinazione di due cultivar, l’Ogliarola barese, che conferisce all’olio dolcezza, rotondità e note mandorlate, e la Coratina che invece si caratterizza per l’amaro spiccato e la sensazione piccante. “Elogio” racchiude queste due anime: è un fruttato medio dalle fresche note di erba di campo, ha un impatto dolce iniziale e un’ottima fluidità, l’amaro e il piccante sempre ben dosati e il gusto vegetale di carciofo e la mandorla in chiusura. È l’olio che più mi rappresenta: versatile, amabile, armonico. Mi emoziono ogni volta, solo a pensarci.

Agridè

Bitonto, Bari, Puglia, Italia

Casa virtuale: agride.it

Olio extra vergine di oliva Elogio da sola polpa di olive

Olivaggio: Ogliarola barese e Coratina

Abbinamento: con legumi, verdure al vapore, zuppe e carni bianche ai ferri

È possibile leggere questo articolo anche sul numero 10 di Oliocentrico.

In apertura, una illustrazione di Doriano Strologo pubblicata nel Calendario Agridè

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