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Testaroli della Lunigiana al pesto verde

È un piatto tipico della Lunigiana, ovvero dei comuni di Fosdinovo, Pontremoli, Mulazzo, Zeri, Filattiera, Bagnone e Villafranca. Abitualmente viene condito con pesto genovese, ma nella versione che vi proponiamo, si è optato per una variante molto interessante, compresa l'alga spirulina, che serve ad accentuare il verde e ricca di nutrienti. L'olio prescelto? Un monocultivar Picuda Venta del Baron

Daniele Tirelli

Testaroli della Lunigiana al pesto verde

Tra i cibi poverissimi, ma appetitosi, i Testaroli della Lunigiana, stanno facendosi un certo spazio. Fatti di farina (di farro) acqua e sale, la pasta che ne deriva è cotta tra piastre di ghisa o di terracotta, al forno.

Essendo i dischi di questa pasta (morbida come quella delle Galette Bretoni, ma più spessa) precotti, basta tagliarla a quadri o losanghe e bollirla in acqua salata per un minuto, affinché rimangano morbidi ed elastici.

Abitualmente il testarolo viene condito con pesto genovese. Nel nostro caso il pesto definito banalmente verde, è una variante così composta:

– Basilico fresco a volontà

– 40% di pinoli

– 40% di semi di zucca sgusciati

– 1 scologno fresco

– 1 cucchiaino di Alga Spirulina (che accentua il verde e apporta nutrienti)

– Olio monocultivar Picuda Venta del Baron

– Parmigiano Bonati di 4 anni, a neve, senza risparmio.

– Pepe Tellicherry

– Sale

Il “già finiti?” dei commensali è autoesplicativo.

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