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Da “rigorosamente protetto” a “protetto”. Ecco cosa è stato deciso sulla tutela del lupo

Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa, afferma la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ma la concentrazione di branchi in alcune regioni è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame. A non essere in linea con le proposte avanzate, e a denunciare la mancanza di evidenze scientifiche per declassare lo status attuale, è il Wwf, che sottolinea l’assoluta contrarietà e invita gli Stati membri a respingere tale decisione

Marcello Ortenzi

Da “rigorosamente protetto” a “protetto”. Ecco cosa è stato deciso sulla tutela del lupo

La Commissione europea ha presentato in Dicembre una proposta di decisione del Consiglio volta ad «Adeguare lo status di protezione del lupo nell’ambito della convenzione internazionale di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa, di cui l’Ue e i suoi Stati membri sono parti».

La Commissione Ue ricorda che «Lo status di protezione del lupo ai sensi della convenzione è stato stabilito sulla base dei dati scientifici disponibili al momento dei negoziati della convenzione nel 1979» e sulla base di un’analisi approfondita sullo stato del lupo nell’Ue pubblicata ieri, propone di «Rendere il lupo “protetto” anziché “rigorosamente protetto”». Questa analisi approfondita dimostrerebbe che «Le popolazioni di lupi sono notevolmente aumentate negli ultimi due decenni e occupano territori sempre più vasti. In 23 Stati membri dell’Ue vi sono più di 20,000 lupi, con popolazioni in generale in aumento e aree in espansione e branchi riproduttivi. Si tratta di un successo in termini di conservazione, reso possibile dalla legislazione di protezione, da atteggiamenti più favorevoli da parte del pubblico e da miglioramenti degli habitat».

La stessa analisi evidenzia che «Tale espansione ha tuttavia portato a crescenti conflitti con le attività umane, in particolare per quanto riguarda i danni al bestiame, con una forte pressione su zone e regioni specifiche. Questa realtà mutevole sul campo giustifica ora un adeguamento dello status di protezione giuridica per consentire una maggiore flessibilità di gestione a tutte le parti della convenzione di Berna, mantenendo nel contempo l’obiettivo giuridico generale di conseguire e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente per la specie. Sono disponibili finanziamenti dell’UE per sostenere investimenti adeguati in adeguate misure di prevenzione dei danni, che rimarranno essenziali per ridurre la predazione del bestiame».

La proposta corrisponde in larga misura alla posizione espressa dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 24 novembre 2022. La Commissione continua a esortare le autorità nazionali e locali ad adottare le misure necessarie nel quadro attuale, con il sostegno dell’Ue, offrendo loro una chiara prospettiva di ulteriori flessibilità di gestione qualora le possibilità esistenti si rivelassero insufficienti».

Per la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen «Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame. Per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi, le autorità locali hanno chiesto maggiore flessibilità. Il livello europeo dovrebbe facilitare questo processo e il processo avviato oggi dalla Commissione è un passo importante. Sono profondamente convinta che possiamo trovare e troveremo soluzioni mirate per proteggere sia la biodiversità che i nostri mezzi di sussistenza nelle zone rurali».

Intanto la Commissione assicura che continuerà a esortare le autorità locali e nazionali ad «Agire, ove necessario, come consentito dalle possibilità di deroga previste dalla legislazione vigente, e a utilizzare le opportunità di finanziamento dell’Ue disponibili per investire in misure di prevenzione e compensazione e a sostenere gli investimenti per la coesistenza con i grandi carnivori e il lavoro delle relative iniziative dei portatori di interessi a livello europeo e regionale».

Ma il Wwf non è affatto convinto delle proposte della Commissione Ue e denuncia che «Contro ogni evidenza scientifica, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto di declassare lo status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, da specie “rigorosamente protetta” (Allegato II) a specie “protetta” (Allegato III)» e l’associazione ambientalista sottolinea la sua assoluta contrarietà e invita gli Stati membri dell’Ue a respingere questa proposta. La Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa è la più antica convenzione al mondo nel campo della conservazione della natura ed è in vigore dal 1979. È considerata la fonte originaria di diritto internazionale che ha portato all’adozione della Direttiva Habitat dell’Ue, pietra miliare dei programmi di conservazione europei». Secondo il WWF il 68% degli abitanti delle zone rurali ritiene che i lupi debbano essere rigorosamente protetti e più di due terzi (72%) concordano sul fatto che abbiano il diritto di coesistere con l’uomo e le sue attività».

Una modifica alla Convenzione di Berna richiede una decisione del Consiglio e quindi una maggioranza qualificata degli Stati membri per approvare la proposta della Commissione. All’inizio del 2023, l’Italia con il Ministro Lollobrigida, ha presentato un documento, sostenuto anche da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia, in cui ignorando le più recenti evidenze scientifiche che sottolineano quanto gli abbattimenti non rappresentino una soluzione a lungo termine per la mitigazione dei conflitti con la zootecnia, viene chiesto alla Commissione Ue di aggiornare lo status di protezione dei grandi carnivori, lupo compreso, nel quadro della Direttiva Habitat.

In apertura, foto di Olio Officina

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