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Ecomusei, trasmettitori di memoria dei territori

Tradizioni, oggetti e mestieri danno vita a ciò che le comunità locali individuano come un vero e proprio patrimonio culturale: c’è bisogno di raccontare, di far conoscere le tracce che hanno segnato un posto e che con il tempo ne sono diventate espressione stessa. L’Ecomuseo del paesaggio olivetato e dell’olio di Trevi incarna la storia e i volti di un luogo preciso, e durante i mesi della pandemia si è deciso di rilanciare le attività culturali, promuovendo le passeggiate tra gli ulivi e sostenendo la produzione di olio

Marcello Ortenzi

Ecomusei, trasmettitori di memoria dei territori

L’ecomuseo è un insieme di luoghi, oggetti, tradizioni e mestieri che le comunità locali individuano come patrimonio culturale, caratteristico da tramandare alle future generazioni e proponendolo alle istituzioni come percorso di approfondimento, conoscenza e avvicinamento alla cultura di un territorio distaccato dalle dinamiche cittadine, trasmettitori di memoria quindi.

Dopo il riconoscimento delle istituzioni per l’area eco museale, essa stessa diventa un punto di attrazione verso i residenti, i turisti e pellegrini e risulta essere, con il mantenimento delle attività che ruotano attorno all’ ecomuseo, una opzione per la rivitalizzazione dei luoghi e la perdita di memoria verso le origini storico-culturali del patrimonio e delle comunità locali che vi hanno abitato.

A dicembre 2021, a Spoleto, si è tenuto il convegno sull’eco museologia umbra per fare il punto della situazione sulla sostenibilità della comunità e il suo territorio e la progettazione sia di piccole che grandi attività per un flusso turistico interessato a quella tipologia di connessione con le tradizioni e la cultura locale.

La regione presenta il circuito delle località della dorsale appenninica che si promuovono “antenne” delle comunità sui territori: antenna del Ciarlatano – Comune di Cerreto di Spoleto, antenna dell’Acqua – Comune di Foligno, antenna della Canapa – Comune di Sant’Anatolia di Narco e altre ancora.

Durante i mesi della pandemia, la presenza dell’ecomuseo sul territorio umbro si è rivelata una valente risorsa per le attività didattiche durante il periodo più ferreo del distanziamento sociale.

Un ottimo esempio è quello del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco, in provincia di Perugia, che ha lavorato molto con i bambini e la popolazione residente.

Alla didattica a distanza è stata offerta un’integrazione di contenuti lavorando sul patrimonio già digitalizzato del museo e offrendo un corso di tessitura del filato.

Museo della Canapa
Telaio, Museo della Canapa

Un altro esempio di attivazione durante la pandemia è stato l’Ecomuseo del paesaggio olivato e dell’olio di Trevi, quale ulteriore elemento di presidio storico-culturale per mantenere viva la memoria del territorio nel tempo.

Per questo ente le attività culturali e di promozione didattica hanno puntato sul paesaggio e sulle produzioni tipiche locali, l’olio, oltre che passeggiate per campi d’ulivo.

Le attività sono organizzate all’interno del Complesso Museale di San Francesco che ospita la Raccolta d’Arte e il Museo della civiltà dell’olivo e gli eventi sono stati organizzati a cura del soggetto gestore dei laboratori didattici.

Notevole da ricordare anche l’Ecomuseo del paesaggio degli Etruschi, ancora in Umbria, che ha inquadrato il corso per apicoltori per far conoscere l’importanza della tutela delle api e del miele nella valorizzazione del territorio, oltre ad altre attività di matrice storico-archeologica, artistico-botanica come: la tecnica dell’affresco, l’alimentazione nell’antichità, bussola e cartina, gli alberi monumentali e la biodiversità.

Le comunità locali che promuovono un ecomuseo diventano custodi di memorie materiali e immateriali da tramandare ai posteri.

La promozione da parte della collettività e il riconoscimento della proposta progettuale da parte delle istituzioni di un ecomuseo diventa una lente d’ingrandimento per leggere la mappa di comunità di continuità nel tempo.

Chiave di lettura della specifica e rispettiva cultura dei luoghi e siti, che serve per rilanciarla alle nuove generazioni, per una migliore progettazione degli scenari futuri e di sviluppo dell’impresa sia turistica sia culturale.

In apertura, foto di Olio Officina©

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