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Esempi di economia circolare

In Umbria la creazione di un modello per la produzione di elementi energetici è l’espressione di un progetto triennale di Cia Umbria insieme con Università di Perugia, Cnr e diverse aziende agricole e forestali regionali

Marcello Ortenzi

Esempi di economia circolare

L’economia circolare è fondata su un nuovo concetto di produzione, di design, di distribuzione, di cambiamento nei modelli di consumo, che siano funzionali al prolungamento della vita dei prodotti e al riciclo, riuso e recupero dei materiali e dell’energia. Un obiettivo da raggiungere quando si hanno materiali provenienti dal settore agroforestale è quello di raccoglierli efficacemente e stabilire i modi per convertirli in energia e altri materiali.

Un progetto triennale della Cia Umbria insieme all’Università di Perugia, CNR e diverse aziende agricole e forestali regionali, iniziato nel 2018, mira alla creazione di un “modello articolato di piattaforma logistica per la raccolta e distribuzione di materiali legnosi o residuali provenienti dalle produzioni agricole, allo scopo di individuarne il miglior uso finalizzandolo alla produzione di energia e dallo sfruttamento per la creazione di compost ed ammendanti da riutilizzare nel campo dell’agricoltura”.

Il progetto AGREEGREEN, misura 16 del Psr umbro, implementato dal 3A -Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, intende promuovere e diffondere le conoscenze e i processi scientifici e produttivi legati in particolar modo al “Biochar”, in cui il carbone di legna ottenuto da pirolisi di biomasse legnose è usato, oltre agli usi energetici, come ammendante nei terreni per migliorarne la permeabilità, l’areazione e la capacità igroscopica, fattori decisivi in ambito agricolturale e “N-Fix”, tecnologia che consente l’uso dell’azoto presente in atmosfera attraverso batteri azoto-fissatori introdotti negli apparati radicali della maggior parte delle specie. In questo modo le piante fruiscono non solo dell’azoto presente nel terreno ma anche di quello disponibile in atmosfera.

La tecnologia è applicata ai digestati provenienti da reflui di allevamenti e colture agricole (“pollina”, in questo caso), attraverso un’iniezione diretta in esso di un plasma contente gli stessi batteri azotofissatori. Tale processo abbassa il ph del digestato, salifica l’ammoniaca ed evita la diffusione di effluvi sgradevoli, contribuendo anche in questo modo alla salubrità dell’aria e dell’ambiente.

Il processo si articolerà in varie linee di azione:

Valutazione quali-quantitativa delle tipologie di biomasse potenzialmente disponibili;

Innovazione di processo per la valorizzazione delle biomasse legnose umbre;

Valutazione dei risultati ottenuti e modellizzazione dell’impianto della piattaforma per la valorizzazione delle biomasse legnose umbre;

Modello di certificazione applicata alla filiera legno umbra.

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