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Il legno è energia

È stata l’energia il tema della Giornata internazionale delle foreste 2017. Gestire il settore in modo moderno e sostenibile può rivitalizzare le economie rurali. Il legno come combustibile fornisce il 40% di energia rinnovabile, quanto solare, idroelettrico ed eolico insieme, e circa il 50% della produzione mondiale di legno è utilizzato per cottura, riscaldamento e produzione di elettricità

Marcello Ortenzi

Il legno è energia

Il legno è la fonte di energia primaria per gran parte della popolazione mondiale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Per almeno 2,4 miliardi di persone vuol dire cibo cucinato, acqua bollita e una dimora riscaldata e illuminata. La Fao in occasione della Giornata delle foreste del 21 marzo ha ricordato che il valore del legno e quindi delle foreste assume sempre più peso in relazione alla lotta contro gli effetti del cambiamento climatico e le preoccupazioni per la sicurezza energetica.

“Salvare le foreste vuol dire salvare il pianeta dai cambiamenti climatici”, sostiene il Wwf. Il legno come combustibile fornisce il 40% di energia rinnovabile, quanto solare, idroelettrico ed eolico insieme e circa il 50% della produzione mondiale di legno (1,86 miliardi di metri cubi) è utilizzato per cottura, riscaldamento e produzione di elettricità, ricorda la Fao fra i messaggi chiave della Giornata internazionale.

L’energia del legno, impiegato principalmente in forma di legna da ardere,cippato, pellet e in minima parte di briquettes, è anche fonte di sviluppo economico visto che quasi 900 milioni di persone, per lo più nei paesi del Sud del mondo, lavorano nel settore. Gestire il settore in modo moderno, sostenibile può rivitalizzare le economie rurali di tutti i paesi anche il nostro, stimolando lo sviluppo delle imprese. Investire nelle foreste può significare così più posti di lavoro e aumentare le attività industriali connesse, quali la produzione di macchine forestali e gli impieghi energetici.

Le foreste, come i terreni boschivi e le formazioni forestali di origine artificiale realizzate su terreni agricoli, sono quindi fonti molto preziose, scrigni di diversità biologica, essenziali nella riduzione dei rischi da dissesto idrogeologico e per la depurazione e regimazione delle acque. Sono da considerare anche gli alberi in città che, se strategicamente posizionati, possono raffreddare l’aria tra 2 e 8 gradi centigradi rileva la Fao, osservando come un gran numero di città del mondo hanno bisogno degli alberi per pulire la loro aria inquinata.

Le foreste mondiali sono anche il fulcro del futuro sostenibile e,come evidenziato da Maria Cristina D’Orlando presidente Pfec Italia, “il taglio illegale degli alberi sottrae almeno 10 miliardi a industria e proprietari forestali nel mondo, oltre a essere responsabile del 25% delle emissioni dei gas serra globali” . Questo insieme di “esseri di legno” sono un alleato imprescindibile per raggiungere gli obiettivi sul clima, dal momento che stoccano 300 milioni di tonnellate di CO2 e il 40% delle nostre emissioni di gas serra a livello globale.

La risorsa “foreste” per l’Italia è piuttosto in salute e l’Infc (Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio) CFS e CREA-MPF, attesta che la superficie forestale nazionale è cresciuta del 5,8 per cento rispetto al 2005 ed è pari a 10.987.805 ettari (dati 2014). Di tale incremento, solo 1.700 ettari l’anno però sono dovuti a imboschimento, il resto è il risultato dell’espansione naturale del bosco, conseguente al progressivo abbandono delle attività agro-silvo-pastorali. L’aumento ha portato le foreste italiane a ricoprire il 34 per cento della superficie italiana e il 5 per cento della superficie europea, posizionandosi al sesto posto in Europa (Russia esclusa).

Ma il legno delle foreste è considerato dalla Fao anche perchè è “l’energia del futuro” , in quanto i residui del legno entrano nella catena di produzione dei biocarburanti per automobili e aerei. A livello globale, osserva la Fao, le foreste possiedono un contenuto energetico 10 volte maggiore del consumo di energia primaria annuale e questo le rende una delle principali risorse rinnovabili per il soddisfacimento del fabbisogno mondiale di energia. Il legno è da secoli il combustibile più usato per il riscaldamento e oggi è impiegato principalmente in forma di legna da ardere, cippato, pellet ed in minima parte di briquettes.

La classificazione qualitativa dei biocombustibili solidi è attualmente definita a livello internazionale dalla norma tecnica UNI EN ISO 17225, che definisce le classi di qualità dei
biocombustibili in funzione dei parametri chimico-fisici ed energetici.

Aiel (Associazione italiana energia del legno) ha elaborato un decalogo per il corretto uso della legna, in quanto è necessario che si osservino delle regole per un uso veramente sostenibile di questo materiale:

Usare solo legna secca, con un contenuto idrico inferiore al 20%.

Usare ciocchi di legna di lunghezza tale da lasciare un certo spazio tra la legna e le pareti laterali della camera di combustione.

Usare legna di dimensioni uniformi, spaccata piuttosto che tonda (es. circonferenza 20 cm ≈ 9 cm diametro).

Accendere il fuoco con accensione dall’alto con l’impiego di stecchette secche
disposte a castelletto e con appositi accendi fuoco.

Favorire l’immissione di aria comburente nella fase di accensione.

Introdurre ciocchi di legna più grossi solo dopo la formazione di un bel letto di braci.

Caricare il focolare con piccole quantità di legna, senza sovraccaricarlo.

Variare la quantità di calore preferibilmente con la quantità di legna della carica piuttosto che attraverso la regolazione dell’aria.

Tenere sempre ben chiusa la porta dell’apparecchio.

Stoccare la quantità di legna giornaliera possibilmente in ambiente riscaldato. Se la fase di accensione si svolge in maniera corretta il fumo della combustione diventa
invisibile al più tardi dopo 15 minuti dall’accensione.

Una nota positiva è rivelata il rapporto di valutazione globale della FAO, The Global Forest Resources Assessment 2015 che negli ultimi 25 anni il tasso di deforestazione globale netto è ridotto di oltre il 50%. E un numero crescente di aree forestali è stato protetto, grazie a miglioramenti nella gestione, resi possibili da leggi più stringenti, misurazioni più efficaci e attraverso il monitoraggio delle risorse forestali e con un maggior coinvolgimento delle comunità locali nella pianificazione e nelle politiche di sviluppo. La Fao ha invitato i consumatori di legno a preferire prodotti della filiera “bosco-legno” realizzati con materie prime certificate perché è un modo per orientare le scelte di approvvigionamento delle imprese al fine di contrastare la tendenza a consumare la risorsa in modo illegale e distruttivo.

La foto di apertura, con gli alberi di castagno, è di Marcello Ortenzi

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