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La seconda vita degli scarti di produzione di distillati nell’ottica dell’economia circolare 

Il 12 aprile le Distillerie Bonollo Umberto di Conselve ha inaugurato un impianto di produzione di biometano a partire dai residui liquidi delle attività di distillazione per un quantitativo medio giornaliero di diecimila metri cubi, che possono corrispondere ai consumi medi di circa tremila famiglie. Dopo che le materie prime sono state impiegate per la creazione di acquaviti e altri prodotti c’è ancora molto di utile e di prezioso da poter impiegare in una logica di innovazione e valorizzazione della vinaccia

Marcello Ortenzi

La seconda vita degli scarti di produzione di distillati nell’ottica dell’economia circolare 

Il biometano da scarti agricoli si sta diffondendo fra le aziende agroindustriali quale componente produttiva utile insieme all’alimentare. Il biometano è dedicato sia all’alimentazione dei mezzi mobili, per migliorare la sostenibilità dell’automotive, sia a essere immesso nella rete del gas naturale.

Il 12 aprile le Distillerie Bonollo Umberto di Conselve ha inaugurato un impianto di produzione di biometano allacciato direttamente alla rete di distribuzione di Italgas, il primo in Italia a servizio di una distilleria di grappa.

Il nuovo impianto produce biometano a partire dai residui liquidi delle attività di distillazione per un quantitativo medio giornaliero di diecimila metri cubi e un complessivo annuo di circa 2,5 milioni di metri cubi, che si possono corrispondere ai consumi medi di circa tremila famiglie.

Con questo biocarburante si sostituisce un analogo equivalente di gas di origine fossile e di distribuirlo in rete a famiglie e imprese, con importanti benefici in termini di decarbonizzazione dei consumi.

L’iniziativa, insieme a Italgas, con un investimento da poco meno di tre milioni di euro complessivi, ha richiesto alcuni mesi di lavorazioni necessarie a effettuare l’upgrade tecnologico del precedente impianto di produzione di biogas e alla costruzione del collegamento per l’immissione del biometano nella rete Italgas.

Il collegamento tra Distillerie e rete di distribuzione è gestito grazie a una tecnologia digitale all’avanguardia sviluppata in house da Italgas.

Si tratta dell’applicativo Dana che consente la gestione da remoto del punto di immissione e, sulla base dell’analisi in continuo della qualità del gas prima della sua iniezione in rete, la possibilità di impartire all’impianto ordini e istruzioni a distanza per la regolazione dei flussi. Con questa iniziativa l’Italia si trova allineata con le best practice di Francia e Germania, ed è coerente con il percorso tracciato dal REPowerEU che indica nel biometano la fonte di energia destinata a sostituire il 25% del gas naturale proveniente dalla Russia.

“Ogni metro cubo di biometano qui ottenuto, ha dichiarato Elvio Bonollo, è un ulteriore frutto della generosità della vite, in una filiera che dopo l’ottenimento del vino in cantina, trova in Bonollo la massima espressione in termini di economia circolare”.

Per l’amministratore delegato di Italgas, Pier Lorenzo Dell’Orco, “il biometano è una fonte rinnovabile già ‘matura’, ampiamente disponibile e in grado di dare un importante contributo alla transizione ecologica. È per questo che nel Piano Strategico 2022-2028 abbiamo destinato rilevanti investimenti per favorire la connessione di nuovi impianti al network di distribuzione”.

Il processo produttivo sostenibile

Le materie prime che giungono in distilleria mantengono ancora un’incredibile ricchezza di aromi e di profumi da trasformare in pregiati distillati. Ma in una logica di innovazione e valorizzazione dalla vinaccia, dopo la creazione di acquaviti di alta qualità, c’è ancora molto di utile e prezioso.

La vinaccia esausta, ovvero esaurita del suo potenziale alcolico e aromatico, dopo l’ottenimento della grappa, viene impiegata per ricavare diverse materie prime, come il tartrato di calcio di origine naturale, il sale utilizzato per ottenere l’acido tartarico.

Poi anche biomassa ottenuta dalla macinazione delle buccette d’uva essiccate che, essendo ricche di cellulosa e sostanze nutrizionali, vengono destinate alla produzione dei mangimi animali e in parte all’alimentazione delle caldaie aziendali al fine di ottenere il vapore per distillare e il calore per essiccare la vinaccia stessa, evitando così l’impiego dei combustibili di origine fossile.

Dai vinaccioli si ottiene l’omonimo olio alimentare che ha particolari caratteristiche dietetiche.

Ma di un certo valore, dopo dieci anni di investimenti in ricerca, è l’ultimo importante sviluppo aziendale che si concretizza nell’estrazione dei preziosi polifenoli presenti nei vinaccioli, attraverso un processo innovativo brevettato da Bonollo.

Si tratta di sostanze naturali di elevato pregio qualitativo che hanno proprietà antiossidanti e vengono utilizzati nel settore degli integratori alimentari.

L’azienda dopo questi investimenti è sostanzialmente autosufficiente dal punto di vista del consumo di gas, ed è in grado di produrre circa i cinque sesti dell’elettricità (1,5 Mw sul totale degli 1,8 Mw consumati) utilizzata proprio grazie al gas prodotto dagli scarti di lavorazione dell’impianto.

In apertura, foto di Olio Officina©

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