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La trasformazione digitale del settore agricolo in vista di un futuro sostenibile

«La digitalizzazione in agricoltura ha il potenziale, tra le altre cose, di migliorare l'uso efficiente delle risorse», proprio per questo deve essere adottata da quante più aziende possibili, per permettere alle generazioni future di beneficiare ancora di quel che la terra offre. È compito di chi lavora ogni giorno nel settore limitare lo spreco di acqua e impiegare nuovi prodotti meno dannosi per l’ambiente. L’Internet of Things e le nuove tecnologie sono un punto fondamentale da cui partire e alcune realtà spagnole hanno già avviato il loro processo di crescita e miglioramento

Olio Officina

La trasformazione digitale del settore agricolo in vista di un futuro sostenibile

Big data, blockchain, tecnologia dei sensori, Internet of Things, IoT, e intelligenza artificiale sono tecnologie che, comunemente, non vengono associate alla produzione agricola.

Nonostante esistano soluzioni per rendere il settore agroalimentare più efficiente e sostenibile, per ora il grado di implementazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Tic, è molto basso o più lento di quanto ci si aspetti.

Colmare il divario digitale nell’agricoltura e nell’allevamento è la chiave per il settore agroalimentare per affrontare le sfide poste dall’emergenza climatica, che richiederà di nutrire una popolazione di 10 milioni di persone in un contesto di risorse naturali sempre più limitate: entro il 2030, si stima che la domanda di acqua dolce sarà del 40% superiore a quella disponibile.

“La digitalizzazione non sarà la soluzione a tutti i problemi, ma ci aiuterà a rispondere alle sfide della povertà, della fame, della sostenibilità e dell’uso efficiente delle risorse”, dice Agustí Fonts, capo dell’Ufficio di valorizzazione dell’Istituto di ricerca e tecnologia agroalimentare, Irta, sito accessibile cliccando QUI.

La digitalizzazione dell’agricoltura e dell’allevamento ha il potenziale, tra le altre cose, di migliorare l’uso efficiente delle risorse, assicurare la tracciabilità degli alimenti, garantire l’origine e la sicurezza, migliorare la sostenibilità della produzione e contribuire a ridurre i rifiuti alimentari.

Così, per esempio, grazie alla blockchain, l’intero processo di produzione della carne può essere tracciato in modo che i consumatori abbiano la garanzia che la carne consumata sia biologica; con i sensori o il telerilevamento, possono conoscere con precisione i bisogni d’acqua di un appezzamento di meli e, con l’intelligenza artificiale, la qualità di un frutto prima che entri nella macchina fotografica con solo una fotografia scattata con un telefono cellulare.

“La digitalizzazione può portare una trasformazione della portata di grandi invenzioni, come la meccanizzazione, la rivoluzione genetica o quella associata all’uso di fertilizzanti fitosanitari”, dice Joan Bonany, coordinatore dell’iniziativa sui sistemi agroalimentari intelligenti del piano strategico dell’Irta.

Questa trasformazione, dice Bonany, implica “un cambiamento profondo, al di là di quello tecnologico: un cambiamento nei processi, nei modelli di business, nelle strategie e nella formazione delle competenze digitali del personale”.

Dalla Catalogna, l’Irta coordina e conduce diversi progetti di Agricoltura 4.0, alcuni dei quali saranno presentati al Forum Datagri, accessibile cliccando QUI, con sede a Lleida, il 25 e il 26 novembre, e che permetterà ai professionisti dell’agroalimentare di entrare in contatto diretto con le ultime tecnologie digitali che possono rivoluzionare il settore.

Il Forum prevede una giornata di conferenze al Palacio de Congresos e una giornata di dimostrazioni pratiche nelle strutture dell’Irta a Mollerussa.

Tre storie di successo dell’Irta

“La digitalizzazione non significa solo che gli agricoltori possono consultare dati su variabili essenziali come il suolo, le colture, il bestiame o la climatologia, ma anche avere accesso a strumenti digitali avanzati che permettono loro di convertire questi dati in idee valide e fattibili”, spiega Bonany.

Su questa linea, tra i progetti e le soluzioni di trasformazione digitale che Irta mette a disposizione dei professionisti del settore agroalimentare c’è IrriDesk, un sistema intelligente di prescrizione delle dosi di irrigazione per un uso efficiente dell’acqua basato su sensori, Internet of Things e strumenti di supporto decisionale.

IrriDesk, accessibile cliccando QUI, che lavora con un algoritmo originale capace di rispondere ai dati del clima e del suolo, migliora la produttività dell’acqua del 15% rispetto alla gestione umana esperta e riduce il tempo necessario per il monitoraggio e il controllo dell’irrigazione dell’80%.

L’acquacoltura può anche usare le Tic per migliorare l’efficienza e la sostenibilità, come dimostrato dal progetto di controllo e automazione della qualità dell’acqua Irtamar, accessibile cliccando QUI.

Si tratta di un modulo intelligente per il ricircolo dell’acqua di mare e dell’acqua interna che raggiunge una riduzione del 95% del consumo d’acqua rispetto al flusso aperto, riduce del 50% lo scarico di azoto, riduce la perdita di mangime fino al 10% e permette di risparmiare fino al 50% del consumo energetico negli allevamenti di acquacoltura.

Nel campo degli strumenti di supporto decisionale, la piattaforma Aroasesor offre raccomandazioni dinamiche per migliorare processi come l’irrigazione e la fertilizzazione.

La piattaforma integra la gestione delle azioni negli appezzamenti con i bilanci quotidiani dei bisogni di nutrienti e acqua.

Con Agroasesor, ogni utente gestisce i dati delle sue azioni sull’appezzamento e può tenere aggiornati i quaderni amministrativi dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti, oltre ad accedere alle informazioni digitali delle mappe del suolo o delle immagini satellitari, che vengono incorporate nel monitoraggio delle sue colture.

Questo è un progetto pionieristico in Spagna che è operativo in Catalogna, Paesi Baschi, Navarra, Andalusia e Castilla-La Macha.

Sfida globale, soluzioni collaborative

Con la convinzione che per avere un impatto reale è necessario agire in modo coordinato e lavorare con partner globali, Irta ha promosso la Ridag (Rete Iberoamericana per la Digitalizzazione dell’Agricoltura e dell’Allevamento).

Il suo obiettivo è quello di promuovere la trasformazione digitale dei settori agricoli in Catalogna, Argentina, Cile e Uruguay.

I laboratori di sperimentazione sul campo, la convalida della tecnologia, la formazione e la consulenza, l’osservazione e il monitoraggio possono contribuire a rendere il sistema più sostenibile, aiutando gli agricoltori e i produttori a colmare il divario digitale per migliorare la salute, l’uso delle risorse e l’economia.

Foto in apertura Irta

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