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Pomodori sostenibili

Proprio così, è accaduto che una azienda altoatesina Fri-El Green House, da tempo impegnata nell’utilizzo di energie rinnovabili, stia utilizzando il calore del proprio impianto a biogas per riscaldare le serre idroponiche e produrre pomodori. L’obiettivo è arrivare a ottenerne circa 38.500 tonnellate

Marcello Ortenzi

Pomodori sostenibili

Il comparto agroalimentare consuma ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed elettricità per la produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, per il funzionamento delle macchine e la climatizzazione degli ambienti di produzione e trasformazione.

Queste voci di spesa possono essere ridotte applicando metodologie innovative e rafforzando il percorso del settore verso l’autoproduzione energetica. Lo stesso Ministro Centinaio di recente al Parlamento ha affermato che è necessario pianificare l’incentivazione fino al 2020 di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico per le rinnovabili e proseguire nello sviluppo delle agro-energie, sfruttando il potenziale di valorizzazione degli scarti e residui delle produzioni agricole e della gestione forestale sostenibile.

Effettivamente sempre più aziende agricole in Italia avviano impianti agroenergetici per aiutare l’attività primaria con energia autoprodotta da impianti a biomasse solide o biogas. Un esempio che di recente è apparso sulla stampa ha riguardato le realizzazioni dell’azienda altoatesina Fri-El Green House. L’azienda da tempo utilizza energie rinnovabili ed ora sta utilizzando il calore del suo impianto a biogas per riscaldare le serre idroponiche avanzate per produrre pomodori.

Il biogas ricavato dal trattamento di scarti agricoli e insilato di mais produce sia energia elettrica per l’alimentazione dei locali e attrezzature aziendali sia energia termica, come del resto fanno diversi impianti in Italia.

Due serre posizionate in Emilia, una estesa per 1,4 ettari e l’altra che arriverà a 10,8 ettari entro l’anno, hanno in coltivazione pomodori idroponici e l’acqua calda proveniente dall’impianto energetico le riscalda in tutte le stagioni.

L’obiettivo è arrivare a produrre circa 38.500 tonnellate di pomodori. Il sistema ha nella sostenibilità il punto di forza perché si arriva a ottimizzare l’utilizzo del terreno fino al 70% rispetto alla coltura tradizionale e anche un risparmio del 70% del consumo di acqua per l’irrigazione.

La serra più recente, in vetro, è fatta in modo da consentire di raccogliere l’acqua piovana per poi inviarla in sala fertirrigazione dove è ripulita. L’acqua residuata dall’uso della pianta è ripulita e rimessa in circolo, in modo da ridurre lo spreco di acqua

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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