Salute

Il ruolo degli acidi grassi nelle grandi interrogazioni intorno alla coscienza

Nonostante il ricco ma incompiuto dibattito sul tema - che ha coinvolto le neuroscienze, la biologia evolutiva, le scienze cognitive, la filosofia della mente, la ricerca avanzata nell'Intelligenza Artificiale - la psichiatria è rimasta ai margini. Il ricorso a marcatori biochimici diventa fondamentale. E gli stessi acidi grassi delle piastrine, nell'interpretazione della rete neurale artificiale, nel loro ruolo condizionante la mobilità della membrana, e quindi la modulazione della captazione della serotonina, possono essere estremamente utili nella gestione clinica dei pazienti

Massimo Cocchi

Il ruolo degli acidi grassi nelle grandi interrogazioni intorno alla coscienza

La storia della coscienza da Socrate – intesa come sede delle qualità intellettuali e morali dell’uomo (la psiche), alle acquisizioni delle neuroscienze, compreso il difficile problema di David Chalmers riguardante i qualia – costituisce un tracciato affascinante e, per molti aspetti, ancora enigmatico.

Ci sono innumerevoli tentativi di integrare la coscienza in un ego unitario e, viceversa, le posizioni che considerano illusorio questo fenomeno. Se poi proviamo a calibrare il concetto in campo psichiatrico, la questione diventa ancora più problematica.

Nonostante il ricco, ma incompiuto, dibattito sulla coscienza, che ha coinvolto neuroscienze, biologia evolutiva, scienze cognitive, filosofia della mente, ricerca avanzata nell’Intelligenza Artificiale, la psichiatria è rimasta piuttosto ai margini: almeno una cosa curiosa per una branca della medicina che si rivolge, prima di tutto, a un campo patologico (alterazioni del livello di coscienza, disturbi nell’esperienza del sé, dissociazioni, ossessioni, disturbi dell’umore, ecc.).

Dal punto di vista antropologico, quindi, resta in piedi il dibattito aperto dal concetto di Michel Foucault sulla psichiatria come momento di sorveglianza, controllo, punizione sulle biografie individuali e sulla società, con tutto lo scenario delle forme di biopotere, biocontrollo sulla nuda vita in autori contemporanei come de Sutter L. (de Sutter 2017) che vede nel narcocapitalismo la possibilità pervasiva e organica di imbrigliare le naturali effervescenze esistenziali della coscienza, comprese le paure e le ansie, nella psicofarmacologia.

In questo modo si determina un capitalismo della droga, che insieme al capitalismo intangibile o ai big data, struttura una società sottomessa, controllata, triste. E la tristezza, già avvertiva Gilles Deleuze, interpretando Spinoza, irrigidisce il pensiero e l’azione incanalandoli in pratiche di controllo (Deleuze 1988). Da un punto di vista clinico, una certa evanescenza della nosologia psichiatrica rispetto ad altri ambiti della medicina la rende particolarmente debole nella misurazione effettiva delle patologie mentali. Si pensi, in particolare, alle forme depressive maggiori nella diagnosi differenziale rispetto al disturbo bipolare, soprattutto nella fase di esordio precoce.

Da qui l’estrema necessità di marcatori biochimici in grado di ricondurre la psicopatologia a criteri diagnostici oggettivi e possibilmente esaustivi.

Graham e Stephens (2006) hanno formulato una tesi che riconosce che “la malattia mentale è una malattia nella e della coscienza”.

Se lo stato di coscienza è inscritto nella malattia mentale, allora è importante definire con precisione lo stato di malattia mentale per poter presumere che il soggetto manifesti uno stato di coscienza diverso dalla patologia psichiatrica.

Ciò comporta la necessità di uscire dal considerevole margine di errore diagnostico, dal 40 al 70%, ampiamente descritto in letteratura (Bowden 2001; Decima Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio (2012). Roma).

In questo contesto si fa riferimento principalmente ai due principali disturbi mentali che affliggono l’essere umano, ovvero la Depressione Maggiore e il Disturbo Bipolare.

Nella prima fase della ricerca, in cui gli acidi grassi piastrinici sono stati studiati in combinazione con una Rete Neurale Artificiale (Self Organizing Map by Kohonen) (Cocchi & Tonello 2010a; Cocchi & Tonello 2010b; Kohonen 2001) sono stati confrontati i casi psichiatrici con quelli apparentemente normali (non è stato possibile sottoporre i soggetti cosiddetti normali a test psichiatrici, per evidenti motivi personali ed etici) e la rete neurale utilizzata ha funzionato al punto da individuare una specifica area di normalità, ponendo i restanti soggetti “normali” in aree che contenevano anche soggetti con diagnosi di psicopatologia. Sorprendentemente era chiaro che un numero impressionante di persone ritenute assolutamente normali, presentava, anche se la patologia non era evidente, caratteristiche molecolari simili a quelle con psicopatologia.

Non da ultimo, la seconda fase della ricerca ha permesso di distinguere con precisione, all’interno dei pazienti psichiatrici, soggetti con disturbo bipolare da soggetti con depressione maggiore (Benedetti et al. 2014).

Un’ulteriore analisi dei dati ha permesso di riconoscere l’Acido Linoleico come elemento critico nella patologia psichiatrica (Cocchi et al. 2017) e nell’Acido Arachidonico l’elemento di regolazione della mobilità della membrana capace di condizionare la captazione della serotonina (Cocchi & Traina 2020).

Se sappiamo che diversi stati psichiatrici generano diversi stati di coscienza attraverso la misurazione delle onde cerebrali (Flynn et al.2008; Herrmman & Demiral 2005), se sono state formulate teorie tra coscienza e dinamica quantistica del cervello (Cocchi et al. 2017) è necessario ed essenziale affrontare il problema della misurabilità dello stato di coscienza in psichiatria al di fuori delle classiche condizioni di coscienza legate al danno cerebrale (lesioni gravi, stato di coma ecc.).

La capacità di identificare correttamente la patologia psichiatrica, soprattutto nelle prime fasi, può consentire anche l’approccio farmacologico più appropriato. Sul versante della coscienza “psichiatrica”, che esprime il quadro comportamentale del soggetto, l’identificazione dei diversi atteggiamenti di comportamento e di pensiero può essere utile per consentire il miglior uso psicoterapeutico della “parola”.

Gli acidi grassi delle piastrine, nell’interpretazione della rete neurale artificiale, nel loro ruolo condizionante la mobilità della membrana e quindi la modulazione della captazione della serotonina, possono essere estremamente utili per la gestione clinica del paziente psichiatrico. Questa possibilità, di immediata utilità per il trattamento del soggetto, consentirà l’approfondimento delle connessioni biomolecolari coinvolgenti membrana, proteina Gs alfa, citoscheletro e microtubuli nonché la valutazione della funzione dei canali ionici di membrana cellulare, fino alla definizione della precisa funzione dell’interattoma cellulare, oltre a fornire risposte plausibili alla funzione quantistica del cervello.

La misurazione della coscienza in psichiatria rimane quindi una salvaguardia fondamentale nella pratica clinica psichiatrica per evitare la soggettività degli interventi nell’interesse del miglior risultato diagnostico e terapeutico.

In apertura, particolare di una scultura permanente collocata sul lungomare di Marina di Massa: “Giocoliere volante”, di Alessandro Giorgi, 23 dicembre 2010. Foto di Riccardo Santi

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