Salute

Un muro fra scienza e profani

Il dibattito sui grassi. Solo l'olio extra vergine di oliva può abbattere tale barriera. “La mia attività di cardiologo operativo - ci scrive l’autore dell’articolo – mi obbliga quotidianamente a dare sicurezze ai miei pazienti basate su dati certi e verificabili”. Il messaggio da trasmettere? Consumare anche con una certa abbondanza, se si vuol ridurre il rischio di infarto

Guido Balestra

Un muro fra scienza e profani

Tanti argomenti di medicina, salute e scienze umane si sono così complicati negli anni che è veramente difficile orientarsi per un lettore non addentro alla materia medica. Uno di questi argomenti è senz’altro quello dei grassi nell’alimentazione umana.

Il recente dibattito che ha preso piede in Olio Officina Magazine ne è una ulteriore prova. Per portare un po di chiarezza tenteremo di fare il punto su dove sia arrivata la scienza nutrizionistica in questi ultimi anni. Quando parliamo di grassi, intendiamo grassi animali, vegetali, saturi, insaturi.

Migliaia di pubblicazioni fatte da chimici, biochimici, biologi, epidemiologi, endocrinologi, diabetologi, cardiologi nutrizionisti, ecetera, eccetera, hanno cercato di portare elementi pro o contro uno o l’altri di questi tipi di grassi in merito alla loro innocuità o nocività sulla salute umana.

L’olio extra vergine di oliva (EVO), costituito prevalentemente da acido oleico, vegetale monoinsaturo, si trova anch’esso in questo calderone, e ha pagato uno scotto per le cattive compagnie e la “confusione” scientifica in cui si è venuto a trovare.

Per capire il punto in cui siamo, riportiamo, traducendole letteralmente, alcune righe pubblicate recentemente nelle “Linee Guida Europee di Prevenzione Cardiovascolare”, che mettono in evidenza tutte le incertezze della scienza medica e epidemiologica:

“Dopo 40 anni di ricerche mediche l’impatto dei grassi saturi sul rischio di malattie cardiovascolari è ancora controverso”.

Spiegazione: non è vero che i grassi animali fanno sempre e solo male, o per lo meno non è dimostrato.

“Se sostituiamo una parte dei grassi animali con grassi poliinsaturi (di semi, vegetali, non di oliva) riduciamo il rischio cardiovascolare” .

Ci sono molti studi che hanno dimostrato questa affermazione. Non vi erano studi che avessero dimostrato che sostituendo i grassi animali con carboidrati o grassi monoinsaturi (EVO) si riducesse il rischio. Tutto questo fino alla pubblicazione, un anno fa, dello studio Premined, che ha dimostrato che l’aggiunta di dosi generose di EVO (1 litro alla settimana) o l’aggiunta di grassi polinsaturi mediante l’introduzione di noci, mandorle o nocciole inserite in una dieta povera di grassi, riduce il rischio rispetto a coloro che assumono una dieta solo povera di grassi.

Spiegazione: assumere EVO riduce il rischio rispetto a coloro che si limitano ad assumere pochi grassi. Questa è una affermazione rivoluzionaria che la classe medica ha serie difficoltà ad assorbire e quindi a trasmettere ai propri pazienti. Il messaggio è: consumate olio di oliva anche con una certa abbondanza se volute ridurre il rischio di avere un infarto.

Inoltre, è più gradevole mangiare dei semi oleosi o condire una infinità di alimenti con EVO che ne potenzia e migliora il sapore? Lo studio Predimed è il frutto di un grande impegno organizzativo e scientifico della Spagna, che ha voluto portare una pietra miliare nelle conoscenze mediche sui grassi e al tempo stesso promuovere un suo prodotto tipico, al tempo stesso è il segno di un paese che pur vivendo una crisi economica importante ha voluto dare un segno di volonta comune di ripresa. Perchè in Italia mancano del tutto questi segni ?

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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