L’olivagione 2023 secondo Pietro Leone
Nel nord della Puglia, nel foggiano, "al momento - sostiene l'imprenditore pugliese, fondatore dell'Oleificio Cericola - si prevede una produzione con un calo del 30% dovuto alle piogge eccessive nella fase di fioritura, e poi anche per via della siccità degli ultimi due mesi, le alte temperature e l'assenza totale di pioggia. Non si sono manifestate catture di mosche nel territorio"
Pietro Leone, dell’Oleificio Cericola, ha l’azienda a Borgo Incoronata, nel Foggiano. Con i suoi 85 ettari di proprietà e i 700 ettari olivetati della cooperativa da lui creata, cento soci in tutto, determinanti e convinti, è artefice della rinascita dell’olivicoltura pugliese.
Pietro Leone è una tra le figure più autorevoli nello scenario olivicolo italiano. La sua è un’azienda d’eccellenza della Capitanata, un vasto territorio in provincia di Foggia, dove dal 1998 il mastro oleario Leone unisce la tradizione olearia pugliese con l’innovazione tecnologica. Nel 2005 quando, insieme con la sua famiglia, decise di investire nel nuovo sistema di allevamento di oliveti super intensivi, e da allora non si è più fermato. Ha iniziato con circa due ettari, perché innamorato della pianta dell’olivo, poi la passione è stata tale e così intensa e profonda da non fermarsi più. Sono seguiti anni di nuovi investimenti con l’acquisto di nuovi terreni e l’ampliamento dell’attività produttiva.
Nel 2022 ha ricevuto il Premio Olio Officina “Cultura dell’Olio” con la seguente motivazione: “Se vi è da individuare una figura di imprenditore olivicolo e oleario moderno e vocato all’innovazione, Pietro Leone è uno dei nomi più acclarati cui fare riferimento e affidamento. Partendo da tutt’altro settore, si è proiettato nel mondo olivicolo mentre altri abbandonavano il campo. Ha sposato il modello dell’olivicoltura ad alta densità e avviato un frantoio ultramoderno, brevettando perfino una nuova innovativa macchina denocciolatrice, la Moliden”.