L’olio nei ristoranti
Un tema alquanto critico, è stato affrontato, insieme con il critico gastronomico Valerio Massimo Visintin, a Olio Officina Food Festival
Luigi Caricato ha affrontato a Olio Officina Food Festival un tema spesso critico quando si va al ristorante: che tipo di olio viene servito a tavola e come viene presentato? Nell’esperienza di Valerio Massimo Visintin, qualche progresso è stato fatto: “E’ scomparsa ad esempio la vituperata “ampolla” con fondo di morchia nera, oggi vedo l’olio servito in bottiglia – ha detto il giornalista. Devo dire però che alcune bottiglie, a giudicare dall’etichetta unta e poco leggibile, vengono continuamente rincalzate di olio, al punto da fungere da poco consone oliere in cui non è chiaro quale olio venga versato”!
Pochi i ristoratori che mettono l’olio al centro di un progetto di valorizzazione; in sala sono stati fatti due nomi, Aimo e Nadia e Massimiliano Alajmo ma l’elenco, a detta di Luigi Caricato, comunque comprende anche volonterosi che non necessariamente sono ristoratori stellati e dovrebbe arricchirsi. La valorizzazione, infatti, può essere fatta a qualsiasi livello. Tra gli aspetti da migliorare anche il “carrello degli oli”: “Spesso gli oli rappresentati non sono all’altezza, c’è un vuoto che va colmato” ha concluso l’ideatore di Olio Officina Food Festival.
E’ il caso di riprendere il tema e svilupparlo con una maggiore conapevolezza, coinvolgendo tuttle le professionalità coinvolte. E’ quanto del resto è già accaduto al festival, con il focus organizzato in sinergia con le riviste “Ristoranti”, “Bargiornale” e “GrossHoreca”. Presto delle interessanti novità.
La foto è di Alberto Martelli
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