Export, Ismea: l’estero importante valvola di sfogo
Segnale positivo per l'olio di oliva, seppure la crescita sia solo di un modesto 0,7%
roma – “le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari chiudono il primo trimestre di quest’anno con uno scatto in avanti dell’1,9% in valore, sintesi dell’incremento del 2,2% della componente industriale e del piu’ 0,6% della fase agricola”, rileva l’ismea sulla base di dati istat. dalle elaborazioni dell’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare si evince “un deciso cambio di passo per formaggi, salumi e frutta che segnano un aumento delle vendite oltrefrontiera rispettivamente del 7,9%, del 6,5% e del 7% sui primi tre mesi dello scorso anno”. “tra i formaggi – segnala l’istituto – tornano a crescere i grana con un piu’ 2,7%, dopo un biennio di sostanziale stabilita’ dei fatturati all’estero, mentre accelerano il gorgonzola (+7,9%) e il pecorino/fiore sardo (+27%). tra le preparazioni suine, invece, avanzano soprattutto prosciutti e speck, in crescita del 9%”. e’ “in linea con il dato 2013 – comunica l’ismea – la dinamica delle preparazioni ortofrutticole (+2,4%), mentre rallenta la marcia l’export vinicolo (+2,9%, contro il 7,4% di crescita registrato nel primo trimestre 2013), a causa di una generalizzata riduzione dei prezzi, seppure in un contesto ancora molto favorevole per gli spumanti”. “la pasta cede all’estero l’1,7% sempre in termini monetari, mentre gli ortaggi freschi arretrano del 3,5%”, prosegue l’istituto aggiungendo che “al contrario migliorano le vendite fuori confine dei comparti panetteria e biscotteria (+1,6%) e dei prodotti dolciari a base di cacao (+2,2%). bene anche l’olio di oliva, seppure in crescita solo di un modesto 0,7%”. “l’estero – informa l’ismea – resta un’importante valvola di sfogo per la produzione agroalimentare italiana, in una fase di prolungata contrazione degli acquisti alimentari sul mercato interno. il panel famiglie ismea-gfk/eurisko – conclude l’istituto – rivela nei primi cinque mesi di quest’anno una flessione della spesa in generi alimentari dell’1,4%, comunque nettamente piu’ attenuata rispetto al meno 3,1% del 2013, peggior dato da inizio millennio“.
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