Test di qualità per gli oli da olive
Lo chiedono i produttori statunitensi. Vogliono linee guida più severe per le importazioni. Lo si legge sul quotidiano "Los Angeles Times"
19 febbraio 2014 – (…). I produttori statunitensi di olio d’oliva chiedono che il governo ponga delle linee guida più severe sull’olio d’oliva importato, che costituisce il 97% del mercato. Sono arrivati ad avere delle degustazioni di olio d’oliva per i membri del Congresso. Ma la cosa non sembra funzionare. Il disegno di legge agricola recentemente approvato ha escluso una clausola che avrebbe consentito al governo di testare l’olio d’oliva nazionale e quello importato per garantirne la corretta etichettatura. La preoccupazione principale è che i produttori stranieri allunghino il loro olio extra vergine d’oliva con altri oli, continuando, tuttavia, a etichettarlo come extra vergine.
Il Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti classifica l’olio d’oliva, come “olio extra vergine d’oliva, o miscele di olio extra vergine d’oliva e olio d’oliva raffinato”. Un recente rapporto della U.S. International Trade Commission sostiene che gli standard internazionali restino spesso inapplicati, il che può consentire un’etichettatura non corretta. Il rapporto sottolinea le differenze esistenti tra gli standard adottati da ciascun paese, in materia di produzione, consumo e distribuzione.
Uno “standard nazionale di identità” imposto dal governo consentirebbe “un’azione statunitense più incisiva”, ha dichiarato Eryn Balch, vicepresidente esecutivo della North American Olive Oil Association. Quest’azione dovrebbe comprendere ingiunzioni e sequestri contro gli operatori senza scrupoli del mercato dell’olio d’oliva. L’American Olive Oil Producers Association prevede di continuare a fare pressione sul Dipartimento all’Agricoltura affinché disponga test di qualità obbligatori per tutti gli oli d’oliva.
[Jean Harris, quotidiano Losa Angeles Times, latimes.com (Stati Uniti) – a cura di Agra Press]
La foto d’apertura è di Luigi Caricato
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