Emergono dati positivi e incoraggianti circa i consumi d’olio in un Paese il cui mercato è in forte crescita. Dal sito Forbes Brasile la tendenza che emerge è chiara, il Brasile assieme a Russia, Cina, Stati Uniti e Canada sono terra di conquista per i produttori di olio da olive nel mondo. Ma ora il Brasile, ad oggi il terzo più grande importatore di olio di oliva è l’osservato speciale. La presenza di Jean-Louis Barjol, direttore esecutivo dell’Consiglio oleicolo Internazionale in Brasile ne è la comprova. Lo scopo: spingere e promuovere le nazioni produttrici di olio di oliva per conto dell’Unione Europea, Turchia, Siria , Libano e Israele e altri ancora.
Nel 2000 il Brasile consumava 40.000 tonnellate di olio di oliva oggi il consumo è cresciuto a 72.000 tonnellate e si presume che ad oggi ci sia un giro d’affari di circa 10 miliardi di euro, valore dal produttore al grossista, di conseguenza la vendita al dettaglio è molto superiore.
Il direttore del Coi Barjol afferma – dal sito di Forbes Brasile – che il mercato dell’olio di oliva in Brasile è in crescita per due motivi, il primo perche in questi anni è aumentato il potere d’acquisto dei singoli cittadini e il secondo perche si è sviluppata una consapevolezza sull’alimentazione di qualità superiore.
Ad oggi le marche portoghesi sono le più vendute, afferma Forbes.br, seguite dalle spagnole e le italiane con gli oli di alta gamma.
Per ciò che concerne l’Italia, l’olio Toscano “Manni”, assieme all’olio Pugliese “Antico Frantoio Muraglia”, vengono citati nel sito Forbes.br, senza risparmiarsi in elogi e sottolineando la presenza di quest’ultimo sull’e-commerce brasiliano “Rua do Alecrim” in un certo senso quasi consigliandolo direttamente all’acquisto.
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