Terra Nuda

Stefano Bollani, un musicista nella Hall of Fame di Casa Menotti

La cerimonia che si svolgerà sabato 13 luglio a Casa Menotti a Spoleto, lo vedrà come protagonista ricevendo il Premio Monini “Una Finestra sui Due Mondi” arrivato alla sua decima edizione

Olio Officina

Stefano Bollani, un musicista nella Hall of Fame di Casa Menotti

Forse il jazz non l’ha mai eseguito sotto le dita del suo “Maestro”, ma si sa che la musica è un linguaggio universale. Chissà ora se lo Steinway del 1956, appartenuto a Gian Carlo Menotti e restaurato nel 2017 da Fondazione Monini, sarà accarezzato anche dalle mani vulcaniche di un artista considerato una delle più grandi star della musica jazz italiana. Casa Menotti attende infatti Stefano Bollani per l’assegnazione del Premio Monini “Una Finestra sui Due Mondi”, categoria Big. Di sicuro sarebbe un bell’omaggio al fondatore del Festival dei Due Mondi che si è fatto spesso ispirare dal genere nei suoi soggiorni in USA.

Bollani è un artista perfetto per ricevere il prestigioso riconoscimento, perché un mondo solo non basta per contenere la vita e la carriera di un talento che non si può descrivere con un’unica definizione: musicista, compositore, scrittore, divulgatore…

Geniale improvvisatore, Bollani è uno dei maggiori artisti italiani riconosciuti e acclamati a livello internazionale che ha saputo offrire negli anni la sua arte a un pubblico sempre più vasto, traducendo la ricchezza delle note in un linguaggio comprensibile e portandolo a tutti anche in trasmissioni televisive di successo.

Un uomo di cultura e che fa la cultura come del resto chi l’ha preceduto per questa onorificenza. Primo musicista tra le star affermate che hanno potuto stringere il premio tra le mani, Bollani entrerà nella “Hall of Fame” di Casa Menotti, accanto a personalità come John Malkovich, Michail Baryšnikov, Willem Dafoe, Tim Robbins, Juliette Gréco, che prima di lui sono state ritratte mentre si affacciavano alla celebre finestra del Palazzo quattrocentesco dopo aver ritirato il Premio. Un’usanza, quella del saluto dal famoso davanzale, ripristinata nel 2010 da Monini in omaggio proprio al gesto iconico di Menotti, che era solito salutare il pubblico della kermesse dal suo palazzo affacciato su piazza Duomo.

Il Premio gli sarà conferito dalle mani di Maria Flora e Zefferino Monini: “E’ un grandissimo artista, dallo straordinario palmares, ma speriamo che apprezzi l’originalità del nostro Premio, il primo che gli consente di entrare in una galleria di ritratti di grandi della musica e dell’arte dedicata a un genio della musica come lui” dichiarano Maria Flora e Zefferino Monini”. “Chissà se saprà resistere al richiamo dello Steinway del Maestro qui custodito”.

Dieci anni del Premio “Una Finestra sui Due Mondi”

Il 2019 segna un anniversario importante per il Premio “Una Finestra sui Due Mondi”: la sua decima edizione. Fortemente voluto dalla famiglia Monini, il premio è stato infatti istituito nel 2010 dopo che la Fondazione Monini, presieduta da Maria Flora Monini, aveva acquistato la casa del Maestro Giancarlo Menotti, fondatore del Festival di Spoleto.

Proprio alla finestra di Casa Menotti il Maestro si affacciava per salutare il pubblico dei Due Mondi insieme ai grandi artisti ospiti del Festival.

La Fondazione Monini ha non solo recuperato la casa per realizzarvi un museo e un centro di documentazione sul Festival, ma ha anche voluto riportare in vita la tradizione di quel saluto, mai dimenticata della kermesse spoletina.

Così ogni anno vengono assegnati il Premio “Una Finestra sui Due Mondi” a un big del Festival e il Premio Speciale “Una Finestra sui Due Mondi” a una giovane leva pronta a trasformarsi in superstar: per tradizione i vincitori vengono ritratti, subito dopo la cerimonia di premiazione, alla finestra di Casa Menotti, immortalati da uno scatto fotografico.

Il primo vincitore di “Una Finestra sui Due Mondi” fu John Malkovich nel 2010. Da allora la statuetta, che raffigura in forma stilizzata proprio la finestra di Casa Menotti, è stata consegnata a superstar del calibro di Michail Baryšnikov, Willem Dafoe e Tim Robbins, a stelle della musica come il soprano slovacco Adriana Kučerová e la musa degli esistenzialisti Juliette Gréco, a grandi attrici del nostro cinema come Alba Rohrwacher. Ultima vincitrice in ordine di tempo, lo scorso anno, l’attrice Victoria Thierrée Chaplin, figlia del grande Charlie.

Biografia di Stefano Bollani

Inizia a studiare pianoforte a 6 anni ed esordisce professionalmente a 15. Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 – e una breve esperienza come turnista nel mondo del pop con Raf e Jovanotti fra gli altri – si afferma nel jazz, suonando su palchi come la Town Hall di New York, la Scala di Milano e Umbria Jazz. Fondamentale è la collaborazione, iniziata nel 1996 e mai interrotta, con Enrico Rava, al fianco del quale tiene centinaia di concerti e incide 13 dischi. I più recenti: Tati (2005), The Third Man (2007) e New York Days (2008). Nel corso della carriera collabora con musicisti come Pat Metheny, Gato Barbieri, Richard Galliano, Sol Gabetta, Phil Woods, Lee Konitz, Bill Frisell, Chico Buarque, Caetano Veloso e Chick Corea, con cui realizza il disco live Orvieto (2011).

Nel 1998, alla guida del gruppo L’Orchestra del Titanic, omaggia la musica italiana degli anni ’30 e ’40 con Abbassa la tua radio, disco-spettacolo a cui collaborano Peppe Servillo, Irene Grandi, Marco Parente, Barbara Casini, Roberto Gatto. Particolarmente fuori dai canoni risultano poi lavori come La gnosi delle fanfole, insieme al cantautore Massimo Altomare su testi di Fosco Maraini (1998), Cantata dei Pastori Immobili, Oratorio musicale per quattro voci, realizzato su testi di David Riondino (2004) e il disco di canzoni scandinave Gleda (2005). Come produttore artistico e arrangiatore lavora inoltre al disco di Bodo Rondelli Disperati intellettuali ubriaconi (2002), vincendo il premio Ciampi.

Tra il 2002 il 2006 incide quattro dischi per l’etichetta francese Label Bleu: Les Fleures Bleues, Smat Smat, Concertone e I Visionari. Il 2006 è anche l’anno di Piano Solo (disco dell’anno per «Musica Jazz»). Nel 2007 esce BollaniCarioca, disco realizzato insieme a grandissimi artisti brasiliani: a dicembre è il secondo musicista, dopo Antonio Carlos Jobim, a suonare un piano a coda in una favela di Rio de Janeiro. Sempre nel 2007 vince lo European Jazz Preis e viene inserito dalla rivista americana «Allaboutjazz» nell’elenco dei cinque migliori musicisti dell’anno insieme a Dave Brubeck, Ornette Coleman, Charles Mingus e Sonny Rollins. Tra le produzioni più recenti: Big Band (2013); Joy In Spite of Everything (2014); Sheik Yer Zappa (2014), live dedicato a Frank Zappa; Arrivano gli alieni (2015), in cui si cimenta per la prima volta come cantautore; Napoli Trip (2016), con Daniele Sepe, Manu Katché e Jan Bang

In ambito classico si esibisce come solista con orchestre sinfoniche (Gewandhaus di Lipsia, Concertgebouw di Amsterdam, Orchestre de Paris, Filarmonica della Scala di Milano, Santa Cecilia di Roma, Toronto Symphony Orchestra) al fianco di direttori come Zubin Mehta, Kristjan Järvi, Daniel Harding, Antonio Pappano e soprattutto Riccardo Chailly, con cui incide Rhapsody in Blue e Concerto in Fa di Gershwin in un cd (2010) che vince il Disco di Platino con più di 70.000 copie vendute. Seguono il Concerto in Sol di Maurice Ravel (2012) e nel 2013 un DVD live registrato alla Scala di Milano con il Concerto in Fa.

La sua voglia di sperimentazione sconfina nel mondo dell’editoria. Nel 2006, per Baldini Castoldi Dalai, pubblica il romanzo La sindrome di Brontolo, cui seguono Parliamo di musica (2013) e Il monello, il guru, l’alchimista e altre storie di musicisti (2015), entrambi editi da Mondadori. Come personaggio, con il nome di Paperefano Bolletta, compare sul settimanale Topolino, di cui è anche nominato Ambasciatore.

Per la radio è ideatore e conduttore, con David Riondino e Mirko Guerrini, della trasmissione Dottor Djembè (Radio Rai 3, 2006-2012), da cui nascono anche il libro Lo Zibaldone del Dottor Djembè (2008) e lo speciale tv Buonasera Dottor Djembè (Rai 3, 2010). Dal 2009 sue sono le sigle del palinsesto di Radio Rai 3.

A teatro collabora, tra gli altri, con Claudio Bisio, Maurizio Crozza, Giuseppe Battiston, Marco Baliani, la Banda Osiris, e scrive le musiche per tre spettacoli di Lella Costa (Alice, una meraviglia di paese, Amleto e Ragazze) e per l’Antigone di Cristina Pezzoli. Membro onorario del Collegio Italiano di Patafisica, è co-autore e attore nello spettacolo La Regina Dada, realizzato insieme a Valentina Cenni nel 2016.

In televisione è ospite fisso di Renzo Arbore nel programma Meno siamo meglio stiamo (Rai 1, 2005) e ideatore, autore e conduttore delle due edizioni di Sostiene Bollani (Rai 3, 2011 e 2013), con cui porta la musica jazz sul piccolo schermo. Il suo progetto più recente è L’importante è avere un piano (Rai 1, 2016): sette appuntamenti in seconda serata su Rai1 con ospiti, improvvisazioni e musica dal vivo.

Si ringrazia per la notizia Anita Lissona

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