Terra Nuda

Unione Italiana Vini e Olio Officina, convegno al Simei su olio e marketing

Olio Officina

Appuntamento il 15 novembre 2013. Cade di venerdi. E’ dalle ore 14,30 alle 17,30 presso la sala Ares del Centro Congressi Stella Polare, nei padiglioni di Fiera Milano a Rho, in occasione di Simei ed Enovitis.

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Il titolo del convegno voluto da Unione Italiana Vini e orgnaizzato con Olio Offiicna è “Fatti, non parole. Soluzioni concrete per ridare valore agli oli extra vergini di oliva”.

Restituire valore all’olio extra vergine di oliva: è questo l’impegno comune che chiama ormai in causa tutti gli attori della filiera. Il messaggio condiviso da ogni addetto al settore sta tutto ormai nell’obiettivo di superare la fase di crisi che imperversa da tempo.

I conti non tornano per nessuno. Gli olivicoltori e i frantoiani sono pesantemente afflitti da una remunerazione che stenta a volte a coprire i costi. Le stesse aziende di marca, pur vantando grandi fatturati, si scoprono giganti dai piedi d’argilla, per via di utili che nell’insieme si rivelano poco soddisfacenti.

Da un recente studio condotto sui bilanci delle principali venti aziende olearie, tutte di proprietà italiana, risulta paradossalmente che, nel complesso, su 100 euro di fatturato, il guadagno netto si riduce a soli 87 centesimi. C’è qualcosa che non va, è evidente; ma le aziende virtuose riescono comunque a imporsi con strategie che consentono loro di recuperare il valore perduto, spuntando condizioni di mercato migliori.

Sulla base degli esempi positivi, resta da chiedersi se esista una strategia commerciale in grado di restituire il valore perduto all’olio extra vergine di oliva, oltre che all’intera gamma degli oli di oliva. Finora ci sono stati solo momenti di denuncia e manifestazioni di smarrimento. Nessuno che abbia proposto soluzioni concrete, utili per tutti i soggetti coinvolti, nel tentativo di risolvere i gravi problemi del settore. Nessuno, allo stesso tempo, che si sia speso per superare il fenomeno delle continue promozioni in sottocosto praticate con troppa disinvoltura dalla grande distribuzione organizzata.

Mentre il valore degli oli in passato era di gran lunga più elevato e remunerativo, nonostante i livelli di qualità nettamente inferiori, oggi, pur con qualità che raggiungono in certi casi livelli d’eccellenza, il mercato non premia gli investimenti compiuti.
Ha senso continuare su questa strada? Che strategie si possono attuare per risolvere uno stato di crisi che perdura da troppo tempo?

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