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Come vede l’olio da olive uno studioso di chimica dei materiali?

Olio Officina

Già, una bella domanda. Nella passata edizione di Olio Officina Food Festival, Enzo Lo Scalzo ha discettato intorno alla storia dell’olio esaminando le pubblicazioni a stampa, i musei e il web. Ora, in attesa di conoscere il titolo del suo prossimo intervento, vi riportiamo la sua percezione emotiva intorno al frutto liquido dell’oliva

E’ un “ragazzino maturo” di 80 anni, così si definisce Enzo Lo Scalzo, studioso e autore in scienza e chimica dei materiali per professione, e studioso di gastronomia e scienza dell’alimentazione per puro piacere.

Laureato in Chimica Industriale, ha svolto e continua a rivestire un ruolo di primo piano nel campo della divulgazione scientifica e tecnologica della scienza dei materiali attraverso pubblicazioni su testate editoriali nazionali e internazionali e una lunga tradizione di rapporti con l’industria. Ha sviluppato esperienze personalmente in ricerca, ingegneria, processi di sintesi e trasformazione, marketing, strategia, ambiente e sicurezza nei segmenti dalla petrolchimica ai polimeri, resine fibre, gomme e compositi, chimica fine.

In ambito gastronomico ha fatto parte per trentanni della Accademia Italiana della Cucina per la quale dal 1985 ha fondato la delegazione di Milano Internazionale di cui è stato Delegato fino alla sua cessazione nel 2003.

Sensibile ai temi della sicurezza e della salute ha portato l’esperienza d’organizzazione e sviluppo della tematica propria dell’industria chimica anche nel dibattito ed attuazione del Libro Bianco dell’alimentazione dalla Comunità Europea.

Ex socio di Asa, l’Associazione Stampa Agroalimentare, scrive di gastronomia, della sua storia e ambiente su alcune testate e ha pubblicato libri e opere di cultura gastronomica fra cui Oryza (in due tomi), una ampia storia e antologia sul riso italiano protagonista a tavola, dall’epoca post imperiale romana al nuovo millennio.

Nella passata edizione Enzo Lo Scalzo ha affrontato un tema centrale, da cui non si può prescindere: la storia dell’olio attraverso le pubblicazioni a stampa, i musei e il web. Per il tema dell’edizione 2013 per ora c’è massimo riserbo, ma vi stupiremo ancora un’altra volta. L’olio da olive è una ricchezza inestimabile, c’è tantissimo ancora da raccontare e spiegare.

Ma cos’è l’olio da olive per Enzo Lo Scalzo?

L’OLIO, PER ME

L’olio è essenza che profuma nella culla, linfa che si staglia su insalate e galleggia come isole coralline nei brodi, sogno dalle morbide sfumature e di dolce energia per pensieri e carne, fuoco di sapori e eterni ricordi, giardino in cui ridiscendere come un Dio.

L’olio è amnio naturale dal genitore a cui l’uomo anela tornare, memore dell’imprinting. Lungo vie di terra, acque nascoste, vicine o lontane, allattano radici ed il sole riscalda i nervi contorti della pianta, ricreando labirinti d’ìmmagini di felicità e d’ansia.

L’olio è succo laminare di sostanza, condimento di vita dell’anima e del corpo che con misura sa alimentare, giorno e notte, l’eterna lucerna in lampi di luce e complicità d’ombre, dove dei ed uomini si scambiano passioni emotive nella presenza o assenza.

L’olio è infine mistero e mito, divino e pagano. E’ luce per l’intelletto e guanciale ed effusione per la vita. Come crisma dell’imprinting si adatta all’ambiente, all’età ed al carattere; dalla chimica originaria si presta al metabolismo in sangue, fino alla combustione definitiva.

Enzo Lo Scalzo



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