Festival

Tutto ruota intorno all’anima sociale dell’olio

Olio Officina

Non basta dire olio extra vergine di oliva. Occorre andare oltre le consuete abitudini di consumo, cambiando modalità di approccio all’olio che utilizziamo quotidianamente in cucina, sia a crudo come in cottura. Pur se impiegato di frequente, e in gran quantità, non tutti sono in grado di fruirne in maniera corretta e adeguata. In un grande happening ideato e diretto dall’oleologo Luigi Caricato, una tre giorni di idee e nuove interpretazioni, con filo conduttore il sociale

L’appuntamento con la celebrazione degli oli da olive, oltre che con tutto il variegato mondo dei condimenti, è fissato a Milano nei giorni 23, 24 e 25 gennaio 2014. La sede sarà ancora una volta il palazzo delle Stelline, nelle cui sale e nei chiostri si svolgeranno in contemporanea diversi incontri d’autore, tra momenti dedicati all’oleologia, alla cucina, alle scienze della nutrizione, ma anche all’analisi sensoriale degli oli e ai criteri di applicazione degli oli al cibo, senza escludere sedute di assaggio guidate, spazi ludici e didattici dedicati ai bambini, come pure momenti collettivi riservati alle scienze alternative destinate a delineare una visione olistica della vita, aprendo anche a un salotto culturale in cui vengono ospitati e accolti narratori e saggisti, poeti e artisti, antropologi e psicologi, paesaggisti e storici dei territori e della ruralità, il tutto sotto il tema comune dell’olio da olive e con filo conduttore il sociale.

Giunto alla terza edizione, l’appuntamento ideato e diretto dall’oleologo e scrittore Luigi Caricato rappresenta un vero e proprio happening di quelli mai concepiti finora con una simile ampiezza e profondità di sguardo, incentrato com’è tutto intorno a una materia prima alimentare così poco celebrata, come sono appunto, in genere, i condimenti. E così, dopo il grande interesse e succeso di pubblico riscontrato nelle due edizioni precedenti, il tema portante della terza edizione, incentrato sull’anima sociale dell’olio e del cibo, avrà all’inaugurarazione, quale figura di riferimento non un cuoco ma un uomo di cultura e grande spiritualità, padre Enzo Bianchi, il priore della Comunità di Bose, raffinato cuoco anch’egli, seppure in una dimensione strettamente privata e personale, nell’ambito della sua comunità, ma anche indirettamente produttore d’olio a Ostuni, in Puglia, a San Masseo ad Assisi, in Umbria, e a Pieve di Cellole, in Toscana. Oltre a padre Bianchi vi saranno, nella tre giorni milanese, tante altre personalità, illustri e meno conosciute, in ogni caso di grande spessore e novità.

L’immagine simbolo che raffigura la cartolina dell’edizione 2014 di Olio Officina Food Festival, è anche quest’anno realizzata da Angelo Ruta, e rappresenta la mano che dona e che prende, in un’ottica di mutuo soccorso e solidarietà, nel buon proposito di coltivare il sentimento della condivisione e della fraternità. C’è grande curiosità intorno agli chef che interverranno, ma anche rispetto alle proposte che saranno presentate ufficialmente a metà gennaio.

“Il mercato dell’olio da olive in Italia è ormai maturo – spiega Luigi Caricato – e ha bisogno di nuovi stimoli e curiosità. Non basta il consumo, è necessaria una spinta culturale che avvicini sempre più l’olio al consumatore, rendendolo fruibile in modo diverso rispetto al passato”. L’obiettivo, in un contesto così problematico come quello attuale, è di venire incontro alle necessità scaturite dalla crisi economica, rendendo l’olio democratico e di conseguenza disponibile a tutti, ma senza con questo rinunciare a mantenere alto il valore e la qualità delle produzioni”. Per raggiungere lo scopo, è necessario ripensare il prodotto stesso, imparando a formularlo in maniera diversa rispetto al passato, a beneficio di chi lo utilizza senza essere in grado di farlo correttamente. Luigi Caricato, il direttore di Olio Officina Food Festival, lo ammette: “Spesso e volentieri non tutti, pur impiegando di frequente, e in gran quantità, gli oli da olive in cucina, sanno fruire dell’olio extra vergine di oliva con una adeguata competenza. E’ un motivo in più per comprendere che la strada da seguire non è l’uso indistinto degli oli da olive, ma l’applicazione pratica dell’olio in cucina, condotta attraverso l’acquisizione di un sapere che finora è mancato in cucina anche a livello professionale”.

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