Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Luce, tempo e ritmo una misura per la Poesia   

Per completare l’excursus sul progetto Poiesis Poesia Musica Teatro – ricordiamo l’articolo dedicato al Presidio Poetico apparso in «Corso Italia 7» il 23 maggio, le interviste agli attori Lorena Nocera e Luciano Pagetti, pubblicate rispettivamente l’8 maggio e il 5 giugno, e l’intervista ai musicisti coinvolti pubblicata il 17 luglio –, abbiamo rivolto alcune domande al presidente del Presidio Poetico, Gianluigi Lisetti, sull’utilizzo delle luci di scena, componente certamente non secondaria in una buona rappresentazione

Giovanni T. Sillari

Luce, tempo e ritmo una misura per la Poesia   

Come sono state pensate e realizzate le luci di scena per le rappresentazioni di Poiesis?

Diciamo innanzitutto che le luci – così come le riprese e il montaggio video delle messe in scena, che per noi sono parte importante del progetto – sono state curate direttamente da componenti dell’Associazione (Presidio Poetico aps, N.d.R.) in particolare dal sottoscritto e da Ambrogio Visigalli, il nostro fotografo e videomaker.
Le luci sono state usate in modo essenziale, evidenziando o lasciando in ombra, totale o parziale a seconda delle situazioni, le istanze attive nei vari momenti: interprete e musicisti, soli o in varie combinazioni; obbiettivo primario dare man mano rilievo, senza “sporcare” l’azione o distrarre dalla declamazione, alle varie componenti in gioco in quel momento; ma anche tenere conto di quello che verrà dopo, perché le luci oltre a dare rilievo, scontornare, creare atmosfera eccetera, devono cercare di contribuire al ritmo dell’azione scenica, esserne parte attiva.

Queste scelte di ragionata sobrietà e di “autarchia” sono determinanti? 

No, non si tratta di decisioni inappellabili: Poiesis vuole essere un progetto in divenire, aperto in tutte le sue componenti a ulteriori affinamenti e ripensamenti. Perciò questi lavori sono anche aperti, dove ci fossero le strutture e le dotazioni tecniche adatte a una regia luci più articolata e complessa, quindi a un contributo creativo di un eventuale designer/tecnico luci; sempre però tenendo presenti alcune linee guida.

Interno del Teatro Nebiolo. Foto d’archivio

Quali sono allora queste linee guida? 

Non si tratta tanto di indicazioni tecniche, quanto di una modalità di approccio al lavoro da fare.
Chi volesse progettare le luci per questi lavori dovrebbe innanzitutto leggere e interiorizzare il più possibile i testi poetici, poi come questi verranno interpretati, teatralizzati meglio, e le musiche di scena, anche utilizzando le registrazioni video esistenti che divengono uno strumento di lavoro. In base a questo, oltre che ovviamente alla scansione drammaturgica ricavabile dal copione, può individuare delle soluzioni che dovranno poi necessariamente essere verificate, durante le prove, con l’interprete-regista e con i musicisti. Le scansioni temporali delle luci si devono inserire nel ritmo generale dell’opera, devono concorrere ad una ulteriore stratificazione di senso, a una convergenza “polifonica” delle parti: ossia devono essere uno degli elementi formativi dell’opera stessa.
Un approccio, quindi, corale e sfaccettato, in cui ogni individualità, senza annullarsi, fornisce il suo contributo per “fare opera”, per ottenere il miglior risultato possibile.

Quindi le registrazioni video delle prime rappresentazioni, cui accennava all’inizio, divengono uno strumento di lavoro?

Anche. Da alcuni anni realizziamo registrazioni video delle nostre iniziative, allo scopo sia di avere una documentazione d’archivio sia di condividerle, integralmente o parzialmente, sul canale video del Presidio Poetico ed ampliarne la fruizione. Nel caso del progetto Poiesis, alle ragioni precedenti si aggiungono la possibilità di realizzare serate di proiezione dei tre lavori in biblioteche, centri culturali e simili ma anche, come si è accennato, di utilizzare i video come uno strumento di lavoro, in future rappresentazioni, sia per l’ipotetico light designer sia per gli stessi interpreti, per ripensare il proprio ruolo ed evolvere.

Articoli di riferimento:

Per un inquadramento del Presidio Poetico e del progetto Poiesis, si legga l’articolo Un nuovo progetto di teatro sperimentale in «Corso Italia 7»

Inoltre, sempre in «Corso Italia 7»:

l’intervista di Alessio Riva a Lorena Nocera  cliccando QUI

l’intervista di Giovanni T. Sillari a Luciano Pagetti  cliccando QUI 

l’intervista di Giovanni T. Sillari ai musicisti coinvolti nel progetto cliccando QUI

 

In apertura, prova puntamento fari. Foto di Ambrogio Visigalli

Giovanni T. Sillari

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