Codice Oleario

Come sarà l’olivagione 2024? Le previsioni a partire dalla fioritura

Sappiamo bene tutti quanto sia prematuro immaginare oggi, a distanza di mesi, l’andamento della prossima campagna olearia. Ogni valutazione odierna è aleatoria, ma ascoltando i protagonisti della filiera olivicola prevale ovunque l’ottimismo. Tutto sembrerebbe sotto controllo. Si spera soltanto nella clemenza del clima

Olio Officina

Come sarà l’olivagione 2024? Le previsioni a partire dalla fioritura

Per l’Associazione Granari di Milano si è svolta nella giornata di martedì 21 maggio un incontro per capire l’andamento delle fasi fenologiche dell’olivo. La fioritura, si sa, è già un buon segnale. Molti di questi fiori non si trasformeranno in olive, ma la presenza di tanti fiori suscita in ogni caso una buona premessa per l’andamento del futuro raccolto.

PUGLIA

Giovanni Melcarne, agronomo, presidente del Consorzio di tutela Dop Terra d’Otranto: La prossima olivagione per il Salento dovrebbe essere il primo anno produttivo dopo i primi reimpianti. Ovviamente si parla sempre di quantità molto ridotte rispetto alle produzioni del passato, ma per il primo anno saranno comunque significative. La fioritura è stata eccezionale. Per l’allegagione bisogna aspettare ancora un po’, per capire. Il clima non è stato perfetto: durante la fioritura c’è stata pioggia e temperature notturne troppo basse. Saranno circa 4 mila ettari i nuovi impianti, ma è una stima che va presa con beneficio d’inventario.  I dati della Regione Puglia, di più di un anno fa, parlavano di circa 3 mila ettari. Altri mille ettari comunque dovrebbero esserci, in attesa di dati aggiornati.

Fernando Primiceri, imprenditore oleario, Pimoljo: Il Salento si riprende con gli impianti della nuova cultivar Favolosa. Si prevede una annata di carica. Gli alberi sono in salute e si preparano all’invaiatura.

Nicola Ruggiero, presidente di Oliveti d’Italia: La prossima campagna si assesta, ad oggi, sul 35/40% della campagna scorsa. C’è una situazione molto eterogenea. Gli oliveti raccolti nel mese di gennaio e febbraio hanno pochissimi frutti. Quelli raccolti prima, e soprattutto quelli in asciutto, hanno avuto una buona fioritura. Il clima asciutto e ventilato ha assicurato un’ottima allegagione, superiore alla media, ma per avere certezza di queste previsioni bisogna aspettare i primi di giugno, quando si potrà capire se e quanti frutti cascoleranno a causa della forte siccità che ha colpito diverse aree di produzione.

Giovanni Trombetta, imprenditore oleario: La fioritura è bellissima, la pioggia c’è stata e l’olivagione promette bene.

CALABRIA

Lina Pecora, agronoma: Per un quadro complessivo nelle zone del Cosentino, lo stato fitosanitario degli olivi è tendenzialmente discreto, con presenza moderata, nei mesi di febbraio-marzo, di infezioni da occhio di pavone, sia sulla fascia ionica, sia nella zona esaro (fiume)-tarsia. Attualmente si riscontra un inizio di presenza di tignola, ma non eccessiva. Relativamente alla fioritura, si passa da impianti dall’elevata percentuale di fiori a impianti con fioritura normale. La presenza di drupa riscontrata solo nelle zone costiere con impianti irrigui e percentuali medio alte. La gestione è stata condotta con suggerimento di utilizzo di prodotto rameico per l’occhio di pavone, il bacillus per la tignola e il boro combinato con un Biostimolante per l’allegagione.

SICILIA

Accursio Alagna, amministratore delegato Cooperativa Goccia d’Oro: Nocellara del Belice, Cerasuola e Biancolilla nelle zone di costa hanno già terminato la fioritura, abbondante. Le zone di fondo valle, più interne, hanno patito le nebbie a cavallo tra fine aprile e primi di maggio. Un po’ di occhio di pavone si intravede, ma è meno severo rispetto allo scorso anno. Si spera solo che la siccità non sia troppo severa, al punto da peggiorare tutto. La pioggia di maggio è stata un toccasana.

SARDEGNA

Giandomenico Scanu, oleologo: Lo stato di salute dell’olivicoltura sarda è abbastanza buono da quando sono state create quattro OP. La maggior parte dei produttori ha aderito alle organizzazioni dei produttori. Oltre a qualche incentivo, c’è anche una maggiore attenzione nella gestione dell’oliveto.  Sono da segnalare comunque aree ancora in stato di abbandono, ma per fortuna sono poche, là dove l’intervento dell’uomo è minimo o assente. L’olivicoltura sarda è distribuita un po’ a macchia di leopardo su 24 mila km quadrati di superfice dell’intera regione con 40 mila Ha coltivati a olivo e una produzione di olio tra 40 mila e 80 mila q.li, a seconda dell’annata. Ci sono aree con maggiore concentrazione dove la coltivazione è gestita in maniera razionale, come quella del Nord-Ovest della Sardegna, nel triangolo Sassari-Alghero-Ittiri, area che da sola copre il 50% della produzione totale. Altre aree importanti, ma più piccole, nel nuorese, nella zona attorno a Oristano e nel Sud, nei territori intorno Villacidro e Dolianova. Per adesso la fioritura è andata bene. Si prevede anche una buona allegagione. Le piogge questa volta sembrano essere arrivate al momento giusto, prima della fioritura e assenti durante l’apertura dei fiori per non compromettere l’impollinazione. Per sapere come andrà la produzione bisognerà aspettare l’altra fase critica della pianta, ai primi di luglio, con l’indurimento del nocciolo, poi si vedrà.

LAZIO

Arturo Archibusacci, imprenditore olivicolo-oleario, Frantoio Archibusacci: La zona di Canino si presenta con una ottima fioritura, considerando che lo scorso anno il raccolto era stato inferiore di oltre il 50%. Si prevede oltre l’80% del massimale di produzione, che si attesta intorno ai 150 mila qli di olive con circa 18 mila qli di olio. Le aspettative sono buone, le varietà più precoci già fioriscono e si assisterà fra un po’ di giorni l’allegagione. Il viterbese si presenta tutto su questi livelli. Nella zona di Canino inizierà anche un po’ di raccolto su impianti super intensivi con cultivar sia italiane, sia spagnole, in particolare la Lecciana. Staremo a vedere.

MARCHE

Gabriella Gabrielloni, imprenditrice olearia: La fioritura è meravigliosa ed è appena iniziata. Si spera vada bene l’allegagione.

UMBRIA

Angela Canale, agronomo: Ci lasciamo alle spalle un 2023 poco generoso per gli oliveti umbri. Un maggio estremamente piovoso durante la fioritura aveva impedito al polline di volare da un fiore all’altro. Le varietà presenti per lo più autosterili e solo parzialmente autofertili hanno bisogno di incrocio per produrre frutti e le piogge impediscono questo processo.  La perseveranza degli olivicoltori, nonostante gli scarsi risultati, è stata tale da continuare con una gestione attenta e razionale sotto il profilo agronomico. Un provvidente intervento delle politiche regionali ha favorito la ristrutturazione e l’ammodernamento degli oliveti, incoraggiando tantissimi olivicoltori a recuperare e riattivare il settore. Da circa un mese in Umbria è iniziata la fase di mignolatura. Soltanto in questi giorni i primi fiori si stanno schiudendo. Ovunque si osservano abbondanti fioriture su tutte le varietà, tipiche delle annate eccezionali. Le condizioni climatiche della prossima settimana saranno fondamentali per una buona allegagione. È prevista tuttavia una settimana piovosa, che speriamo lo sia solo in parte.

TOSCANA

Aleandro Ottanelli, oleologo, Università di Firenze: In questi giorni si stanno freneticamente controllando le fioriture. Gli olivi si presentano in condizioni ideali. C’è abbondante mignololatura ovunque. Mancano pochi giorni alla fioritura e si incrociano le dita. Si deve ancora attendere fine mese per comprendere lo stato dell’allegagione.

Roberta Maccioni, imprenditrice olearia: La fioritura è abbondante, gli alberi sembrano mimose, tuttavia il clima fresco e parecchio umido può ridurre l’allegagione con ulteriori conseguenze per la produzione. La mosca delle olive ha dimezzato la produzione dell’annata 2023, per cui ci si augura che la prossima campagna sia abbondante. Anche quest’anno dovremo monitorare l’andamento della stagione consultando il bollettino fitosanitario e attraverso il monitoraggio direttamente in campo con trappole di feromoni da maggio a settembre.  Ci vorrebbe alta temperatura e bassa umidità per provocare la mortalità naturale delle uova e delle larve. Purtroppo, fino ad ora la temperatura tende al basso e l’umidità è alta, perché piove di continuo. Questo cambio climatico in tre anni ha portato una tromba d’aria, una inondazione a novembre con ingenti danni. Nella zona di Grosseto e Massa lo scorso anno hanno avuto un attacco da un coleottero che provoca la ringhite dell’olivo. Dal momento che attualmente non esistono prodotti sanitari registrati per questo insetto, le difficoltà sono state ancora più importanti.

VENETO

Francesca Salvagno, imprenditrice olearia, Frantoio Salvagno: Fioritura rigogliosa in Valpolicella. Per l’allegagione occorre attendere ancora una settimana, ma vista la scarsità produttiva degli ultimi tre anni, per le colline veronesi si prospetta una olivagione molto buona.

Maria Viola Benedini, agronoma, responsabile tecnico Consorzio olio Dop Garda: È ancora presto per fare previsioni, attualmente gli olivi non ancora fioriti, ma sono presenti le infiorescenze che sembrano sane e abbondanti. Si spera in una settimana di sole in modo che potranno fiorire e poi si spera non vi sia troppo caldo o forti piogge durante la fioritura in modo da agevolare l’impollinazione.

LOMBARDIA

Andrea Bertazzi, imprenditore vitivinicolo e olivicolo-oleario, vicepresidente Consorzio olio Dop Garda: La fioritura sembrerebbe buona, sta poi al tempo che farà. Si spera non piova in fioritura o che faccia caldo in modo esagerato da far seccare i fiori. Nell’area bresciana vi sono problemi di euzofira, soprattutto per la varietà di Casaliva, più soggetta a rogna, con piante che hanno preso più volte la grandine. C’è molta preoccupazione.

PIEMONTE

Antonino De Maria, agronomo e oleologo: La stagione è difficile ma si è fiduciosi. Risulta essere in ritardo di almeno 10 giorni. Tutta questa acqua di sicuro favorirà attacchi funginei, ma per fortuna l’olivo è una pianta molto resistente, soprattutto le piante giovani e ben gestite.

In Piemonte l’olivo fiorisce mediamente la prima settimana di giugno, molto più tardi di altre regioni. Se il sole decidesse di tornare potrà essere una buona campagna. Vi sono danni da freddo, anche se di freddo ce ne stato poco questo inverno. In alcune aziende gli agricoltori, presi dai primi caldi di febbraio, hanno anticipato la potatura e trovandosi coi primi freddi di aprile in piena vegetazione, si sono trovati spiazzati, ma l’errore si può risolvere con una adeguata concimazione.

In apertura, fioritura olivi, foto Gabrielloni

TAG:

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia