Olio Officina Festival

La complessa situazione del mercato internazionale dell’olio secondo Jaime Lillo

Giovedì 29 febbraio, in occasione dell’apertura di Olio Officina Festival 2024, il direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale si è soffermato sulle dinamiche attuali affrontate dal settore, facendo luce su alcuni aspetti cruciali che caratterizzano questo delicato momento. Il grande happening si è tradotto anche nell’occasione per consegnare a questa importante figura il premio Olio Officina - Cultura dell’Olio

Massimiliano Bordignon

La complessa situazione del mercato internazionale dell’olio secondo Jaime Lillo

Per la prima volta – spiega Jaime Lillo nell’ambito della tredicesima edizione di Olio Officina Festival – da quando si è iniziato a raccogliere i dati per monitorare l’andamento delle olivagioni, abbiamo assistito a due campagne olearie brevi, in termini di durata, e anche scarse, per quanto concerne la resa, conseguenze entrambe del cambiamento climatico e dell’aumento delle temperature soprattutto nella stagione della fioritura e della siccità nei Paesi del bacino del Mediterraneo.

“Questo momento  – prosegue Lillo – è coinciso con un’alta domanda di olio da olive, in particolare di extra vergine, soprattutto da Paesi come Usa, Canada, Brasile, Australia. Questa situazione di bassa produzione e alta domanda ha portato inevitabilmente a innalzare i prezzi dell’olio Evo, rappresentando di fatto una sfida per tutti gli attori del settore, compresi i consumatori stessi”.

Che tipo di relazione c’è tra i produttori di olio italiani e i i produttori di olio spagnolo?

Ovviamente c’è concorrenza tra Italia e Spagna, ma in questo momento ciò che è importante è che entrambi i Paesi aumentino la loro produzione, e questo è possibile data l’esperienza e la grande capacità di esportazione.

Credo che questa rivalità sia positiva, e ci conduca a progredire nel settore, soprattutto nel campo nelle esportazioni internazionali.

Come si può ovviare a questa difficile campagna olivicola?

Purtroppo, non c’è una risposta facile e immediata, si articola toccando più aspetti.

L’olivo è una pianta con una grande capacità di adattamento al clima mediterraneo, ed è necessario guardare alle diverse varietà, alle risorse genetiche, a come si adattano ai diversi regimi di temperatura, alle pratiche di coltivazione dell’olivo, alla gestione del suolo, alla potatura e, cosa molto importante, alla gestione dell’acqua di irrigazione.

Questo è ciò che può facilitare l’adattamento dell’olivicoltura e contribuire così alla soluzione del cambiamento climatico. E non va assolutamente dimenticato che l’olivo è una pianta capace di proteggere il pianeta, catturando CO2 e fissando i gas in modo permanente in quella che viene chiamata carbon farming.

In apertura, foto di Olio Officina©

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