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Otto obiettivi per una strategia di controllo della Xylella

BeXyl è l’ultimo progetto dell’Istituto di agricoltura sostenibile e nasce con uno scopo ben preciso: monitorare l’evoluzione nel campo di una delle più grandi minacce per il settore olivicolo. Con la partecipazione di trentuno istituzioni di quattordici Paesi, verranno integrate le migliori conoscenze scientifiche e tecniche disponibili al fine di migliorare le capacità di prevenire, rilevare e monitorare i nuovi focolai di questo agente patogeno che possono verificarsi in Europa

Olio Officina

Otto obiettivi per una strategia di controllo della Xylella

La ricercatrice dell’Istituto di agricoltura sostenibile (Ias-Csic) Blanca B. Landa sarà la coordinatrice del progetto BeXyl, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione nel campo del batterio Xylella fastidiosa, la più grande minaccia emergente per l’agricoltura nell’Unione europea e nel Bacino del Mediterraneo.

Per quattro anni, un team internazionale cercherà di prevenire e mitigare i danni economici, sociali e ambientali generati da questo batterio fitopatogeno, e aiuterà i settori agricolo, forestale e vivaistico a rimanere produttivi e sostenibili a lungo termine.

L’iniziativa, finanziata con 6,7 milioni di euro dalla Research Executive Agency dell’Unione Europea, prevede la partecipazione di trentuno istituzioni di quattordici paesi.

I membri includono quattro Paesi del continente americano, dove il batterio è endemico, e tre Paesi europei, dove questo agente patogeno è presente, Spagna, Francia e Italia. Inoltre, il Regno Unito e l’Australia partecipano come entità associate con il proprio finanziamento di 300.000 euro.

Lo scorso ottobre, il progetto è stato lanciato in occasione di un evento che ha riunito più di cento ricercatori provenienti da dieci Paesi diversi nella città di Cordoba, dove ha sede lo Ias-Csic.

Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti delle Direzioni generali dell’Ue per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale e per la Salute e la sicurezza alimentare, nonché i rappresentanti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa, e del Ministero spagnolo dell’Agricoltura.

La presentazione ha incluso anche una visita sul campo a un vivaio di olivi certificato e a un’azienda agricola di aranci, olivi e mandorli.

Il batterio Xylella fastidiosa è trasmesso da insetti vettori e ostruisce i vasi che trasportano la linfa degli alberi, causando sintomi corrispondenti alla mancanza d’acqua, alla mancanza di nutrienti, alla morte dei rami e persino alla morte dell’intero albero.

“Questo batterio è la più grande minaccia emergente per l’agricoltura dei Paesi dell’Unione Europea e del bacino del Mediterraneo. Ha un enorme potenziale patogeno, in quanto infetta e causa gravi malattie in diverse colture agricole di grande importanza economica come l’olivo, la vite e il mandorlo, oltre a colpire diverse specie selvatiche e forestali”, spiega Landa.

In questo contesto, BeXyl integra le migliori conoscenze scientifiche e tecniche disponibili per migliorare le capacità di prevenire, individuare e monitorare nuovi focolai di Xylella fastidiosa che potrebbero verificarsi in Europa.

Ancora più importante è la possibilità di sviluppare misure specifiche per l’attuazione di nuovi approcci di gestione integrata delle malattie, Idm, principalmente con mezzi biologici, nelle aree europee in cui si stanno verificando focolai del batterio.

Inoltre, il progetto contribuirà all’attuazione di nuove politiche fitosanitarie rilevanti per l’Ue e gli altri Paesi partner.

Per raggiungere questo obiettivo generale, BeXyl si è basato sulle conoscenze generate dal progetto H2020 XF-Actors, dalla piattaforma tematica interdisciplinare Sol-Xyl del Csic e da altri progetti nazionali e internazionali.

In questo modo, mira a rafforzare la rete di ricerca dell’Ue che si occupa dei focolai di Xylella fastidiosa per garantire il miglior uso e sfruttamento dei risultati di ricerca ottenuti finora.

A tal fine, BeXyl ha stabilito otto obiettivi specifici che risponderanno alle sfide indicate nel bando.

Si tratta di questioni come lo sviluppo di nuove conoscenze scientifiche per capire come si evolvono le epidemie causate da questo batterio nel clima attuale e negli scenari di cambiamento climatico; lo sviluppo di strumenti per il monitoraggio e il rilevamento precoce del batterio e dei suoi vettori (tra cui il telerilevamento, i satelliti, il fiuto dei cani e altri); l’implementazione di strumenti di controllo biologico per controllare il batterio (comunità microbiche sintetiche, estratti naturali, fagi batterici, ecc.); oppure l’identificazione e lo sviluppo di nuove varietà resistenti delle principali colture colpite (olivo, vite e mandorlo).

 

In apertura, foto di Olio Officina©

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