Codice Oleario

È giusto fare una campagna di comunicazione destinata al consumatore con campioni di oli difettati?

Avevamo criticato una iniziativa congiunta di Assoproli e Oliveti d’Italia, bocciando l’idea stessa di un kit di assaggio contenente oli con i principali difetti. Ci ha risposto il presidente di Assoproli Pasquale Mastrandrea: “non sarà una iniziativa singola, proseguiremo nei prossimi mesi questa campagna di educazione e sensibilizzazione”

Olio Officina

È giusto fare una campagna di comunicazione destinata al consumatore con campioni di oli difettati?

Lo scorso 6 aprile avevamo pubblicato un articolo.

C’è chi si inventa il kit salva olio pur di scuotere i consumatori

Alle nostre osservazioni ha risposto il presidente di Assoproli Pasquale Mastrandrea.

OSSERVAZIONI PRESIDENTE ASSOPROLI

Caro Direttore,

la ringrazio per l’attenzione riservata alla nostra iniziativa del kit e alle osservazioni del suo editoriale di qualche giorno fa.

Riteniamo che il suo punto di vista, per quanto in parte critico verso le modalità con cui abbiamo impostato l’iniziativa, parta dallo stesso presupposto che ha mosso la nostra azione: l’amore verso l’olio extra vergine d’oliva di qualità, eccellenza del nostro Paese, mai fin troppo valorizzata per colpe davvero di tutti.

La scelta di promuovere un kit, benché lontana dai classici canoni di assaggio, è nata da numerosissime richieste dei nostri clienti consumatori di avere uno strumento semplice, concreto, alla portata di tutti, per provare a capire cos’è e com’è un olio extra vergine d’oliva di qualità e quali sono i principali difetti.

Uno strumento per riconoscere facilmente quali sono, innanzitutto, le caratteristiche organolettiche principali di un olio di qualità, come l’amaro, il piccante, il fruttato, etc.

Può sembrare scontato per noi addetti ai lavori, ma come lei anche ben sa perché studia e approfondisce i numeri con grande dovizia di particolari, la stragrande maggioranza dei consumatori, in particolar modo quelli che acquistano olio nei supermercati, ma anche gli altri, spesso consumatori abituali (a loro insaputa) di oli difettati, confondono pregi come l’amaro e piccante per difetti o acidità…

Quindi abbiamo pensato di inserire nel kit un olio con queste caratteristiche, e tre oli con i difetti tipici degli oli extra vergine d’oliva, o presunti tali, che molto spesso vediamo e compriamo a scaffale o anche da alcuni produttori o frantoiani improvvisati.

È innegabile, almeno per noi, che la qualità media generale del prodotto si sia abbassata un po’ ovunque, e abbiamo pensato di lanciare un sasso nello stagno per provare a fermare questa discesa valoriale, gustativa, sensoriale.

Quando parliamo, quindi, di frodi, contraffazioni, adulterazioni, difetti, parliamo a 360^ senza colpevolizzare nessuno, ma parlando a tutti, perché molti pezzi della filiera hanno un pizzico di responsabilità nello svilimento e nella banalizzazione del nostro prodotto.

Tutti, compreso un pezzo del mondo della produzione, che per troppi anni ha pensato in maniera presuntuosa di saper fare senza aprirsi all’innovazione e senza guardare a quei numeri che dicevano dove andava il mercato, dove guardavano i consumatori, e cosa serviva per convincere gli stessi a scegliere realmente il prodotto italiano vero, buono, di qualità.

Fare educazione è uno sforzo difficile e rimuovere incrostazioni spesso radicate nella mente dei consumatori richiede impegno costante e tempo.

Crediamo che questo kit sia solo un pezzo di un nuovo e rinnovato percorso per dare a molti la possibilità di conoscere facilmente un prodotto di qualità.

Condividiamo con lei l’assoluta necessità di stimolare l’opinione pubblica, gli addetti ai lavori e i consumatori su una comunicazione positiva e riteniamo che questa promozione della qualità portata avanti col kit possa annoverarsi tra queste.

Le anticipo che non sarà una iniziativa singola, proseguiremo nei prossimi mesi questa campagna di educazione e sensibilizzazione, e siamo aperti a qualsiasi contributo per poter raggiungere lo scopo nostro, suo e di tutti quelli che vogliono bene a questo prodotto: far conoscere realmente l’olio extra vergine d’oliva di qualità.

Siamo certi che iniziative come questa, insieme alle altre innumerevoli attività che in Italia in molti realizzano quotidianamente per la promozione e la tutela dell’olio di qualità, non possano che contribuire a soddisfare l’esigenza avvertita dai consumatori di essere sempre più informati per scegliere in maniera consapevole.

E siamo altrettanto convinti che non ci sia un’azione più meritevole di altre, ma che sia fondamentale che tutte le attività siano realizzate con onestà d’intenti, senza interessi nascosti, e avendo a cuore un solo interesse: LA NOSTRA OLIVICOLTURA DI QUALITÀ.

Pasquale Mastrandrea

Presidente Assoproli

LA NOSTRA RISPOSTA

Gentilissimo presidente Mastrandrea,

grazie per questa sua lettera, che pubblico molto volentieri.

Quanto si legge nell’articolo mi sembra chiaro e non lascia certo spazio a equivoci.

È stata criticata non l’idea del kit di assaggio in sé, in quanto tale ammirevole, ma la scelta di inserirvi i classici difetti di un olio.

Sono per natura liberale e ritengo che ciascuno sia libero di agire come meglio crede sia più opportuno ed efficace. Appartengo tuttavia alla scuola di pensiero di un grande personaggio del passato, Giovanni Presta (Gallipoli, 24 giugno 1720 – Gallipoli, 18 agosto 1797), tuttora attuale e più contemporaneo dei contemporanei.

Presta pubblicò tre importanti opere, tra cui segnalo Memoria su i saggi diversi di olio e su della ragia di ulivo della penisola salentina messi come in offerta a Sua Maestà Imperiale Caterina II, la Pallade delle Russie, del 1786.

Ebbe la brillante idea di inviare all’Imperatrice una confezione in legno d’olivo contenente delle boccette d’olio rappresentative delle varie cultivar e da lui stesso fatte produrre. Ovviamente si trattava di oli di alta qualità, per quel che le tecniche dell’epoca consentivano, il tutto accompagnato da una lettera dedicatoria datata 25 aprile 1786.

Con questo aneddoto, le porto a conoscenza un chiaro esempio di marketing ante litteram, davvero illuminante.

Giovanni Presta nella sua lettera pregava tra l’altro l’imperatrice di diffondere i contenuti del suo libro, in modo da far conoscere il prodotto olio da olive nelle sue peculiarità e qualità.

Il vostro kit di assaggio mi sembra – a onor del vero, e lo affermo senza alcun intento denigratorio – molto regressivo. Il consumatore non merita di assaggiare campioni di extra vergini con difetti.

Per essere più chiaro: quando regalo un libro, scelgo il titolo più adatto alla persona cui voglio farne dono, individuando il libro migliore per stile e qualità di scrittura e contenuti, non un libro caratterizzato da una totale assenza di stile, da pesanti errori grammaticali e povertà di contenuti.

Ciascuno ha il suo modo di pensare e agire, io le ho espresso il mio.

Sono convinto che gli errori di comunicazione si pagheranno a caro prezzo, sia nel presente, sia a distanza.

Chiudo con un’ultima osservazione: lei sostiene che “la qualità media generale del prodotto si sia abbassata un po’ ovunque”. A me risulta semmai il contrario. Forse ci si dimentica di cosa si andava producendo fino a pochi anni fa, dell’imperizia e della sprovvedutezza, a volte. Pensi alle olive che viaggiavano nei sacchi di jiiuta e spesso anche in sacchi in plastica che prima contenevano concime chimico. Pensi alla raccolta di olive surmature, o alla raccolta dei frutti da terra, sporchi, ammuffiti. Pensi a lungo tempo che trascorreva tra la raccolta e la molitura, perché così veniva a costare meno il frantoio, per via delle olive disidratate, con l’illusione di ottenere una maggiore resa in olio. Questo accadeva ieri, non secoli fa. Lei sa bene com’era la situazione, e parlare di decadimento della qualità oggi mi suona paradossale: è una affermazione antistorica.

Siamo invece nel periodo d’oro per la qualità degli extra vergini. L’innovazione tecnologica da un lato è stata d’aiuto. Dall’altro, l’Unione europea con tutte le sue iniziative (finanziate a peso d’oro) a favore della qualità qualcosa di buono ha pur seminato. Non crede?

In ogni caso, se alcune delle sue aziende producono oli con evidenti difetti, che senso ha mettere questi oli in un kit, seppure a scopo educativo, insieme con quella parte di oli di qualità, se non addirittura di eccellenza, che invece altri suoi olivicoltori sono in grado di produrre? Non sarebbe piu logico aiutare chi non è in grado di ottenere extra vergini di alto profilo qualitativo e fare in modo che non ne producano più, senza dover mettere necessariamente in croce il povero consumatore attraverso un kit che può solo disorientarlo?

Si metta nei panni di chi riceve quel kit. Perché costringere il malcapitato consumatore a una inutile violenza sensoriale perpetrata per discutibili fini educativi? Non le sembra più opportuno impegnarsi con l’educare i consumatori promuovendo i differenti volti della qualità?

Lo so, è più difficile, è più faticoso, non garantisce risultati immediati, ma, mi creda, ritengo sia la strada migliore e più efficace da percorrere.

Luigi Caricato

In apertura, foto di Olio Officina

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