Olivo Matto

L’olio è buona musica per chi ha orecchie e menti sensibili

Luigi Caricato

Da giovedì 29 febbraio a sabato 2 marzo ricordiamo l’appuntamento con la tredicesima edizione di Olio Officina Festival, a Milano, presso lo spazio Ex Cisterne della Fabbrica del Vapore. Il programma è disponibile cliccando QUI. Riportiamo di seguito il testo introduttivo del programma a firma del direttore Luigi Caricato.

L’olio extra vergine di oliva è un prodotto che si percepisce muto. Per molti versi lo è. Raramente si ascolta il suono dell’olio quando lo si versa per condire. Si sente lo sfrigolio solo quando si soffrigge un alimento. Oppure se ne ascolta il lamento, più netto e possente, quando si frigge. Le alte temperature segnano il ritmo e l’olio eleva il suo fremito. Per il resto, c’è solo il silenzio.

L’olio è sostanzialmente muto, anche se parla una propria lingua interiore. Qualcosa si può ascoltare solo quando fluisce dal recipiente, ma è un suono sordo, un glu glu che non lascia spazio alla confidenza. Eppure l’olio ha una propria voce ben distinta. Ha parlato per millenni a tanti popoli, ed è da sempre il verbo di Dio che parla agli uomini attraverso i Sacramenti. L’olio è stato anche per lungo tempo la voce del Mito. Così, nonostante sia per sua intrinseca natura riservato e silenzioso, l’olio in qualche modo ci parla, dicendo qualcosa anche di noi. Ma non si limita a parlarci.

L’olio è musica. È buona musica per chi ha orecchie e menti sensibili. È musica, soprattutto, per chi sa percepirla. L’olio è musicale pure per chi non s’intende di musica.

Nel frattempo, abbiamo appreso il modo di ascoltare il suono emesso dagli olivi, perché non c’è olivo che non generi musica attraverso la sua linfa. Occorre solo mettersi in ascolto. E anche l’olio – nella sua apparenza di soggetto muto – parla, suona, canta. È un inno alla vita.

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