L’inquinamento olfattivo? È un indicatore della qualità della vita
Non si tratta solo di odori forti e relativi fastidi. Un odore molesto può compromettere la salute, rilasciare sostante nocive per l’ambiente e per l’uomo. La realizzazione del saggio Molestie olfattive. Studi metodi e strumenti per il controllo è stata curata gli istituti Isac e Isp del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Cnr, l’Istituto Superiore di Sanità, le Università di Trieste e di Bari e l’Arpa delle regioni Sicilia, Puglia e Marche. Il problema è molto complesso, caratterizzato dalla sua stessa imprevedibilità, generando forti preoccupazioni anche per il settore del turismo, perché sebbene non si tratti solo di rischi tossicologici, il disagio che ne deriva è molto ampio e tocca più aspetti
Mercoledì 20 aprile, alle ore 9.00, presso l’aula Marconi della sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) a Roma, si terrà la presentazione del testo Molestie olfattive. Studi, metodi e strumenti per il controllo, edito da Ets.
La pubblicazione rientra nel Progetto Cisas (Centro internazionale di studi avanzati su ambiente, ecosistema e salute umana) per affrontare una problematica complessa nel contesto ambiente-salute.
L’evento potrà essere seguito anche in streaming previa registrazione cliccando QUI.
All’evento interverranno, per i saluti: la Presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza; il Presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro e il Direttore del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr, Fabio Trincardi.
L’evento proseguirà con l’intervento degli autori di riferimento dei vari capitoli.
Le conclusioni saranno affidate ad Alessandro Bratti, Direttore Generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
Il testo, in 12 capitoli, è stato scritto da esperti a livello nazionale per dare una panoramica della problematica ed è curato da Paolo Bonasoni e Sara Moraca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, Stefania Gilardoni dell’Istituto di scienze polari (Isp) del Cnr, Pierluigi Barbieri dell’Università degli Studi di Trieste, Gianluigi De Gennaro dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Vincenzo Infantino dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Sicilia (Arpa).
“Le molestie olfattive sono una problematica complessa, data la varietà di sorgenti che immettono in atmosfera e nell’acqua sostanze odorigene e nocive per l’uomo e l’ambiente”, commenta la Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. “Nonostante i notevoli sforzi della legislazione e l’impegno nazionale ed internazionale in questa difficile tematica, rimangono ancora da adottare specifiche regole che, ad esempio, fissino i valori limite delle concentrazioni orarie di alcuni importanti composti odorigeni, quali gli idrocarburi non metanici, l’idrogeno solforato e il benzene, quest’ultimo annoverato come importante composto cancerogeno secondo lo Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro”.
“Questo volume, unico nel suo genere, unisce il mondo della ricerca a quello dei controlli per presentare lo stato dell’arte di quanto viene sviluppato e svolto in questo campo, anche con riferimenti operativi sul territorio”, dice Paolo Bonasoni, Cnr-Isac, che ha curato il volume gemmato nell’ambito del progetto Nose – Network for Odour Sensitivity e che ha visto la collaborazione di massimi esperti del settore che da anni studiano i complessi aspetti delle molestie olfattive e si prodigano per migliorarne le conoscenza al fine di promuovere metodi e strumenti per intervenire in modo adeguato sulle emissioni odorigene e chi le produce.
“L’odore dell’aria è ampiamente riconosciuto come parametro ambientale essenziale nel determinare la qualità della vita, con effetti significativi su molteplici attività quali turismo, gestione del ciclo dei rifiuti, ecc.”, ricorda Gianluigi de Gennaro che ha curato il primo capitolo con i colleghi dell’Università di Bari. “Negli ultimi anni, l’insediamento di impianti in grado di rilasciare miasmi olfattivi in aree urbanizzate, ha comportato il moltiplicarsi del rilascio di sostanze odorose moleste, generando crescente preoccupazione per un ‘inquinamento olfattivo’ caratterizzato spesso dall’imprevedibilità del disturbo, dalla continuità nel tempo e dall’impossibilità di difendersi, generando nell’opinione pubblica tensione, ansia, disagi e proteste dovute anche alla maggiore attenzione verso la tutela dell’ambiente e della salute”.
Come emerge dal capitolo sulla Percezione del fastidio olfattivo ed effetti sulla salute della popolazione curato da Fabio Cibella e Silvia Ruggeri con colleghi Cnr-Irib ed Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Palermo: “L’emissione di composti volatili maleodoranti è comune a molteplici attività agricole, impianti industriali e di smaltimento e/o recupero di rifiuti, e rappresenta uno degli impatti ambientali che negli ultimi 20 anni ha attirato maggiormente l’attenzione della comunità scientifica”.
Sebbene non tutte le maleodoranze siano collegabili a rischi tossicologici, la bassa accettazione della molestia olfattiva, che incide negativamente sulla qualità della vita delle persone interessate, è infatti compatibile con la definizione di “danno alla salute” rilasciata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Infatti “la valutazione delle emissioni odorigene costituisce un elemento strategico nella sorveglianza ambientale”, scrivono Gaetano Settimo, Iss, e Domenico Cipriano, Rse, nel capitolo 2, “e per questo risulta grande lo sforzo a livello regionale, nazionale ed europeo, per arrivare ad una regolamentazione di queste emissioni.”
Si parla anche di Metodologie e tecniche di campionamento delle sostanze odorigene, nel contributo curato da Pierluigi Barbieri e Silvia Licen dell’Università di Trieste, Alessandro Battaglia, Labservice, e Giampiero Barbieri, Arco Solutions, ricordando che tra i metodi di caratterizzazione, oltre alla raccolta delle segnalazioni, ai metodi sensoriali quantitativi e alla caratterizzazione chimica di composti o miscele nell’aria campionata da appositi sistemi, hanno un ruolo di crescente importanza i sistemi strumentali che consentono il monitoraggio ad alta frequenza temporale chiamati nasi elettronici (e-noses) e Ioms (Instrumental Odour Monitoring Systems).
La normativa definisce cioè il metodo per la determinazione oggettiva della concentrazione di odore utilizzando l’olfattometria dinamica con l’ausilio dell’olfatto umano, fornendo così una base comune di misura in tutti i paesi dell’Unione europea.
La caratterizzazione olfattometrica e chimica delle molestie olfattive è descritto nei capitoli centrali curati da Magda Brattoli di Arpa Puglia, Jolanda Palmisani, Università di Bari, e colleghi.
“Lo studio e la previsione della dispersione in atmosfera di composti odorigeni sono complicati dalle caratteristiche soggettive, fisiologiche e psicologiche, del sensore recettore, ovvero l’individuo”, confermano Silvia Trini Castelli e Tony Christian Landi, Cnr-Isac, Gianni Tinarelli, Arianet, che aggiungono: “La modellistica numerica rappresenta uno strumento fondamentale a supporto del tracciamento dell’origine della molestia olfattiva e della valutazione del conseguente impatto sulla popolazione”.
Il coinvolgimento della popolazione su tematiche ambientali, noto come Citizen science, nel monitoraggio degli odori è oggigiorno favorito dall’uso della tecnologia digitale con lo sviluppo di App per smartphone, tra le quali Odortel di Arpa Puglia, OdorNet di Arpa Marche e Nose di Cnr ed Arpa Sicilia, come descritto da Miriam Sileno di Arpa Marche e colleghi. Particolare attenzione è stata data al problema dei miasmi olfattivi in Sicilia ed all’applicazione di NOSE sul territorio, come scrivono Anna Abita e Paolo Bonasoni, con i colleghi di Arpa Sicilia, Cnr-Isac e Inkode.
Il capitolo conclusivo è rivolto alla cittadinanza ambientale, alla partecipazione ed alla coscienza collettiva, che anche grazie alle Web-App hanno reso più semplice per i cittadini segnalare i miasmi avvertiti sul territorio, rendendo più fruibili e immediate le informazioni raccolte ad uso delle Agenzie ambientali del territorio.
Come scrivono Sara Moraca, Cnr-Isac, e Giuseppina Nanè, Comitato Stop veleni, “i cittadini svolgono un ruolo centrale nell’unire scienza e politica democratica considerando i progetti che si inseriscono nella cittadinanza ambientale, cioè il comportamento responsabile e rispettoso dell’ambiente dei cittadini che agiscono e partecipano come agenti di cambiamento, nella direzione di risolvere e prevenire i problemi ambientali, raggiungere la sostenibilità e sviluppare un sano rapporto con la natura”.
In apertura, copertina del volume
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