Visioni

Quando il tema cibo entra in tv nel modo sbagliato

Carlo Romito

Non riesco quasi più a guardare la Tv “normale”. Domenica 16 ottobre, a proposito del 5 febbraio quale Giornata mondiale dell’alimentazione e della lotta allo spreco alimentare, dopo aver sentito trasmissioni importanti via radio, sono incappato nella coppia televisiva Fabio Fazio-Massimo Bottura. Improvvisamente, l’opera costante di centinaia di migliaia di persone impegnate da decenni in organizzazioni locali e internazionali scompare e la Tv trasforma un ristoratore di Modena in un soggetto da impegno unico che soffoca tutto il resto.

Bottura non ci parla del problema vero e di ciò che si fa, bensì di se stesso, delle sue aziende, della sua amicizia con gli Obama. Il conduttore Fabio Fazio, dal canto suo, è debole di fronte a un indiscutibile mito moderno, incapace di penetrare giornalisticamente nell’argomento vero.

Il pubblico presente applaude a ogni passaggio.

Ho sempre in mente le persone che tutti i giorni, ininterrottamente, lavorano su questo tema in Africa come in Asia, ma anche da noi, in Italia, penso anche alle tante maestre che fanno educazione alimentare tutti i giorni, come penso alle società di ristorazione che si impegnano da decenni in silenzio recuperando cibo e donandolo.

Ho semplicemente in mente l’autista del furgone del Refettorio Ambrosiano di Greco, che, a Milano, raccoglie tutti i giorni il cibo che andrebbe sprecato.

Ecco, caro Fazio, magari intervista l’autista o la cuoca del refettorio, ma senza applausi ad ogni balbettio.

Gente vera è uguale a una Tv vera, come quella che era di Nanni Loi, quando ancora il liderismo non esisteva.

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