Economia

Cosa, quanto e dove consumano gli italiani

Il rapporto Ismea sulle abitudini alimentari del 2021 fotografa in modo dettagliato come sia cambiato il modo di fare la spesa delle famiglie e quanto il ritorno a una graduale normalità abbia inciso, e stia incidendo, sulle scelte di acquisto. Di grande interesse i dati in merito al comparto oleario, non solo a livello nazionale. Nel dicembre 2021 è stato pubblicato, sempre da Ismea, un documento con l’obiettivo di comprendere più a fondo il mercato del settore oleario in Giappone. Rilevante il rapporto con il mercato italiano

Olio Officina

Cosa, quanto e dove consumano gli italiani

I dati relativi alla spesa nei primi nove mesi del 2021 segnano numeri positivi se paragonati a quanto registrato nel 2020. Rispetto a quest’ultimo, è stato indicato un aumento dello 0,7%, e in generale gli scontrini confrontati con gli stessi mesi, ma dell’annata 2019, contrassegnano scontrini superiori del 7,7%.

Questo, però, non significa che venga acquistato un numero maggiore di beni.

La causa primaria dei conti superiori è data, in particolar modo, dall’aumento dei prezzi di vaste categorie alimentari. Anche la scelta di prodotti certificati, che siano Dop o Igp, ma anche i biologici, contribuiscono ad un totale nettamente maggiore.

Le macro – tendenze registrate riguardano la spesa per le bevande, che ha visto un incremento del 5,4%, prevalendo sugli acquisti per gli alimenti, segnando un aumento di appena lo 0,1%, e un acquisto sempre maggiore dei prodotti sfusi, 1,3% in più, rispetto allo 0,6% dei prodotti in scatola e, in generale, già confezionati.

Per quanto sia ritornata la possibilità di pranzare e cenare in bar, ristoranti, e qualsiasi altro locale, i pasti consumati a casa continuano ad essere sempre molto elevati.

Un cambiamento che si è osservato, però, risiede nel modo di acquistare: un forte calo è stato registrato per farina, burro e tutti quei prodotti che hanno accompagnato gli italiani per intere giornate nelle varie fasi del lockdown.

La frequenza con cui avvengono gli acquisti è superiore rispetto al 2020, infatti si è registrato un aumento del 16%, prediligendo prodotti freschi e sfusi rispetto a quelli conservabili per un maggiore lasso di tempo.

I prezzi delle materie prime hanno segnato un significativo rialzo, seppur graduale.

Due i problemi maggiori legati a questo aumento: i cambiamenti climatici e tutto quello che ne consegue sul raccolto; gli effetti del Covid sulla logistica e, quindi, sui trasporti. I prezzi della carne, dovuti principalmente per fare fronte all’aumento del costo dei mangimi per gli animali, hanno subito un aumento del 5%.

L’olio extra vergine di oliva ha avuto un rialzo del prezzo pari all’8%.

Per l’olio, Ismea ha redatto un documento che ripercorre dati, grafici e tendenze del suo consumo in Giappone.

Il report è stato realizzato nella fascia di tempo 2014 – 2020.

Pertanto, alcuni dati potrebbero aver subito dei lievi mutamenti, ma restano ugualmente molto fedeli alla situazione odierna.

L’Italia è il secondo Paese esportatore in termini di valore e la terza in quanto a volume, registrando nel 2020 una quota dell’export pari, rispettivamente, al 22% e al 15%.

Il Giappone è un mercato chiave per il comparto oleario italiano: il nostro Paese è il secondo fornitore del mercato nipponico, rappresentando il 39% del valore totale importato in questo mercato di riferimento.

L’extra vergine Made in Italy acquistato dal Giappone è pari a 16 mila tonnellate, equivalenti a circa 81 milioni di euro.

Nonostante l’arrivo della pandemia abbia imposto il blocco delle importazioni, il mercato oleario presenta sicuramente degli orizzonti positivi, con aumenti importanti.

Euromonitor, infatti, prevede una crescita dei volumi di circa il 10% tra il periodo 2020 – 2026.

Il Giappone può comunque vantare una produzione locale importante, ma non sufficiente per soddisfare i diversi bisogni che non riguardano solo il mondo alimentare, ma prevedono un impiego di olio anche i settori farmaceutici e di cosmesi.

Le vendite tramite il canale HoReCa sono le meno scelte dai nipponici, mentre quasi il 70% avviene attraverso la distribuzione organizzata, con fine ultimo il consumo domestico.

L’olio ha saputo occupare un ruolo sempre più importante nelle cucine domestiche, e questo successo lo si deve in modo particolare a tutti quei programmi televisivi che ne esaltavano le proprietà a sfondo salutistico.

Il modello della dieta mediterranea, con annessi tutti i benefici, ha iniziato ad essere sempre più accolto e sostenuto: l’olio, in quanto alimento chiave di questo tipo di alimentazione, ha iniziato a sostituire altri grassi alimentari impiegati in precedenza.

Ma anche la ristorazione ha saputo cogliere, soprattutto nei primi anni in cui l’olio è stato importato, tutti gli aspetti positivi che si celano dietro al suo sapore, diventando un canale fondamentale per farlo conoscere maggiormente.

Ancora oggi, far apprezzare sempre di più questo alimento e condimento che non appartiene a tutto l’immaginario giapponese, si rivela necessario.

Show cooking, laboratori e altri momenti di questa natura, possono far arrivare l’olio al cliente in un modo preciso, abbattendo le barriere culturali che, di fatto, esistono.

Il Giappone è un mercato fondamentale per l’esportazione dei prodotti italiani, ma occorre tenere conto di alcuni elementi che possono determinarne o meno il successo.

I cittadini nipponici percepiscono l’estetica come base di quasi ogni cosa.

Se torniamo sul settore alimentare, e in modo particolare sull’olio, ciò che colpisce il consumatore è la bellezza della bottiglia, la cura dei dettagli.

Un’etichetta apposta con superficialità, magari lievemente storta o rovinata, fa percepire l’azienda come poco seria e affidabile.

Le aziende italiane stanno lavorando costantemente su questi aspetti, perché oltre a un buon prodotto, oltre alla qualità c’è l’impatto visivo, ed è il biglietto da visita di ogni realtà presente sul mercato.

Cliccando QUI è possibile scaricare il Report dei consumi 2021, gennaio – settembre

Cliccando QUI è possibile scaricare il Report Esportare olio Evo in Giappone

In apertura, foto di Olio Officina©

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