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Come è cambiato lo scontrino degli italiani, a partire dall’olio Evo

All’interno del comparto degli oli vegetali si evidenzia il sostanzioso incremento dei prezzi medi per l’olio extra vergine di oliva, con aumento del 29,7%, come emerge dal Report a cura di Ismea. Importanti anche gli aumenti di spesa per le carni (+7,6%) e anche il settore degli ortaggi – freschi e trasformati – cresce del 9,4% trainato dai prezzi delle patate e dei prodotti trasformati a base di pomodoro

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Ecco quanto olio avremo in questa olivagione 2023

Ismea annuncia circa 290 mila tonnellate. Poi, si sa, tutto può cambiare nel corso delle settimane. Alcune regioni chiave trainano la produzione olearia. La spinta a una maggiore offerta viene dal Sud (+34%), per le buone performance attese in Puglia e Calabria, che rappresentano rispettivamente il 50% e il 13% della produzione nazionale. Queste due regioni dovrebbero tornare sulle medie dell'ultimo quadriennio, pur restando al di sotto del loro potenziale. Un incremento che compenserebbe il forte calo del Centro-Nord, stimabile in oltre il 30%

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Se si tratta di extra vergine, i consumatori internazionali prediligono la qualità al risparmio

Questo è ciò che emerge dal report Ismea "Italian sounding: quanto vale e come trasformarlo in export made in Italy" con l’obiettivo di approfondire sia la presenza di prodotti agroalimentari tipici della tradizione negli scaffali dei supermercati di tutto il mondo, sia di calcolare il periodo necessario per trasformare il fenomeno in esportazione italiana quantificando la capacità produttiva potenziale dei settori impattati

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L’Italia del biologico punta sulla produzione dell’extra vergine  

Si tratta di un settore in fermento, lanciato verso il target del 25% di superfici investite come testimoniano gli ultimi dati del Rapporto “Bio in cifre” realizzato da Ismea, con già sei regioni che hanno oltrepassato tale traguardo. In Abruzzo, tra i principali orientamenti produttivi degni di nota sono le coltivazioni biologiche di vite da vino e di olivo da olio, che rappresentano rispettivamente il 21% della viticoltura e il 12% dell’uliveto regionale. Segnali molto incoraggianti provengono anche dai pubblici esercizi, dove quasi il 70% dei ristoranti hanno dichiarato di aver impiegato nelle loro preparazioni materie prime biologiche nel corso del 2022

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Come è cambiato il modo di acquistare delle famiglie?

Difficoltà e nuove strategie per contenere i costi stanno tratteggiando un nuovo scenario. Si parte dagli oli vegetali, con una significativa espansione della spesa pari al +15,5%, mentre l’extra vergine ha registrato un aumento sul prezzo dell’11,6%. In termini generali, dal report Ismea emerge che le famiglie mature risentono meno dei rincari e si sta assistendo a un progressivo ritorno al punto di vendita fisico rispetto al canale digitale

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Agroalimentare made in Italy, export da record: l’extra vergine tra i prodotti chiave

Con un aumento del 16,8% in valore per 763 milioni di euro e +0,3% in volume, è uno degli alimenti più rilevanti per le esportazioni nazionali secondo il report di Ismea. In termini generali, nonostante la crisi energetica e i rincari, l’export di tutti i comparti produttivi ha registrato, nei primi sette mesi del 2022, un incremento di circa il 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tuti i principali mercati di destinazione

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Tutti i numeri e le prospettive del comparto oleario

Il rapporto pubblicato da Ismea inquadra il settore internazionale dell’olio da olive, caratterizzato da luci e ombre. Per quanto la campagna di produzione 2021/2022 non abbia rispettato le stime negative effettuate in precedenza, ma abbia, invece, registrato un aumento in termini di tonnellate del 13%, occorre lavorare molto su tutti gli aspetti che compongono questa realtà. In Italia un ruolo chiave è occupato dalle Indicazioni Geografiche, che però meritano una maggiore valorizzazione

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Un luogo fatto a misura di bambino per far scoprire il cibo e la sana alimentazione

Nasce “Mercato”, l’importante iniziativa a firma Ismea e del museo Explora. Lo spazio è stato costruito per far avvicinare i più piccoli a questioni di grande rilevanza internazionale: dalla necessità di acquistare i prodotti in un’ottica consapevole allo spreco alimentare. Un luogo in cui «si gioca a fare la spesa e ci si avvicina, grazie all'apprendimento informale, a tematiche ormai fondamentali per lo Sviluppo Sostenibile» afferma Patrizia Tomasich, presidente del museo

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L’Italia del biologico: cosa ci dicono i numeri

Secondo il report elaborato da Ismea, gli operatori del regime bio sono in continua crescita, così come lo sono le superfici adibite a queste coltivazioni. Crescono, soprattutto, le colture permanenti e si è registrata una stabilità sia degli oliveti, con un aumento del 0,5%, sia dei meleti. Ma, al contempo, non cresce il consumo da parte delle famiglie e il valore del mercato. Non resta che domandarsi quale ruolo specifico occupi l’agricoltura biologica e valutarne la futura direzione

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Aziende preoccupate e forte malcontento: calata bruscamente la fiducia nel settore primario

Le maggiori difficoltà riscontrate non sono riconducibili solamente al fatturato, ma, soprattutto, sono dovute al rincaro dei costi energetici e alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. L’indagine condotta da Ismea ha registrato giudizi sotto i livelli dei primi due trimestri del 2020, quando il Paese era in piena emergenza pandemica. In risposta a questo scenario molte imprese hanno modificato le scelte gestionali e rivisto il piano colturale, ottimizzando diversi punti

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Una olivagione importante per l’olio da olive italiano in uno scenario di grandi incertezze

La guerra in Ucraina ha messo in agitazione il settore alimentare. Ismea ha registrato un aumento medio dei prezzi dell’extra vergine italiano di circa il 27%, mentre il maggiore competitor del settore, la Spagna, ha incontrato rialzi superiori, raggiungendo i 3,77 euro al chilo. Cosa succederà di qui in avanti? Come si comporteranno i consumatori? Intanto emerge un quadro chiaro e completo in cui versa l’intero settore agroalimentare che, nonostante le criticità attuali, non arretra

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Il mercato nipponico ha bisogno dell’olio italiano

Il secondo Paese fornitore di extra vergine nel Sol Levante è l’Italia, e i dati registrati nel report Esportare olio extra vergine di oliva in Giappone sono molto positivi. Il progetto, realizzato da Ismea, fa emergere le forti difficoltà del mercato dovute alla pandemia, e alla relativa impossibilità di scambiare merci, ma si prospettano riprese importanti

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Cosa, quanto e dove consumano gli italiani

Il rapporto Ismea sulle abitudini alimentari del 2021 fotografa in modo dettagliato come sia cambiato il modo di fare la spesa delle famiglie e quanto il ritorno a una graduale normalità abbia inciso, e stia incidendo, sulle scelte di acquisto. Di grande interesse i dati in merito al comparto oleario, non solo a livello nazionale. Nel dicembre 2021 è stato pubblicato, sempre da Ismea, un documento con l’obiettivo di comprendere più a fondo il mercato del settore oleario in Giappone. Rilevante il rapporto con il mercato italiano

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Olivagione 2021/22, la conferma di Ismea: saranno 315 mila le tonnellate di olio italiano

Rispetto alle previsioni di settembre si registrerebbe addirittura un incremento del 15%. Le piogge delle ultime settimane, infatti, hanno permesso in alcune aree un miglior sviluppo delle drupe, mentre in altre aree, soprattutto quelle dove si raccoglie presto, i danni da siccità sono stati più importanti del previsto. Resta il rammarico per una stagione che avrebbe dovuto essere di “carica”, ma pur risultando in crescita rimane nettamente inferiore alle aspettative e alle potenzialità

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