Economia

È vera la voce delle tante frodi sull’olio?

Cosa emerge veramente dal report annuale dell’Icqrf? L’extra vergine è tra i prodotti maggiormente sorvegliati grazie al registro telematico, un sistema che garantisce la puntuale tracciabilità dell’intera filiera. Certo, non sono mancate alcune attività di contraffazione, prontamente sequestrate. Ma c’è veramente da allarmarsi, o sono fenomeni ordinari, legati perlopiù alla malavita, contenuti e alquanto relativi da non meritare tutto il chiacchiericcio mediatico cui periodicamente si assiste?

Olio Officina

È vera la voce delle tante frodi sull’olio?

Finalmente un quadro che ci illustra lo stato della realtà. Per contro, c’è tutta una letteratura negativa che getta continue ombre sull’olio, quello ricavato dalle olive.

Paradossalmente, scorrendo il Report annuale dell’Icqrf, ci si rende conto che tutte le voci negative che si rincorrono sugli oli sono solo uno strombazzar di parole, ben poco concrete rispetto al vulnus che inquadra costantemente l’olio come l’alimento più contraffatto. Fin qui il nostro pensiero al riguardo.

Cosa emerge intanto dallo scenario documentato dall’Icqrf. Vien fuori che un buon sistema di controlli – di tipo merceologico qualitativo e di etichettatura dei prodotti agroalimentari, anche trasformati, e dei mezzi tecnici di produzione (quali i prodotti fitosanitari, mangimi, sementi) – è sicuramente essenziale per contrastare i fenomeni di contraffazione a danno dei prodotti italiani, di qualità certificata, e globalmente imitati per l’ampia notorietà detenuta, ed è quanto ha sostenuto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in occasione della presentazione del Rapporto attività 2022 a cura dell’Icqrf, acronimo che sta per Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.

Il Report, in particolare, presenta i principali risultati conseguiti dall’Organo di controllo del Masaf (l’attuale acronimo del dicastero agricolo, ex Mipaaf) nella sua azione di tutela nel comparto agroalimentare.

Le diverse dinamiche – geopolitiche e ambientali – che si sono susseguite nel corso del 2022, a partire dal conflitto russo-ucraino seguito da una forte siccità e altri agenti atmosferici estremi, hanno inciso in modo determinante sul prezzo finale di numerosi prodotti. In termini generali, il settore ha ugualmente saputo mostrare una particolare resilienza rispetto a molti altri.

Nel Rapporto si legge che gli obiettivi prioritari hanno sempre riguardato la tutela dei cittadini e degli operatori, favorendo la trasparenza e le corrette relazioni di mercato: tutti elementi cruciali per contribuire alla salvaguardia di tutte le produzioni del suolo nazionale.

L’Ispettorato, si sa, ricopre un ruolo cruciale nella gestione delle grandi banche dati agroalimentari, all’interno delle quali rientrano i registri telematici per la movimentazione dell’olio e del vino, garantendo così la tracciabilità di tutte le filiere e il contrasto a eventuali frodi e irregolarità.

Ecco allora il Registro telematico dell’olio – Rto, per chi ama gli acronimi – che costituisce un sistema, unico al mondo, di tracciabilità puntuale della filiera olio da olive a livello nazionale; consente agli Organi di controllo ufficiali di monitorare on-line le singole movimentazioni di olive, di olio da olive, di olio di sansa e di sansa di ogni stabilimento/deposito nonché di conoscere gli operatori, nazionali ed esteri, che effettuano le movimentazioni.

Sono obbligati a tenere il registro telematico per ogni stabilimento/deposito: commercianti di olive, frantoi, imprese di condizionamento, commercianti di olio sfuso, raffinerie e i commercianti di sansa. Sono esonerati dall’obbligo di tenuta del Rto gli operatori che detengono olio esclusivamente per autoconsumo, per usi non alimentari, per l’utilizzo in alcuni prodotti alimentari, nonché gli operatori che detengono solo oli preconfezionali ed etichettati.

Su Olio Officina Magazine ogni mese riportiamo peraltro i dati del registro telematico, di cui si può prendere visione per esempio del più report, quello relativo allo stato del comparto oleario al 31 maggio 2023 CLICCANDO QUI, ma a breve riporteremo il report di giugno

Facendo riferimento ai singoli comparti dell’agroalimentare, il Rapporto segnala che ben 19.099 controlli hanno interessato il settore vitivinicolo, mentre a seguire sono stati 8.417 i controlli in ambito oleario, 5.070 per il lattiero caseario, 3.927 per l’ortofrutta, 3.222 per l’ambito dei cereali e derivati, 2.644 per il settore carni, 2.404 per le conserve vegetali, 2.011 per il miele, 686 per le bevande spiritose, 572 per le uova, 159 per le sostanze zuccherine e, infine, 2.362 per gli altri settori.

Guardiamo all’olio.

Bene, considerando quanto è emerso dal Rapporto Icqrf, al fine di migliorare le attività di contrasto alla criminalità alimentare, nell’ambito del Protocollo d’Intesa con la Guardia di Finanza, sono stati individuati alcuni prodotti specifici, così come alcuni settori, di particolare interesse investigativo con lo scopo di tutelare il Made in Italy attraverso il contrasto alla “nazionalizzazione” e alla contraffazione. Tra questi prodotti rientra l’olio extra vergine di oliva biologico, i kiwi e le mele.

Tra le attività di contraffazione in ambito oleario, l’Ufficio Icqrf Italia Sud-Est, congiuntamente alla Guardia di Finanza di Andria e di Barletta, nell’ambito di una specifica attività mirata, ha sequestrato 220.000 kg di olio extra vergine d’oliva per un valore di circa € 1.300.000, per consistenti carenze nella tracciabilità e sensibili discrepanze dei valori tra le giacenze contabili, desunte dai rispettivi registri telematici, e quelle fisiche rilevate nei magazzini.

In merito alle produzione con attestazione di origine, l’Icqrf Lombardia ha eseguito un servizio di controllo presso gli esercizi di ristorazione dell’aeroporto di Milano-Malpensa accertando che una società gestore, quale franchisor, di svariati punti di ristorazione con noti marchi del settore impiegava per la preparazione di piatti contenenti ingredienti designati con Denominazione di Origine Protetta o Indicazione Geografica Protetta, prodotti similari generici, privi di certificazione di qualità, come si legge sul Rapporto.

Tra i prodotti in questione rientravano l’extra vergine Colline Salernitane Dop, Prosciutto di Parma Dop e bresaola della Valtellina Igp.

Un aspetto che ormai non può più essere tralasciato è il commercio online. Sono così in continuo rafforzamento anche i protocolli di intesa con i maggiori marketplaces mondiali per una cooperazione più efficace e incisiva, capace di contribuire al rafforzamento delle fasi di controllo sulle contraffazioni delle prodizioni di qualità.

I percorsi intrapresi ad oggi dimostrano risultati concreti e incoraggianti perché questa sia la strada da perseguire, perfezionandone alcuni aspetti per una costante e maggiore tutela dei consumatori e di tutti gli attori dei comparti dell’agroalimentare.

In apertura, foto di Olio Officina©

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