Economia

Ecco quanto olio avremo in questa olivagione 2023

Ismea annuncia circa 290 mila tonnellate. Poi, si sa, tutto può cambiare nel corso delle settimane. Alcune regioni chiave trainano la produzione olearia. La spinta a una maggiore offerta viene dal Sud (+34%), per le buone performance attese in Puglia e Calabria, che rappresentano rispettivamente il 50% e il 13% della produzione nazionale. Queste due regioni dovrebbero tornare sulle medie dell'ultimo quadriennio, pur restando al di sotto del loro potenziale. Un incremento che compenserebbe il forte calo del Centro-Nord, stimabile in oltre il 30%

Olio Officina

Ecco quanto olio avremo in questa olivagione 2023

La raccolta è appena iniziata e solo in alcune aree, ma dai primi dati risulterebbero olive molto piccole e con rese basse, ma non è ancora possibile delineare un quadro dettagliato.

Come riportano le stime produttive elaborate da Ismea in collaborazione con Italia Olivicola e Unaprol, “per tutto l’inverno, sono continuati i problemi da siccità parzialmente compensati dalle piogge primaverili che però, proprio per il periodo in cui si sono concentrate, hanno provocato in molte aree cascola dei fiori e difficoltà di allegagione. Anche l’estate non è stata particolarmente favorevole, con il caldo torrido che nelle aree non irrigue ha causato stress agli olivi con almeno la conseguenza positiva di circoscrivere gli attacchi di patogeni”.

I primi dati si attestano su circa 290mila tonnellate, ma la situazione potrebbe variare positivamente o negativamente nelle prossime settimane. Come si legge sul Rapporto, ottobre è un mese chiave per la completa maturazione delle olive che obbliga operatori e analisti a utilizzare tutte le cautele necessarie nell’elaborare le stime.

Suddividendo l’Italia per aree, si può stimare una flessione oltre il 30% al Nord a causa della naturale alternanza carica-scarica ma anche per via delle avversità atmosferiche che, indipendentemente dal fenomeno, hanno provocato danni dalla fioritura fino alla fase dell’invaiatura.

Le piogge primaverili hanno inciso sulla fioritura negli oliveti del Centro, creando forti disagi alle aziende.

Al Sud, per Puglia e Calabria sono attese buone performance. Va ricordato che, queste due regioni, rispettivamente, rappresentano il 50% e il 13% della produzione nazionale, e si stima possano tornare sulle medie dell’ultimo quadriennio pur restano al di sotto del loro potenziale.

“Scendendo un po’ più nel dettaglio, pur con le cautele del caso, in Puglia si stima un incremento di oltre il 50% rispetto allo scorso anno grazie soprattutto alla naturale alternanza sebbene il clima bizzarro primaverile, il caldo estivo e la grandine di fine settembre non abbiano giocato a favore degli oliveti. In Sicilia, invece, la produzione è sostanzialmente stabile. In buona ripresa anche Abruzzo e Basilicata” si legge nel Report.

In apertura, foto di Olio Officina©

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