Economia

Il nuovo volto della birra. In Puglia si guarda a nuovi sapori e a una produzione innovativa

La birra agricola è la nuova tendenza. Si tratta di un prodotto nuovo, inventato dalle aziende agricole pugliesi, che punta molto a restituire nuovi gusti: la birra al carciofo ne è un esempio. Per la regione il comparto sta affermandosi con una progressiva ascesa, e anche sul piano nazionale ci sono importanti novità. Cibus Parma è stata l’occasione per siglare un protocollo tra Cia – Agricoltori Italiani e Unionbirrai, e da questa unione si attendono crescita e sviluppi significativi

Roberto De Petro

Il nuovo volto della birra. In Puglia si guarda a nuovi sapori e a una produzione innovativa

Difendere le attività brassicole artigianali, per fare sistema e creando un legame diretto fra birrifici indipendenti e aziende agricole per la produzione di specialità fortemente legate al territorio.

Cibus 2022 a Parma è stata l’occasione per siglare un protocollo d’intesa tra Cia-Agricoltori Italiani e Unionbirrai che ha dato il via a una collaborazione sinergica tra i due protagonisti di questo comparto giovane e dinamico – l’agricoltore e il mastro birraio – per dotarli degli strumenti necessari a svilupparsi.

Già dal 2015 al 2022 le imprese produttrici di birra artigianale sono arrivate a 1.253 unità (+93%), con un incremento di occupati pari al 31%.

Protagonisti di questa crescita, i birrifici agricoli (21% del settore), che rispetto agli artigianali garantiscono una percentuale di produzione di orzo in proprio.

Per favorire questo trend è, dunque, importante incentivare – tanto a livello di imprese che di istituzioni -, lo sviluppo di filiere locali, che offrano opportunità a tutti gli attori del processo produttivo, fino a interessare l’intero tessuto socio-economico.

Questo rappresenta un’opportunità anche per aziende agricole che possono coltivare cereali (orzo distico, frumento, luppolo, farro e sorgo) destinati alla maltazione, valorizzandoli rispetto agli abituali mercati delle commodity agricole.

Per chi produce birra c’è, invece, il vantaggio è di rendere ancor più unico il prodotto realizzato, non solo perché artigianale.

Grazie al legame prodotto-territorio si possono anche innescare importanti processi di attrattività dei luoghi, contribuendo a dare vita ad un turismo della birra.

Già da qualche tempo molti birrifici stanno sperimentando con soddisfazione l’attività di accoglienza, andando oltre la semplice vendita diretta.

Il comparto della birra artigianale vale il 4% del mercato nazionale, che produce in media 500 mila ettolitri l’anno, di cui circa il 20% in biologico, fattura oltre 250 milioni di euro e dà lavoro a 7mila addetti.

Un prodotto che è entrato anche nel paniere Istat, a testimonianza del suo successo crescente nelle famiglie e ha conquistato i giovani.

Il 60% dei Millennial si dichiara, infatti, un conoscitore attento delle varie tipologie di birra, da quelle delle bottiglie da collezione, alle profumate e variopinte.

Ad oggi, l’Italia per numero di birrifici artigianali è al quarto posto in Europa dietro paesi con una grande tradizione brassicola come Regno Unito, Germania e Francia.

E in Puglia la produzione è in forte ascesa.

I microbirrifici, come sottolinea Coldiretti Puglia, sono arrivati a quota 110, con le province di Bari e Lecce che guidano la classifica regionale delle aree dove l’attività birraria ha preso piede, con rispettivamente 42 e 31 aziende, seguite da Foggia con 17 birrifici, Taranto 15 e Brindisi 5.

La nuova tendenza è la birra agricola a Km0, sottolinea Coldiretti Puglia, un prodotto sempre più ‘smart’ inventato dalle aziende agricole pugliesi, che se la gioca bene sul fronte del gusto e dell’innovazione, come la birra al carciofo, la birra di grano ‘Cappelli’, la birra di fichi, piuttosto che la birra alla canapa”, sottolinea Coldiretti Puglia.

Oltre a dare un contributo utile all’economia, la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che risultano i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometro zero al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o i mercati degli agricoltori.

Il consumo è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con la ricerca di varietà particolari e una produzione artigianale Made in Italy, una voglia di gusto che è andata di pari passo – spiega Coldiretti – con il boom dei birrifici artigianali, quadruplicati negli ultimi dieci anni, passando da poco più di 200 a oltre 860 fra brew pub, dove è anche possibile consumare sul posto la birra prodotta e micro birrifici di cui 1 su 4 agricolo con 55 milioni di litri prodotti.

In apertura, foto di Roberto De Petro

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