Addio a Domenico Manca, imprenditore illuminato
Il fondatore dello storico marchio Olio San Giuliano, scomparso ad Alghero domenica 28 gennaio, ha compiuto il suo ultimo viaggio lasciandoci un’eredità importante e una visione di futuro come pochi altri sono riusciti ai suoi livelli nel Paese. Imprenditore a tutto campo, dall’agricoltura al turismo, fino a occuparsi con successo anche di ippica, con una scuderia vincente, è stato una figura di punta tra le più rappresentative e originali del panorama olivicolo e oleario, investendo in una moderna e innovativa concezione di olivicoltura con il progetto Novolivo
Ci spiace moltissimo sapere della sua scomparsa. La notizia ci è arrivata dal figlio Pasquale: “mio padre oggi ha intrapreso l’ultimo dei suoi viaggi”. Per tutti, Domenico Manca, fondatore del celebre marchio Olio San Giuliano, resta una solida figura di riferimento. Un imprenditore illuminato, senza alcun dubbio, tra i personaggi visionari più coraggiosi e intraprendenti, soprattutto in tempi in cui nessuno ama più rischiare, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte. Sempre attento a cogliere le novità e a realizzarle, per la Sardegna è stata una grave perdita, perché ad Alghero ha saputo dare il via a un nuovo modo di concepire l’agricoltura, a partire dagli investimenti in olivicoltura.
Portare l’olio della Sardegna alla ribalta internazionale è uno dei suoi tanti meriti. Imbottigliare l’olio, dopo che nel 1916 la sua famiglia aveva avviato un frantoio, è stata una scelta strategica per dare valore a un olio quello sardo, di riconosciuta e apprezzata qualità. Non poteva certo restare materia sfusa, e così nel 1975 è partito il progetto San Giuliano, imbottigliando un olio extra vergine di oliva che via via nel corso dei decenni si è imposto all’attenzione dei mercati.
Domenico Manca non si è fermato alla vendita dell’olio in bottiglia, ma ha investito, tra i pochi in Italia, in olivicoltura, tant’è che nel 2013, ha intuito che l’Italia olivicola meritava di essere svecchiata. Una olivicoltura vetusta, ancorché suggestiva, non poteva essere competitiva. L’Italia non riesce a soddisfare il proprio fabbisogno d’olio e l’unica soluzione è piantare nuovi olivi, ma non senza un criterio razionale: Ecco pertanto il progetto Novolivo.
Nel 2018 ricevette non a caso il Premio Olio Officina Cultura dell’Olio, con la seguente motivazione: “Imprenditore ingegnoso e poliedrico, aperto a molteplici campi di interesse, si contraddistingue per la tenacia e per l’intuizione nell’investire sul futuro piantando nuovi oliveti, con l’impegno di incrementare le scarse quote di olio italiano disponibile e dare nel contempo una decisiva svolta a un settore, quello olivicolo, così poco propenso in Italia a innovare e ad accogliere una visione moderna, più sistematica ed efficiente di olivicoltura”. Premio meritatissimo, soprattutto se si considera che per il suo impegno nel rinnovare l’olivicoltura ha dovuto affrontare perfino le opposizioni da parte di una retroguardia che guarda all’olivicoltura in chiave nostalgica, senza futuro.
Con il progetto Novolivo, Domenico, con il figlio Pasquale Manca, ha messo in piedi nel 2013 investimenti per oltre 600 ettari di nuovi oliveti. Ed è stato perfino avversato da chi ha troppa paura delle novità, perché impiantare olivi ad alta densità per molti è ancora considerato un affronto alla tradizione, dimenticando invece che la tradizione si realizza giorno dopo giorno, in prospettiva futura. La tenacia di Manca ha fatto però la differenza, e ora, a distanza di anni dall’esordio di Novolivo, tutti riconoscono il merito di questa nuova avventura imprenditoriale. Una vera scommessa, visto che il settore è statico e teme la propria ombra.
Domenico Manca lo salutiamo con affetto e stima, tanto più perché, oltre a essere stato una brava persona, figura integerrima d’altri tempi, è stato un imprenditore a tutto campo, che ha saputo muoversi ogni volta con successo, dall’agricoltura all’allevamento, dal turismo all’ippica, mettendo in piedi perfino una scuderia vincente, con cavalli puro sangue che si sono imposti nelle gare dei circuiti nazionali. Ci mancherà, Domenico Manca. Il futuro dell’olivicoltura italiana parte da Alghero e tutto il comparto dell’olio gli è debitore.
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