Mondo

La via italiana al vivaismo olivicolo ad alta densità con cultivar autoctone

Appuntamento a Castel San Pietro Terme mercoledì 12 giugno, presso Agrivar, nell’ambito di Enovitis in campo, per un incontro da non perdere, organizzato da Olio Officina a partire da un tema molto attuale, soprattutto in ragione di un cambiamento climatico che ci impone di trovare con la massima urgenza le migliori e più efficaci soluzioni per affrontare al meglio i nuovi scenari produttivi. L’olivicoltura italiana necessita di nuovi impulsi e, soprattutto, di nuove varietà

Olio Officina

La via italiana al vivaismo olivicolo ad alta densità con cultivar autoctone

Parlare di olivicoltura in chiave vivaistica è molto importante e necessario. L’Italia olivicola, si sa – ed è inutile nascondercelo -, non è certo al passo con i tempi. Se da un lato vanta un germoplasma ricco e variegato, con almeno 538 cultivar censite (anche se molte di queste sono in realtà da considerare sinonimie), dall’altro è di fatto ferma e ancorata al passato. Non ci sono nuove cultivar all’orizzonte e soprattutto non ci sono vivai che riescano a competere con quelli spagnoli. E allora, in funzione di questo scenario, l’incontro che si svolgerà a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, presso la tenuta di Agrivar, l’anima agricola di Palazzo di Varignana, diventa molto importante e significativo per tracciare una via tutta italiana al rinnovamento.

Il tema dell’incontro, compreso nelle iniziative proposte nell’ambito della diciottesima edizione di Enovitis in Campo, non lascia certo adito a dubbi: La via italiana al vivaismo olivicolo ad alta densità con cultivar autoctone. Soluzioni per affrontare il cambiamento climatico.

Ebbene sì, l’olivicoltura in Italia è troppo ancorata al passato e ha bisogno di nuovi impulsi e nuove varietà. Per ripartire, per rilanciarsi. Occorrono soprattutto piante certificate, a basso costo e dalla rapida ripresa vegetativa a dimora. Le parole d’ordine su cui puntare nel processo di rinnovamento dovranno essere modernità, razionalità, efficienza, sostenibilità ambientale e, aspetto per nulla da trascurare, sostenibilità economica. Se non vi è un’economia, se non si garantisce la giusta remunerazione per gli operatori del settore, tutto il sistema crolla. Prova ne sia lo stato di abbandono in cui versano molti oliveti, non più coltivati proprio perché vetusti, non concepiti per essere moderni e funzionali, insostenibili perché non progettati come efficienti macchine da reddito. Un’olivicoltura che non sia pensata per produrre non è più attuale. Soprattutto ora, con il cambiamento climatico e tutte le problematiche che ne conseguono, in particolare con gli inediti aspetti fitosanitari che si presentano all’appello.

L’incontro è a cura di Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Magazine, e con lui interverranno l’agronomo Angela Canale, specializzata nel settore olivicolo, dal vivaismo alla progettazione e conduzione di impianti ad alta densità, che ci parla della cultivar Fs17, di recente rilanciata con il nome di Favolosa; Bartolomeo Buccelletti, a capo di una storica azienda vivaistica con produzione di talee e giovani piante da ricoltivare, che, con il progetto “Livita Plus”, propone un metodo di coltivazione dell’olivo ad alta densità con realizzazione “chiavi in mano” partendo da piante selezionate di origine certificata; e infine, in rappresentanza di Agrivar, c’è l’agronomo Pasquale Diana, il quale segue i 160 mila olivi di Palazzo di Varignana in un’ottica di modernità senza con ciò rinunciare alle cultivar autoctone.

Fare olivicoltura oggi in Italia è diventata una sfida, ma occorre giovarsi tutto per non perdere la propria identità e storia. Tutto si evolve, e l’olivicoltura nostrana non può permettersi di restare al palo. Si parte sempre dai vivai, dal rinnovo del patrimonio varietale e da una visione differente rispetto alla tradizione. Perché la parola innovazione va letta nel suo significato reale, di apportare elementi di novità, e occorrono idee ed energie nuove per affrontare la discontinuità con il passato. Gli inglesi dicono disruption quando hanno a che fare con l’innovazione. Senza trascurare il fatto che innovare significa anche ricorrere alle biotecnologie. Pensiamo alle tante opportunità, all’ipotesi di iniziare a parlare di genoma editing, di togliere il gene che rende la pianta suscettibile a una malattia. Siamo davvero pronti a innovare? A perfezionare le potenzialità che la natura ci ha dato migliorandone le performance nel pieno rispetto dell’ambiente e valorizzando il vasto patrimonio varietale?

L’incontro di Castel San Pietro Terme, nell’ambito di Enovitis in Campo, è l’occasione buona per discutere e porre le basi per un futuro nuovo e discontinuo rispetto al passato e al presente olivicolo dell’Italia.

Ricapitolando, dunque, Enovitis in campo in questa edizione 2024 è ospitata da Agrivar a Castel San Pietro Terme, e si struttura in due giorni, mercoledì 12 e giovedì 13 giugno.

Fondata nel 2015 a Varignana, sulle colline di Castel San Pietro Terme, la costola agricola del noto e prestigioso resort Palazzo di Varignana l’azienda agricola AgriVar, si dedica in maniera strategica, riservando grandi investimenti alla coltivazione dell’olivo e della vite, cui si sono in seguito aggiunti anche i frutteti e la coltivazione dello zafferano.

Il progetto agricolo di Palazzo di Varignana è nato dalla volontà di Carlo Gherardi, il proprietario, nel credere in una forma di agricoltura moderna efficiente e nel contempo in grado di assicurare un rapporto equilibrato di armonia tra territorio, agricoltura, servizi di ospitalità e benessere per la persona.

Accanto al progetto olivicolo-oleario si è sviluppato di pari passo il progetto viti-vinicolo e così in questi due giorni di Enovitis in Campo i vigneti di Agrivar ospiteranno gli oltre 160 espositori della storica manifestazione organizzata dall’Unione Italiana Vini che prevede, sulla base anche delle precedenti edizioni, circa 7 mila visitatori che potranno apprezzare e ammirare la bellezza di un anfiteatro naturale che si avvantaggia di un microclima che ben si adatta alle colture dell’olivo e della vite, collocato tra i calanchi e le colline alle porte di Bologna.

Enovitis in Campo, alla sua diciottesima edizione, è una manifestazione itinerante. Queste, di seguito, le precedenti tappe che si sono finora tenute nel corso degli anni.

• 2023: Lombardia – Cantina Bottenago – Soc. Agr. Erian (Brescia)
• 2022: Friuli Venezia Giulia – Tenuta Ca’ Bolani (Udine)
• 2021: Piemonte – Pico Maccario (Asti)
• 2019: Toscana – Tenuta Trerose (Siena)
• 2018: Emilia Romagna – Azienda Il Naviglio (Reggio Emilia)
• 2017: Veneto – Vigneti Villabella (Verona)
• 2016: Puglia – Azienda Torrevento (Bari)
• 2015: Sicilia – Azienda vitivinicola Baglio Biesina (Trapani)
• 2014: Veneto – Cattolica Agricola Ca’ Tron (Treviso)
• 2012: Emilia-Romagna – Azienda Vitivinicola Condè (Forlì-Cesena)
• 2010: Veneto – Azienda Cà Tron (Treviso)
• 2008: Umbria – Azienda Falesco (Terni)
• 2006: Piemonte – Azienda Pico Maccario (Asti)
• 2004: Toscana – Guado al Tasso – Antinori (Livorno)
• 2002: Veneto – Azienda Lamberti – GIV (Verona)
• 2000: Emilia-Romagna – Azienda Cesàri (Bologna)
• 1998: Lombardia – Azienda sperimentale Riccagioia (Pavia)

Dall’esordio nel 1998 in Lombardia, Enovitis in campo è l’unica fiera dinamica in Italia interamente dedicata alle tecnologie per la viticoltura, ma anche per l’olivicoltura. La formula itinerante, che ha già trasformato in “palcoscenico” i vigneti di quindici aziende agricole in nove regioni italiane, consente di contestualizzare l’impiego delle tecnologie nei vari ambienti pedoclimatici e colturali che caratterizzano il vigneto e l’oliveto Italia, allargando lo sguardo all’olivicoltura là dove – come per l’edizione 2024 – l’areale di svolgimento lo consente. Tra le aree tematiche, Enovitis in campo Bio, uno spazio realizzato da FederBio Servizi in collaborazione con Unione Italiana Vini con la partecipazione di sponsor tecnici che punta ad approfondire le migliori tecniche di coltivazione per la conduzione di un vigneto in agricoltura biologica.

In apertura, scorcio della tenuta di Palazzo di Varignana

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia