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Quanto cibo sprecato a causa della data di scadenza

Solo nell’Unione europea, annualmente, si sprecano 88 milioni di tonnellate di cibo. Da alcuni progetti seguiti dall’Istituto di ricerca e tecnologia agroalimentare, Irta, emerge che molte aziende alimentari, spesso, non seguano una metodologia chiara per stabilire una data di consumo precisa: alcuni alimenti possono essere conservati anche oltre questa data in quanto il prodotto sarà ancora sicuro da mangiare. Un aiuto al comparto arriva dallo strumento Bestdate dell’Istituto, che si basa su criteri scientifici e fornirà dati appropriati per ciascun alimento

Olio Officina

Quanto cibo sprecato a causa della data di scadenza

Un terzo del cibo prodotto annualmente nel mondo viene sprecato (Fao, 2011). Secondo l’Ue, la causa del 10% degli sprechi alimentari è la marcatura delle date di scadenza e di consumo, che porta a scartare gli alimenti anche se sono adatti al consumo.

L’esperienza dell’Istituto di Ricerca e Tecnologia Agroalimentare, Irta, in alcuni progetti mostra che le aziende di trasformazione alimentare spesso non hanno criteri chiari o una metodologia per stabilire la data di scadenza e che la durata di conservazione stabilita per gli alimenti non deperibili spesso non obbedisce a criteri scientifici.

Questo fa sì che gli alimenti vengano buttati via quando sono ancora sicuri e adatti al consumo.

Per risolvere questo problema, l’irta sta lanciando il progetto Bestdate, il cui risultato principale sarà uno strumento basato su criteri scientifici che consentirà alle aziende alimentari e alle autorità competenti di stabilire la data di marcatura appropriata per ciascun alimento. Inoltre, il progetto fornirà raccomandazioni sulla tipologia di studi per stabilirne la durata.

“Quando si definisce la data di scadenza, a volte si dà la priorità alle esigenze commerciali della logistica e della distribuzione e non a quelle scientifiche, che considerano i fattori che determinano la sicurezza e la qualità degli alimenti durante il loro periodo di conservazione”, spiega Maria Dolors Guàrdia, ricercatrice dell’area Industrie alimentari dell’irta e responsabile del progetto.

“Non tutti gli alimenti scadono; secondo la normativa vigente, scadono solo quelli che possono contenere microrganismi patogeni che possono crescere e/o produrre tossine durante la vita utile dell’alimento e che, quindi, possono rappresentare un rischio per la salute del consumatore”, ricorda la ricercatrice. Per quanto riguarda la durata dei prodotti, questa “deve avere una base scientifica”, sottolinea l’autrice.

Nel 2020, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa, ha pubblicato una guida con i criteri per stabilire il tipo di data che corrisponde a un alimento. Tuttavia, secondo Guàrdia, “ci sono molte aziende che non lo conoscono o hanno difficoltà a interpretarlo”.

Inoltre, la maggior parte delle piccole aziende catalane non dispone di tecnici qualificati e/o di un’infrastruttura che consenta di stabilire la data di scadenza con criteri oggettivi.

Nell’ambito del progetto Bestdate, sarà progettato uno strumento di supporto alle decisioni disponibile online, facile da usare e interattivo. Basato sull’albero decisionale della guida Efsa, integrerà i criteri e i fattori che determinano la data di marcatura che un alimento deve riportare e fornirà i criteri scientifici in base ai quali decidere se un prodotto debba riportare la data “da consumarsi preferibilmente entro” – a causa delle sue implicazioni per la sicurezza alimentare – o se, al contrario, la data appropriata sia quella “da consumarsi preferibilmente entro”.

Inoltre, alle aziende del settore alimentare verrà fornita una guida metodologica per la realizzazione di studi volti a stabilire la data di scadenza, identificando i fattori che limitano la qualità del prodotto e i parametri per monitorarne la qualità durante la vita a scaffale attraverso le relative analisi fisico-chimiche o sensoriali.

“Molti degli strumenti di questa guida si baseranno sull’analisi sensoriale e renderanno più facile stabilire la data in cui il consumatore non accetta più la qualità sensoriale del prodotto utilizzando criteri scientifici e tecnici”, spiega Guàrdia. La versione beta dello strumento sarà valutata da Pmi e microimprese, oltre che dalle autorità competenti, e si prevede che sarà disponibile in catalano, spagnolo e inglese nel 2024.

La maggior parte dei prodotti freschi o altamente deperibili dal punto di vista microbiologico, come carne, pesce o latte fresco, ha una data di scadenza.

Ciò significa che, se vengono consumati dopo questa data, possono rappresentare un pericolo immediato per la salute della persona che li consuma.

D’altra parte, altri prodotti non deperibili come legumi secchi, pasta secca, cibo in scatola o biscotti hanno una data di scadenza, che è la data fino alla quale l’alimento mantiene le sue proprietà specifiche se conservato correttamente. In altre parole, possono essere consumati oltre questa data e sono ancora sicuri da mangiare, e solo la loro qualità sensoriale può essere compromessa.

Si stima che ogni anno nell’Ue vengano sprecate 88 milioni di tonnellate di cibo – l’equivalente di mezzo chilogrammo per abitante al giorno – che nella sua produzione e distribuzione ha generato 170 milioni di tonnellate di CO2 e utilizzato 261 milioni di tonnellate di risorse diverse. I dati disponibili indicano che in Catalogna si sprecano 35 kg di cibo a persona.

 

In apertura, foto di Olio Officina©

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