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Salvare (e valorizzare) il settore olivicolo e oleario italiano in sette punti chiave

È proprio con il documento Valore Extra che il Fooi, Filiera olivicola olearia italiana, intende definire tutte le modalità per il rilancio di questo prezioso alimento. È necessario avviare una seria attività di comunicazione dedicata ai vantaggi salutistici dell’olio, soprattutto alla luce di un momento storico come quello attuale, caratterizzato da quantitativi sotto la media e quotazioni alte, come afferma la presidente dell’organismo, Anna Cane

Olio Officina

Salvare (e valorizzare) il settore olivicolo e oleario italiano in sette punti chiave

Un manifesto dedicato all’olio extra vergine d’oliva, promosso da tutta la filiera per valorizzare il prodotto e tutti gli attori del settore coinvolgendo la controparte istituzionale.

È con questo documento che Fooi, l’Interprofessione dell’olio d’oliva, intende definire, una volta per tutte, modalità e idee per il rilancio di questo prodotto emblematico della Dieta mediterranea, dando visibilità anche agli operatori della filiera olivicolo-olearia.

Il documento programmatico si chiama Valore Extra e l’organismo interprofessionale ne ha già stilato i principi essenziali.

“L’attuale situazione dell’olio d’oliva, caratterizzata da quantitativi sotto la media e quotazioni alte, deve essere l’occasione per rivedere l’approccio al consumo di questo prodotto – osserva Anna Cane, presidente del Fooi – grazie alle sue qualità, ci regala una salute migliore, ci fa mangiare con più gusto e contribuisce, anche in tempi di crisi, al nostro sistema produttivo”.

A seguire, i principali punti di Valore Extra.

Riconoscere, una volta per tutte, il grande valore dell’olio: economico, sociale, salutistico. Occorre ripartire proprio dalla necessità di riaffermare il ruolo dell’extra vergine, nonostante la campagna complicata e l’inflazione ancora presente nel carrello degli italiani. “L’olio regala gusto e salute – sottolinea la presidente dell’Interprofessione, il suo valore è altissimo, ma non viene riconosciuto. L’olio non nasce sugli alberi, ma è il risultato di un impegno costante, che comincia sul campo, passa per i frantoi, per poi giungere nelle aziende olearie”.

Ogni anello della filiera è importante. Fooi sottolinea come tutti i passaggi di produzione dell’extra vergine, dal campo fino alla tavola, siano essenziali per la produzione dell’olio extra vergine, nessuno escluso, e rappresentino segmenti economici, con ricadute significative sul tessuto imprenditoriale e sociale del territorio. “Questo significa anche occupazione, crescita, costi da affrontare”.

No alla corsa al sottocosto. La pratica delle vendite sottocosto ha svilito negli anni la reputazione dell’extra vergine, convincendo il consumatore che l’olio costa poco perché vale poco. Questa gara al ribasso invita il consumatore alla ricerca del prezzo minore, inteso come unico criterio di scelta dell’extra vergine.  Per queste ragioni, la filiera lavora da anni ai limiti della sostenibilità. Per il Fooi, “questo periodo di quotazioni maggiori deve servire a riposizionare l’olio a scaffale, attribuendogli il valore che merita e remunerando la stessa filiera, in particolare la parte agricola, in modo adeguato”.

Innovare per essere competitivi. Il mondo dell’olio deve rafforzare la sua competitività rispetto agli altri Paesi, sempre più forti e aggressivi, modernizzando impianti e processi produttivi. In questo modo sarà possibile aumentare la produzione, di cui l’Italia è fortemente deficitaria a causa della Xylella e del cambiamento climatico, e rendere più efficiente il settore, riducendo anche i costi di produzione.

Olio da olive vuol dire salute. L’extra vergine è molto più di un semplice condimento. Non è un grasso alimentare comune, è un alimento a tutto tondo. La ricerca scientifica ne ha attestato i benefici nutrizionali e salutistici, che ne fanno un prodotto unico nel suo genere, capace di salvaguardare il cuore e il sistema cardiocircolatorio, oltre che di contribuire alla prevenzione dei tumori per le sue virtù antinfiammatorie. Se la Dieta Mediterranea è ritenuta la dieta più salutare e sostenibile al mondo, lo deve anche all’apporto dell’olio d’oliva. “Purtroppo, per i consumatori questi concetti sono tutt’altro che acquisiti – afferma la presidente di Fooi -. La riduzione delle quantità di olio e l’aumento delle quotazioni fanno temere che i consumatori si allontanino dall’extra vergine preferendogli prodotti meno salutari ma più convenienti”.

Il valore dell’olio va comunicato. L’olio extra vergine d’oliva deve essere al centro di una grande campagna di sensibilizzazione, capace di raccontare l’extra vergine a tutto tondo, trasmettendo la sua insostituibilità nella dieta gli italiani. “Lo chiediamo da anni alle istituzioni – afferma il Fooi – ora appare urgente avviare una seria attività di comunicazione dedicata ai vantaggi del consumo di olio d’oliva, focalizzata sugli effetti salutistici di questo alimento”.

Ascoltare la filiera. L’organismo interprofessionale auspica che finalmente si rilanci il dialogo tra il mondo olivicolo-oleario e le istituzioni, attraverso un tavolo permanente, in modo da costruire una nuova politica di valorizzazione e promozione dell’extra vergine d’oliva, basata su una strategia condivisa. È necessaria una nuova visione sul lungo periodo, che ci consenta di far crescere in qualità e quantità il nostro settore”, è l’auspicio finale del Fooi.

In apertura, foto di Olio Officina©

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