Economia

Un futuro sostenibile per l’olivicoltura. Costa d’Oro lancia “Planet O-live”

L’obiettivo della storica casa olearia umbra è incrementare la produttività della filiera riducendo nel contempo l’impatto sull’ambiente attraverso la proposta di un modello virtuoso da attuare in stretta collaborazione con il mondo scientifico e il comparto olivicolo, senza trascurare gli aspetti economici e sociali

Olio Officina

Un futuro sostenibile per l’olivicoltura. Costa d’Oro lancia “Planet O-live”

A Milano, nei giorni scorsi, Costa d’Oro è stata protagonista di un evento in cui sono accadute due cose importanti.

La prima: la presentazione dell’olio extra vergine di oliva “Zero”, un nome che non lascia adito a dubbi, visto che è il primo olio in Italia che si presenta con “Zero Pesticidi Residui”, e dell’olio “Dop Umbria”, nel segno dell’intesa siglata con Assoprol. L’obiettivo di un’azienda, si sa, è concentrare le proprie attenzioni sul prodotto per il quale l’impresa si fonda: l’olio, appunto. Questa centralità la si vede concretizzare in un’ottica che si impegna a essere a tutti gli effetti una novità, soprattutto in un settore così poco incline alla collaborazione tra i vari attori della filiera, come pure e a un impegno forte e condiviso sul fronte della sostenibilità. Eppure, tutto ciò pare sia qualcosa di ben concreto.

La seconda cosa importante è che in questa opera corale, che rientra nel progetto denominato “Planet O-live”, tra i protagonisti vi è pure il mondo della ricerca, attraverso la presenza della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università di Perugia.

Due aspetti, questi, che vedono sulla scena da un lato il prodotto, l’olio, dall’altro le persone che lo producono, intente a fare la propria parte cercando di muoversi all’unisono con l’intento di incrementare la produttività ma senza compromettere il valore della sostenibilità in una chiave di lettura tripartita: senza dubbio ambientale, ma anche economica e sociale.

Pascal Pinson, ceo di Costa d’Oro

Importante quanto sostenuto da Pascal Pinson, il ceo di Costa d’Oro, in apertura dell’incontro. Con un monito chiaro: “è bene smettere di lamentarsi contro chi non fa investimenti. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Non vogliamo essere spettatori passivi di questa situazione. Il nostro obiettivo – ribadisce – è essere attori, parte di un sistema, e insieme presenza attiva e operosa, coinvolgendo tutti gli attori della filiera”.

Smettere di lamentarsi, dunque. Ed ecco l’iniziativa che tacita ogni fuga dalla realtà: la Planet O-live Academy. Per Ivano Mocetti, direttore generale di Costa d’Oro, non ci sono incertezze al riguardo: “abbiamo sviluppato questo progetto perché lo riteniamo giusto e necessario. L’Accadeny – ha detto – si compone di più figure di riferimento allo scopo di utilizzare le conoscenze cui si è giunti nel corso di questi anni e trovare una piena realizzazione nell’ambito della filiera. Queste conoscenze confluiranno in un manifesto della sostenibilità attraverso due filoni: l’aspetto economico e a ambientale. Tutto ciò sarà esteso agli operatori del settore ed entro il 2030 si vorrà raggiungere l’obiettivo di oltre un milione di piante, puntando a un nuovo prodotto a zero pesticidi”.

Questo percorso virtuoso sarà portato avanti da Costa d’Oro insieme a dei selezionati olivicoltori di Confagricoltura e Assoprol . Si applicheranno  pratiche sostenibili verificandone di volta in volta l’efficacia, così da creare il “Manifesto della produzione sostenibile” entro il 2024 e divulgarlo al maggior numero di olivicoltori per fare in modo che oltre un milione di olivi vengano gestiti, piantati, e laddove necessario recuperati in modo sostenibile entro il 2030, proteggendo la biodiversità attraverso progetti mirati a un minor uso di pesticidi nei campi a partire dal 2023.

In cosa consiste il piano di sostenibilità “Planet O-live”

Con “Planet O-live” Costa d’Oro si impegna a fare attivamente la propria parte per aumentare la produttività della filiera dell’olio da un lato e ridurne l’impatto sull’ambiente dall’altro, con una serie di azioni concrete tra cui: la riduzione di pesticidi, l’uso più efficiente delle risorse idriche e dei fertilizzanti, la gestione del suolo mediante l’inerbimento, l’utilizzo di energie rinnovabili negli stabilimenti produttivi, gli accordi di filiera per sostenere la produzione italiana, il recupero e la piantumazione di nuovi ulivi, fino alla tracciabilità di ogni fase di produzione a garanzia della qualità verso il consumatore finale. Le misure, divise in quattro aree di intervento e tutte già avviate, giungeranno complessivamente a compimento nel 2030, data individuata dall’ONU nei Sustainable Development Goals 2030.

Perché questo impegno per l’ambiente

Semplicemente perché l’ambiente è il fondamento stesso di una impresa che produce olio e di conseguenza l’olio lo ricava dalle olive prodotte in un oliveto, quindi in un  contesto ambientale che va continuamente protetto e preservato. Non è una vocazione recente da parte di Costa d’Oro. Infatti sin dalla sua fondazione, nel 1968, ogni fase della produzione si è avvalsa delle tecnologie e della ricerca al fine di preservare autenticità, qualità e ricchezza organolettica dei prodotti, con una spinta sempre crescente all’efficientamento dei processi lungo tutta la filiera e alla riduzione dell’impatto ambientale, divenuta oggi di primario interesse a livello globale. Sin dal 2013, inoltre, l’azienda ha ricevuto la certificazione “Green Heart Quality, quale Eccellenza Green della Regione Umbria. In tempi più recenti, sono stati pure eliminati i copri-capsula dalle bottiglie, consentendo un risparmio di 9000 kg di rifiuti all’anno e i pannelli fotovoltaici sul tetto dell’impianto produttivo coprono il 30% del fabbisogno di energia elettrica dell’azienda. L’ambiente va semp’re protetto, perché è una risorsa molto importante, da non trascurare.

Cosa succede a partire dal 2018

Nel 2018, con l’ingresso nel Gruppo Avril, che Costa d’Oro inizia a porre le basi di un vero e proprio piano strategico di sostenibilità con un’idea e un intento chiari: avvicinare il proprio modello di sviluppo a quello di matrice prettamente agricola di Avril, tramite il coinvolgimento attivo e la collaborazione sinergica con istituzioni scientifiche, associazioni di settore, agricoltori, frantoiani, produttori, e anche consumatori, per far fronte comune alle criticità del settore. Con le superfici a oliveto diminuite e una produzione nazionale dimezzata, l’olivicoltura italiana, infatti, paga oggi antiche carenze strutturali come l’assenza di investimenti, l’obsolescenza di impianti e tecniche e l’incuria dei terreni, a cui negli ultimi anni si è aggiunta anche la siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici.

Cosa succede a partire dal 2020

Nell’autunno 2022 succede che Costa d’Oro ha dato vita alla «Planet O-live ACADEMY», che consiste in un comitato scientifico composto da due eccellenze accademiche italiane: il team di ricerca del prof. Sebastiani presso il Centro di ricerca Produzioni vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e il team di ricerca del prof. Servili presso il Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università di Perugia. Accanto a loro, ci sono anche due realtà del mondo produttivo: Confagricoltura e Assoprol, insieme a un team interno di Costa d’Oro.

La Planet O-live Academy lavorerà direttamente con gli olivicoltori selezionati da Confagricoltura e Assoprol per:

  • Applicare le pratiche sostenibili, verificarne l’efficacia, creare il “Manifesto della produzione sostenibile” entro il 2024 e divulgarla al maggior numero possibile di olivicoltori per fare in modo che oltre 1 milione di alberi siano gestiti, piantati e/o recuperati in modo sostenibile entro il 2030.
  • Proteggere la biodiversità attraverso progetti mirati a fare un minor uso di pesticidi nei campi dal 2023.

Il secondo gruppo, guidato dal prof. Maurizio Servili del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università di Perugia, coinvolge i frantoiani con l’obiettivo di recuperare e valorizzare gli scarti del processo di estrazione meccanica degli oli vergini di oliva in un’ottica di economia circolare.

Costa d’Oro, oltre a coordinare l’agenda dei lavori della Academy

  • lancerà il primo olio in Italia certificato per Zero pesticidi residui;
  • divulgherà e farà firmare come parte del processo di qualifica, al 100% dei nostri fornitori, la “Carta del fornitore di olio d’oliva” entro il 2025.

Un percorso per la salvaguardia della biodiversità

In una visione in cui produttività economica e sostenibilità ambientale contribuiscono insieme alla crescita dell’intera filiera, Costa d’Oro ha iniziato un percorso per la salvaguardia della biodiversità che, attraverso una serie di partnership sia all’interno del gruppo Avril sia sul territorio, porterà a oltre 1 milione di alberi a essere gestiti in modo più sostenibile, piantati o recuperati entro il 2030, con un impatto positivo anche sull’occupazione agricola.

Sul fronte del prodotto, la sensibilità dei consumatori al tema della contaminazione degli alimenti è notevolmente cresciuta negli ultimi anni. Ad esempio, l’uso di antiparassitari nelle coltivazioni è vissuto come una minaccia per la salute, anche nelle quantità consentite dalla legge (Regolamento 396/2005 Capo III, Articolo 18). Da una ricerca Nielsen del 2022, il 63% dei consumatori intervistati fa molta attenzione a ciò che mangia, il 55% legge con abitualmente la lista degli ingredienti riportata sulla confezione, il 64% è attento all’origine degli alimenti e quasi un intervistato su tre predilige alimenti prodotti in modo sostenibile. L’approccio all’alimentazione è, dunque, sano e controllato, con un’estrema attenzione all’etichetta e alla semplicità, freschezza, artigianalità e italianità degli ingredienti.

“Costa d’Oro Zero”. Uno Zero che vale Oro

Cosa significa Zero per Costa d’Oro? Significa intanto che Costa d’Oro è la prima azienda in Italia a lanciare un extra vergine certificato da SGS Italia per Zero Pesticidi Residui sul prodotto finito. In risposta alla crescente attenzione dei consumatori verso produzioni sostenibili, l’azienda lancia “Costa d’Oro Zero”. Zero Pesticidi Residui vuol dire che tutti i residui della lista volontaria adottata da Costa d’Oro, redatta in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, sono al di sotto della soglia di quantificazione analitica di 0,01 mg/kg (cosiddetto Zero Tecnico). Il processo di analisi interno consente di individuare la possibile presenza di oltre 260 tipologie di fitofarmaci e solo l’olio in cui queste molecole sono inferiori alla soglia analitica di quantificazione ottiene il marchio Zero pesticidi residui. In azienda il 100% della produzione è interamente testato e prevede oltre 300 analisi per bottiglia e blend. Successivamente i prodotti Zero pesticidi residui vengono sottoposti ad ulteriori 260 test di qualità attraverso laboratori esterni accreditati e l’esito dei controlli è tracciato su blockchain attraverso il QR code presente in etichetta, in un’ottica di totale trasparenza verso il consumatore finale.

La valorizzazione della filiera olivicola nazionale

Valorizzare la filiera produttiva è un punto fermo, e l’Italia ne ha una grande necessità. E così, per Costa d’Oro resta una delle mission principali. Nella seconda area di intervento del piano di sostenibilità dedicata allo sviluppo delle attività locali l’azienda si pone, dunque, l’obiettivo di raddoppiare le vendite di olio d’oliva 100% italiano entro il 2030, sia nel prodotto a marchio Costa d’Oro, sia in quello per i marchi della Gdo, contribuendo così a preservare l’elevatissima varietà di cultivar dell’Italia, che vanta circa un terzo dei 1500 cultivar presenti nel mondo.

Filiere locali e sostenibili anche per quanto riguarda i fornitori di packaging, logistica e trasporti. Dall’inizio di quest’anno l’azienda utilizza criteri di sostenibilità per la qualifica dei fornitori e si impegna, a parità di altre condizioni, a dare la priorità a fornitori locali e sostenibili.

Nel modello Costa d’Oro la valorizzazione della filiera olivicola non può prescindere da azioni per la valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e artistico del nostro Paese, in particolare della Regione Umbria.

Le caratteristiche ambientali del territorio umbro sono tra le più favorevoli per la produzione di olio. Il suo clima consente una maturazione lenta delle olive che abbassa il tasso di acidità e i suoi terreni collinari, particolarmente permeabili, consentono alle radici di assorbire facilmente le sostanze nutritive. Per proteggere questa tipicità l’azienda di Spoleto ha sottoscritto un protocollo di intesa di lungo periodo con Assoprol, l’Associazione Produttori Olivicoli Umbri, riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura (MASAF), che oggi conta 800 olivicoltori e che da sempre promuove l’innovazione delle prassi agronomiche preservando gli aspetti tipici dell’olivicoltura umbra. Da questa intesa nasce la linea “Dop Umbria” di cui Costa d’Oro sostiene in maniera sinergica la commercializzazione.

L’extra vergine a marchio “Dop Umbria”

Quello a firma Costa d’Oro è un olio Dop Umbria estratto a freddo, non sottoposto a filtrazione e ottenuto da olive della sottozona Assisi-Spoleto. Un olio corposo e denso, dal colore verde brillante e dal profumo fruttato con sentori di erba appena tagliata, che conserva la freschezza delle olive appena spremute per portare in tavola tutta la tipicità del territorio umbro.

Grazie al Protocollo d’intesa Costa d’Oro supporta direttamente gli olivicoltori attraverso la divulgazione del know-how di Assoprol sui temi della qualità, tracciabilità, agricoltura di precisione e metodi sostenibili.

Un’agricoltura sostenibile si inserisce armonicamente nel territorio e ciò vuol dire anche rispettare i tesori paesaggistici, culturali e artistici che di quel territorio sono testimonianza storica. Con questo approccio, per contribuire concretamente alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio di natura e arte del nostro Paese, Costa d’Oro nel 2023 ha scelto di sottoscrivere la membership Corporate Golden Donor del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, e di partecipare alla manutenzione annuale di un Bene FAI, con particolare riferimento alla cura degli ulivi nel Bosco di San Francesco ad Assisi.

La presentazione a Milano del progetto Planet O-live

I cambiamenti climatici cambiano anche i nostri atteggiamenti verso l’ambiente

Che il clima stia cambiando è sotto gli occhi di tutti, nessuno può sostenere il contrario. Sono cambiamenti che derivano in larga parte dall’aumento di CO2 dovuto alla produzione di energia da combustibili fossili. Questa situazione, con periodi sempre più frequenti di caldo estremo e siccità, si ripercuote negativamente sull’agricoltura e sull’olivicoltura.

“Secondo recenti studi – ha affermato al riguardo il professor Luca Sebastiani, docente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – l’olivicoltura favorisce i processi di mitigazione del cambiamento climatico attraverso la fissazione della CO2 atmosferica (dati riportati dal Consiglio Olivicolo Internazionale indicano che per ogni litro di olio d’oliva prodotto si possono arrivare a sottrarre dall’atmosfera fino a 10 kg di CO2 – stime di altri autori parlano di valori compresi tra 2,7 e 5,5 kg di CO2 in funzione del modello di produzione). I cambiamenti climatici possono invece essere dannosi per l’olivicoltura a causa degli stress (idrici, salini e termici) ad essi connessi”.

L’olivicoltura, pertanto, subisce danni dal cambiamento climatico, ma al tempo stesso può contribuire a mitigarne gli effetti. Anche le attività correlate alla produzione olivicola, come imballaggio e trasporti, hanno un impatto diretto sulle emissioni di CO2: circa 80.000 tonnellate annue, di cui circa 12.000 prodotte dalle confezioni, particolarmente dal vetro e dalla carta. Decisa a fare la propria parte per limitare le conseguenze del riscaldamento globale, Costa d’Oro si impegna, quindi, a eco-ridisegnare i propri pack per ridurre del 10% le emissioni di CO2 entro il 2030. Inoltre l’azienda, che già copre attualmente il 30% circa del suo consumo di energia elettrica utilizzando i pannelli fotovoltaici installati sul tetto dello stabilimento, sottoscrive nel piano “Planet O-live” l’impegno ad aumentare questa quota per raggiungere il 50% nel 2030.

Un progetto collettivo e inclusivo

C’è una quarta area di intervento nel piano “Planet O-live” di Costa d’Oro e riguarda le persone, ovvero coloro che ogni giorno si impegnano per dar vita a un prodotto sano e autentico, prendendosi cura del territorio e del clima in cui esso nasce, e chi ogni giorno quel prodotto lo sceglie nell’alimentazione quotidiana.

Costa d’Oro ha ottenuto la Certificazione di Sostenibilità Sociale SA8000 per l’attenzione verso i fornitori e nei confronti dei propri dipendenti. Tra le ulteriori azioni previste dal piano “Planet O-live” l’azienda ha attivato corsi interni periodici sulla sicurezza, coaching e mentoring oltre ad iniziative di welfare e corsi di potatura e di formazione sull’olivicoltura e la sostenibilità per i dipendenti.

Con “Planet O-live” l’azienda di Spoleto rafforza, inoltre, il suo impegno per promuovere l’inclusione sociale in particolare nel mondo olivicolo. Attraverso l’attuale collaborazione con “Le Olivastre”, associazione nata nel 2014 per iniziativa di tre donne che decidono di recuperare un oliveto secolare abbandonato sulle colline del lago Trasimeno, Costa d’Oro si impegna a contrastare l’incuria, uno dei grandi problemi dell’olivicoltura italiana estremamente frammentata e spesso impervia, e a trasformare l’incolto attraverso la cultura del recupero. A partire dall’autunno 2023 l’azienda promuoverà anche borse di studio, seminari nelle scuole agrarie e nelle università e corsi di potatura tenuti dagli studenti. Sempre a partire dalla seconda metà del 2023, infine, Costa d’Oro porterà a termine l’organizzazione di visite in azienda per accogliere i visitatori, far toccare con mano le proprie aree di eccellenza nella selezione e nell’assaggio degli oli, con un approccio coinvolgente e trasparente alla qualità del prodotto e dei processi aziendali.

Cos’è, più precisamente, “Planet O-live”?

La risposta da riassumere in poche righe può essere la seguente: Planet O-live è un pianeta che ruota intorno al frutto di una pianta millenaria i cui abitanti promuovono, insieme, uno stile di vita più autentico, trasparente e inclusivo per riscoprire le radici e coltivare un futuro sostenibile per il settore olivicolo
e per le future generazioni.

Si ringrazia per la notizia e le foto Michela Adinolfi

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