Collegare il mare all’ulivo. Il modello Vieste
Secondo Dario Carlino, questa città del Gargano, con circa due milioni di turisti l’anno, diventando oggi – a parte questa estate anomala - la ventiseiesima destinazione turistica italiana e la tredicesima tra le città di mare, non può trascurare il suo entroterra tra uliveti e foresta umbra. Ecco allora che anche in questo 2020 così anomalo per fortuna la “Settimana dell’Olio” si svolgerà e tutti i turisti saranno i benvenuti
Dario Carlino è una figura centrale nella città di Vieste, perché oltre a essere assessore del Comune, è un grande promotore di iniziative culturali. Dalla sua, a renderlo un personaggio chiave, c’è la grande tenacia e determinazione, ma anche la fortuna di trovarsi in un luogo di incantevole bellezza. Vieste, infatti, è una cittadina che ha una potenzialità turistica incredibile e ha la bellezza del mare come dell’entroterra, con paesaggi favolosi e ben curati.
Quando l’estate il nostro direttore, Luigi Caricato, è stato a Vieste a parlare di olio, in quella che è la “Settimana dell’olio”, si è detto piacevolmente sorpreso anche dalla qualità della proposta culturale e dalla capacità di presentare il territorio in modo completo ed esaustivo.
L’idea fondante di questa iniziativa sta tutta nel riuscire a portare i turisti oltre l’ambito prettamente balneare. Vieste ha un mare incantevole, espressione di pura bellezza impareggiabile, ma attrarre il turista per portarlo all’interno è una bella sfida, perché non di solo mare vive il Gargano. Gli olivi, per esempio, rappresentano un altro volto della bellezza.
L’intervento di Dario Carlino a Olio Officina Festival
Ringrazio il dottor Caricato per l’invito che ci ha fatto come amministrazione per presentare la nostra “Settimana dell’olio”. Ecco allora la necessità di un breve excursus per capire quella che è la storia turistica del nostro territorio, perché tutto nasce anche da quel che eravamo. Negli anni ’60 Vieste era solo ed esclusivamente un territorio in cui si coltivava la terra, quindi gli olivi in particolare.
Negli anni ’60 venne a trovarci, per nostra grande fortuna, Enrico Mattei. A Vieste, per cercare del petrolio. Al largo delle coste del Gargano. Perché era convinto che ci fosse. Quando arrivò rimase folgorato dalle bellezze del territorio. Restò colpito da quella che oggi è Pugnochiuso: la baia di Pugnochiuso. Rimane affascinato dalla caratteristica unica del nostro territorio, immerso nel mare in tutte le sue parti, in tutti i suoi confini.
Vieste è circondata dal mare. È un’isola immersa nel mare. Questa sua specificità di essere un’isola dal punto di vista geografico, e quindi come tale un’area isolata dal mondo, ha reso Vieste sempre poco frequentata dalle persone, comunque non facilmente raggiungibile. Ebbene, questa difficoltà di raggiungere Vieste ha portato negli anni passati a far sviluppare solamente la parte agricola del territorio.
Tuttavia con Enrico Mattei si aprì una luce nuova, un meccanismo propulsore che entrò nella mentalità degli abitanti del viestano. Ovvero, si iniziò a creare turismo, attraverso la valorizzazione della bellezza intatta del territorio. Le presenze turistiche, crebbero, ed erano tante le persone che iniziarono a venire da fuori. Arriva lo “straniero”, si diceva; arriva attraverso il forestiero, ed è proprio attraverso coloro che non erano viestani che iniziarono a nascere le strutture turistiche, che oggi sono tantissime, numerosissime, e che hanno la possibilità di portare ad avere una accoglienza turistica di numerosissimi posti letti, tanto da far raggiungere i due milioni di presenze annuali.
Negli ultimi quattro, cinque anni, si sono state ormai standardizzate le presenze turistiche, attestandosi tra il milione nove e novanta e i due milioni e dieci di turisti: quindi circa due milioni di turisti l’anno, diventando così, incredibilmente se solo guardassimo al passato, a essere la ventiseiesima destinazione turistica italiana e la tredicesima tra le città di mare, tant’è vero che Vieste è entrata di diritto nel “G20 delle spiagge”, quindi è un territorio con una grandissima capacità turistica. Questo, però, ha fatto sì che si spendesse minor tempo, risorse e comunicazione soprattutto su quel che era l’aspetto principale dell’economia viestana, basata segnatamente sull’olio, quindi sui terreni, sull’olivo, sull’olio prodotto.
Questo è un grande peccato, a mio parere, anche perché Vieste ha delle grandissime potenzialità, per quanto riguarda i suoi terreni, per quanto riguarda la produzione dell’olio, per quanto riguarda le piantagioni di ulivo. Anche perché, aggiungo, il territorio di Vieste, se lo pensiamo guardandolo dall’alto, è una striscia lunghissima dove ci sono metri e metri di mare, ma verso l’interno si va pian piano verso una Foresta Umbra che si trova a 3 km dal mare, dove non si vede più il mare, ma si vede solo la foresta umbra e si pensa di stare in un’altra realtà, circondata da uliveti e immersa negli uliveti, tant’è vero che delle nostre attività, da quando sono diventato assessore al comune, l’attività fondamentale del mio assessorato è stata di collegare il mare all’ulivo e creare quell’evento che è appunto la “Settimana dell’olio”, che ha come sottotitolo “Un mare di ulivi”, cioè l’uliveto e il mare.
La gente viene a Vieste solo per il mare. È venuta a Vieste in questi anni solo ed esclusivamente per il mare, ma noi abbiamo intenzione di far conoscere quel che è anche l’aspetto alternativo al mare: l’olio e l’ulivo, la produzione di olio che è tra l’altro di buona qualità e quindi per questo motivo, in questa “Settimana dell’olio”, abbiamo pensato di creare tantissimi eventi che potessero intrattenere gli ospiti attraverso eventi, manifestazioni, piccole attività ma di grandissimo impatto. Abbiamo preparato un video che dura un minuto ed era la parte quasi finale di questa realtà di cui st parlando e che volevo far vedere proprio per dimostrare quel che è la “Settimana dell’olio”
L’edizione di quest’anno è la quarta edizione e noi siamo riusciti nell’obiettivo che ci siamo posti. Il primo anno è stato un esperimento: cercare di far conoscere il nostro territorio alle persone che normalmente vengono a Vieste, e, debbo ammettere, ci siamo resi conto che effettivamente la nostra iniziativa aveva un suo perché e ha funzionato.
L’anno scorso abbiamo avuto il piacere – grazie alla dottoressa Sabrina Pupillo, che coordina la realizzazione della “Settimana dell’olio”, e grazie anche alle aziende produttrici con i frantoiani che comunque danno un loro contributo in fatto di partecipazione – di realizzare una settimana che, ci tengo a dire, è stata completamente a carico del Comune, perché è proprio l’Amministrazione a credere in questo progetto.
Abbiamo avuto il piacere di ospitare il dottor Luigi Caricato e, quest’anno, ci ha dato la possibilità di venire a Milano a presentare il nostro progetto a Olio Officina Festival. Quindi, grazie anche per questo spazio. Quest’anno ripeteremo quelle che sono state le attività dello scorso anno, mettendoci anche, ovviamente, i laboratori: i saponi fatti con l’olio extra vergine di oliva, ma anche tante cose belle, come i concerti di musica classica negli oliveti.
È stata un’esperienza fantastica, con i musicisti che a un certo punto si sono pure emozionati, a tal punto da aver espresso il piacere di poterlo rifare, ripetere l’anno successivo una esperienza che si è rivelata qualcosa di molto speciale.
Questa è la “Settimana dell’olio”. Questa è la Vieste che ci piace portare in giro e far conoscere ovunque, non soltanto agli italiani, ma a ogni altro popolo che ama la bellezza e la natura. Grazie.
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IN PUGLIA LA SETTIMANA DELL’OLIO A VIESTE
Nota. Questo intervento di Dario Carlino è stato pronunciato sabato 8 febbraio 2020. Chi avrebbe mai immaginato il drammatico evolversi degli eventi, con le paure dettate dal Covid-19. Nonostante ciò, anche in considerazione che l’emergenza è stata per fortuna superata, l’evento la “Settimana dell’Olio di Vieste” si svolgerà, e presto saranno comunicati date e dettagli del programma.
La foto di apertura è di Luigi Caricato per Olio Officina ©
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