Le urgenti e necessarie opere di bonifica in Puglia
Manutenzioni che da ordinarie sono diventate straordinarie, e un inadeguato governo del territorio, stanno arrecando una serie di importanti problematiche all’ambiente e ai cittadini. Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi, Associazione nazionale delle bonifiche, delle irrigazioni e dei miglioramenti fondiari, ha fatto luce sulla complessa situazione in cui versano i Consorzi preposti a queste attività e su come l’incuria dettata dal commissariato stia facendo perdere risorse vitali per la prevenzione e per successivi interventi
Il fico nel canale.
Potrebbe essere la foto di una “nuova biodiversità” quella scattata in un canale a Zuddeo Minervino, ostruendolo completamente, nell’area di competenza del Consorzio di Bonifica, commissariato, Ugento Li Foggi.
La foto, che ha fatto tanto discutere, mette in evidenza ovviamente tutto quello che da venti anni a questa parte non è stato fatto dai Consorzi di Bonifica della Puglia, tranne qualche eccezione, in termini di manutenzione e bonifica del territorio.
Ne abbiamo parlato con Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi, l’Associazione Nazionale delle Bonifiche, delle Irrigazioni e dei miglioramenti fondiari, detta anche Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue.
La situazione dei Consorzi di bonifica in Puglia ancora oggi risulta di grande complessità: quattro dei sei Consorzi sono stati gestiti da Commissari per molti anni, alcuni sin dagli anni novanta, altri negli anni Duemila e, quindi, da un Commissario unico.
Nei Consorzi commissariati la Regione Puglia con legge 4/2003 impose la sospensione dell’emissione dei ruoli di contribuenza disponendo, nel contempo, che alla relativa copertura avrebbe provveduto la Regione stessa destinando le relative risorse in sede di bilancio, sostituendosi ai contribuenti.
“Le somme destinate ai quattro Consorzi a tale titolo, secondo la “bizzarra” interpretazione della Regione, sottolinea Gargano, sarebbero state erogate a titolo di anticipazioni. In alcuni documenti tali somme vengono addirittura ricomprese nell’ammontare dei debiti dei Consorzi. Peraltro, è evidente l’infondatezza di tale impostazione atteso che i consorziati, cui andrebbero richieste le relative somme, non erano certamente responsabili né avevano partecipato in alcun modo alla gestione di tali somme che nella sostanza avevano il solo scopo di pagare le spese del personale. In tale situazione la Regione con legge 37/2014 aveva disposto nuovamente la sospensione della riscossione dei contributi per gli immobili urbani impegnandosi ad erogare ai Consorzi commissariati circa 1,5 milioni di euro; dall’altro, dispose per il secondo semestre 2014 una erogazione a favore dei quattro Consorzi commissariati della somma complessiva di otto milioni e 500mila euro, per un totale di circa dieci milioni di euro, al fine di consentire l’attuazione delle leggi regionali 12/2011 e 4/2012 finalizzate ad erogare ai Consorzi le somme utilizzate unicamente per il pagamento degli stipendi al personale”.
Bisogna ricordare che l’attuale Presidenza della Giunta Regionale e la maggioranza delle forze politiche in seno al Consiglio regionale, hanno espresso la volontà di voltare pagina e consentire che i Consorzi commissariati possano finalmente tornare alla forma di autogoverno che contraddistingue questa istituzione in tutto il Paese.
Con la LR n. 1/2017, che non ha ancora trovato applicazione, dal 21 settembre 2017 i Consorzi Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d’Apulia avrebbero dovuto essere soppressi e le loro funzioni essere contestualmente trasferita al Consorzio unico Centro-Sud Puglia.
“È necessario, come già fatto dalle altre realtà regionali contermini (Molise, Basilicata), precisa Massimo Gargano, certificare con atto deliberativo della Giunta regionale la cristallizzazione della situazione debitoria dei Consorzi commissariati. Per la riduzione della massa debitoria pregressa Anbi ha proposto la istituzione di un fondo regionale destinato al soddisfacimento dei creditori, compresa la Regione”.
A tutto questo si aggiunge il rischio di dissesto idrogeologico che riguarda i comuni pugliesi (230 su 257) a rischio di dissesto idrogeologico con le opere di manutenzione che da ordinarie sono divenute straordinarie per l’incuria e l’abbandono. Manca un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio con fenomeni meteorologici sempre più intensi e danni ingenti che rendono ormai improcrastinabile e vitale una programmazione urgente e complessiva delle politiche territoriali con adeguati ed immediati investimenti.
“Ma il ventennale commissariamento dei Consorzi di Bonifica in Puglia, sta facendo perdere risorse vitali per le manutenzioni ordinarie e straordinarie, per innovare le reti, ammodernare e rendere più efficiente l’infrastrutturazione, come colpevolmente dimostrato, incalza il dg Gargano, anche dalla grande assenza per progetti non presentati a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Pnrr, con fondi destinati agli investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”.
Inoltre sono 968 i milioni di finanziamenti arrivati al sistema consortile nell’ultimo quinquennio che non sono stati utilizzati dai Consorzi di Bonifica commissariati per dare il via alle opere irrigue vitali allo sviluppo rurale della Puglia, mentre nel biennio passato i consorzi pugliesi del foggiano, non commissariati, hanno ricevuto da fonti statali il finanziamento di interventi per oltre tre milioni di euro.
“Sono dunque occasioni perdute per finanziare gli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, così come è andata persa finora, conclude Massimo Gargano, l’opportunità di ridisegnare la bonifica integrale in Puglia, dove sono drammatici gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio, tanto tangibili che siamo riusciti a documentarli”.
Anche con la foto del fico nel canale, aggiungiamo.
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