Salute

L’effetto del cibo sui nostri geni

Una intervista allo studioso Francesco Visioli ci fa capire come la scienza faccia passi da gigante. Conoscete la la nutrigenomica? E la proteomica? Uno studio porta alla luce alcuni risultati straordinari, a partire dalla somministrazione di idrossitirosolo. Non è un caso che il decotto di foglie di olivo veniva usato tradizionalmente per l’ipertensione. E c’è dell’altro

L. C.

L’effetto del cibo sui nostri geni

E’ stato pubblicato il primo studio nutrigenomico con idrossitirosolo. Non è una notizia di secondo piano, anzi. A dosi bassissime modula importanti enzimi nel tessuto adiposo. E non è tutto. Tra un po’ si passa anche alla proteomica. E non c’è da stupirsi, perché in un futuro non troppo lontano, è possibile che si possano produrre alimenti sempre migliori dal punto di vista salutistico.

I lettori di Olio Officina Magazine conosco bene lo studioso Francesco Visioli, suoi alcuni significativi studi intorno agli oli da olive e ai componenti minori, di cui abbiamo ampiamente scritto, qui e altrove. Più avanti riprenderemo alcuni passaggi chiave. Intanto segnaliamo uno studio appena pubblicato che porta all’attenzione l’importante ruolo di alcune scoperte che potete leggere QUI, ma che intanto, in una intervista che ci ha gentilmente concesso il professor Visioli, potete seguire atentamente quanto ha avuto da riferirci.

Prima di tutto, giusto per soddisfare la curiosità di noi profani, che un po’ ignoriamo alcuni passaggi; una domanda per nulla scontata: cos’e’ la nutrigenomica?
E’ una disciplina abbastanza nuova. Studia l’effetto degli alimenti sui nostri geni. Esiste anche la farmacogenomica, che a sua volta studia i farmaci.

Quindi mi sembra di capire che non sia poi vero che noi nasciamo con un patrimonio genetico e non possiamo farci niente…
Beh, diciamo che possiamo modificare di poco il nostro profilo genetico, e che quello quello che mangiamo ha effetti profondi sull’organismo. Possiamo quindi (seppur di poco) influenzare l’espressione genica in senso salutistico.

Che studio avete pubblicato, per la precisione?
Nella rivista Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Disease è stato appena pubblicato uno studio in cui, per la prima volta, abbiamo valutato la nutrigenomica dell’idrossitirosolo (E Giordano et al. Nutr Metab Cardiovac Res 2014). E’ importante sottolineare cha abbiamo utilizzato idrossitirosolo puro (fornitoci da Seprox Biotech) a dosi bassissime (lo 0.03% della dieta) per due mesi. Ci siamo quindi messi in una condizione che riproduce la dieta più che un’integrazione con nutraceutici, integratori o alimenti funzionali. Uno dei prossimi obiettivi è proprio di studiare gli effetti di dosi più alte, raggiungibili solo tramite consumo di integratori.

Puoi parlarci dei risultati più importanti?
Abbiamo misurato, nel tessuto adiposo, i livelli dei geni che producono antiossidanti, in particolare quelli del glutatione (che è forse la molecola più importante e abbondante che abbiamo a livello di antiossidanti). Abbiamo scelto il tessuto adiposo perché è importante tenere sotto controllo infiammazione e stress ossidativo in questo tessuto: fino a pochi anni fa si pensava fosse solo grasso di deposito. Adesso sappiamo che le cellule del tessuto adiposo (gli adipociti) producono e secernono molecole infiammatorie dannose per il sistema cardiovascolare. Gli stessi risultati li abbiamo poi confermati in cellule isolate (coltivate in laboratorio), in cui l’aggiunta di concentrazioni bassissime di idrossitirosolo consente di far fronte a stress ossidativo indotto da acqua ossigenata. Ancora una volta, il tutto è mediato dal glutatione.

E cos’altro avete visto?
Uno dei risultati interessanti è che la somministrazione di idrossitirosolo abbassa i livelli circolanti di leptina. La leptina è una molecola che si associa a ipertensione e malattie vascolari (tipiche dell’aterosclerosi), soprattutto in caso di obesità. E’ interessante notare che il decotto di foglie di olivo veniva usato tradizionalmente proprio per l’ipertensione.

Come pensate di proseguire?
Adesso stiamo facendo la proteomica che, come dice il nome, analizza le modificazioni delle proteine. Questo è forse ancora più importante della genomica, e speriamo di trovare qualcosa di interessante.

Dal punto di vista pratico, con che conclusioni ci puoi lasciare?
Prima di tutto avanzano le nostre conoscenze e ne sappiamo sempre di più sull’olio d’oliva e i suoi costituenti. Come sanno i lettori di Olio Officina Magazine, l’olio d’oliva è il grasso alimentare per eccellenza, e dobbiamo valorizzarlo anche se è difficile, costoso, frustrante (e non parlo solo di ricerca, ma anche di politiche agricole). E’ poi possibile dare basi scientifiche a indicazioni dietetiche che spesso sono solo frutto di intuizioni o di mitologia. Infine, può essere che in un futuro non troppo lontano si possano produrre alimenti sempre migliori dal punto di vista salutistico, sia aggiungendo composti biologicamente attivi sia selezionando cloni particolarmente ricchi in tali composti. Tutto questo ovviamente non si limita all’olio d’oliva, ma si estende ad altri prodotti agro-alimentari. Ricordiamoci sempre che nessun alimento cura alcuna patologia: gli effetti sono poco marcati ed è importante seguire uno stile di vita sano, anche scegliendo con cura quello che mangiamo.

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L’immagine di apertura è un’opera di Nicola Dal Falco, “Antenati” (2010)

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