A Torino nascerà il bosco degli “altri”
Recuperando un’area verde del centro storico, finora trascurata, con la collaborazione tra Agroinnova – Centro di competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino – e il Comune di Torino, si avrà la riqualificazione di uno spazio dell’ateneo all’interno del comprensorio denominato Palazzo Nuovo. Con questo spazio, intitolato a Lia Varesio, si intende promuovere un nuovo equilibrio tra uomini e natura
Lo spazio dove nascerà il bosco degli ‘altri” è situato tra via Verdi e corso San Maurizio a Torino. La struttura ospita la Scuola di Scienze Umanistiche e i relativi Dipartimenti
Lo spazio individuato per il futuro bosco degli “altri” fa parte dell’area verde che caratterizza la facciata principale di Palazzo Nuovo e rappresenta l’ultimo step da completare per la completa riqualificazione ‘green’ della struttura. La progettazione e realizzazione del Bosco avverrà grazie a due paesaggiste torinesi che già hanno operato in modo ecosostenibile sul territorio e vinto premi internazionali.
Nel Comitato promotore vi sono Giulia Anastasia Carluccio, prorettrice dell’Università degli Studi di Torino, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nonché ambasciatore delle eccellenze torinesi nel mondo, Antonella Parigi, già assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Elena Accati, già professore ordinario all’Università di Torino, Stefania Naretto e Chiara Otella, paesaggiste di LineeVerdi.
Il tutto in collaborazione con Città di Torino, Festival Plant Health 2020, Centro Agroinnova e Università degli Studi di Torino, e, tra i partner, Iren.
Il bosco degli “altri” è dedicato a Lia Varesio (Torino, 1945 – 2008), la quale da bambina venne coinvolta dal padre, allora presidente dell’associazione di laici cattolici San Vincenzo de’ Paoli, nelle attività di aiuto ai bisognosi, poi in parrocchia e alla mensa dei poveri. In seguito cominciò a lavorare in Fiat, come impiegata, nell’assistenza sociale: si occupò dei poveri che scrivono alla Fondazione Agnelli, cercando di rispondere al meglio alle loro richieste. Lavorò anche nelle carceri di corso Vittorio e delle Vallette, come assistente volontaria penitenziaria e nel 1979 fondò l’Associazione Bartolomeo & C. per occuparsi delle persone che vivono per strada, dei tossicodipendenti, degli alcolisti: per tutti i torinesi diventa Lia “l’angelo dei barboni”.
Lia Varesio ottenne numerosi riconoscimenti dalla città e non solo, fino all’onorificenza più prestigiosa, quella di Cavaliere della Repubblica Italiana, conferitale nel 2005 dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, per l’opera sociale di aiuto ai poveri. Negli ultimi anni di vita, nonostante i problemi di salute e i frequenti ricoveri, la sua attenzione restò sempre rivolta agli altri.
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