Accordo di libero scambio tra Unione europea e Giappone: nuove possibilità di crescita per export Made in Italy
Secondo l'ufficio studi della Cia, si tratta di un mercato strategico per l’agroalimentare, con un valore di 1,4 miliardi di euro. In testa alla classifica vi è il vino, con 163 milioni di euro di valore, e l'ortofrutta trasformata, con circa 120 milioni. L'olio da olive è al quarto posto dopo la carne, con oltre 106 milioni di euro, con un valore all’export averso il Giappone umentato del 46%
L’intesa di libero scambio con il Giappone apre nuove opportunità di crescita per l’export, con l’eliminazione dei dazi sull’85% dei prodotti destinati al mercato nipponico, ampliando le possibilità di creare ricchezza attraverso il cibo Made in Italy. Così il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino, sull’accordo di partenariato economico tra Unione europea e Giappone (JEFTA), che entra in vigore oggi primo febbraio.
Il Giappone rappresenta il sesto partner commerciale per l’Italia fuori dai confini Ue. Già dal 2017 le esportazioni agroalimentari italiane verso il Paese del Sol Levante hanno raggiunto un valore di 1,4 miliardi di euro, con una crescita del 42% in un anno -ricorda l’Ufficio Studi Cia-. Subito dopo il tabacco, che per via di importanti accordi di manifattura è la prima voce del nostro export di settore in Giappone (546 milioni), gli altri prodotti più apprezzati sono proprio i cibi e le bevande simbolo del Made in Italy. Al secondo posto, infatti, figura il vino (con 163 milioni di euro di valore), poi l’ortofrutta trasformata (circa 120 milioni), i prodotti a base di carne (quasi 109 milioni), l’olio d’oliva (oltre 106 milioni), i prodotti da forno (87 milioni), il comparto lattiero-caseario (circa 70 milioni).
“Siamo da sempre favorevoli alla progressiva riduzione delle barriere doganali e tariffarie tramite accordi internazionali -sottolinea Scanavino. Accordi che possano trasformare il valore riconosciuto dal consumatore finale in valore economico per le imprese agroalimentari e che includano, sempre e in modo inequivocabile, il rispetto del principio di reciprocità delle regole commerciali. Col JETFA, per fare due esempi, vengono cancellati i dazi sul vino e sono riconosciute 45 denominazioni italiane, che rappresentano la quasi totalità del nostro export agroalimentare sul mercato nipponico.
A conferma della strategicità del Giappone come sbocco per le esportazioni nazionali, nell’ambito del Piano 2019 per l’internazionalizzazione delle imprese associate, Cia-Agricoltori Italiani organizzerà, in collaborazione con la Japan Italy Economic Federation, un Roadshow in tre tappe con le nostre aziende agricole, oltre ad attività di formazione e di assistenza per cogliere le opportunità offerte dall’accordo JEFTA.
Nota stampa Cia
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