Terra Nuda

“Aceto in comune”, un nuovo modo di raccontare la tradizione

Così come le curiosità e le caratteristiche delle diverse acetaie per scoprire tutti quei luoghi in cui viene prodotto uno degli alimenti più rappresentativi del territorio modenese. Si tratta di una guida, curata dalla Consorteria dell’Aceto balsamico tradizionale di Spilamberto con la collaborazione del Consorzio di tutela, per accompagnare i turisti e i cittadini a conoscere le aziende nate e sostenute dalle diverse amministrazioni pubbliche

Olio Officina

“Aceto in comune”, un nuovo modo di raccontare la tradizione

Curata dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto con la collaborazione del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, la guida “Aceto in comune” raccoglie e illustra le venticinque Acetaie Comunali della provincia di Modena.

È dedicato all’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, uno dei prodotti più antichi, preziosi e caratterizzanti del territorio modenese, un monumento a suo modo, e alle acetaie comunali, spesso ospitate in prestigiosi palazzi storici, monumenti a loro volta, il volume “Aceto in Comune”, la nuova guida per scoprire le Acetaie comunali e i segreti di un prodotto unico al mondo.

Curata dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, su idea del Gran Maestro Maurizio Fini, la guida nasce per accompagnare i turisti, ma anche i cittadini, a conoscere le 25 acetaie del territorio modenese che fanno parte del progetto “Aceto in Comune” che coinvolge tutte le acetaie nate e sostenute dalle diverse amministrazioni pubbliche.

La guida raccoglie curiosità e caratteristiche delle diverse acetaie, integrandole nella storia locale e dando tutte le indicazioni necessarie per le visite.

Realizzata con il patrocinio del Comune di Modena e del Comune di Spilamberto, è stata presentata nei giorni scorsi a tutti i venticinque Sindaci dei Comuni del territorio che accolgono un’acetaia.

Oltre a far entrare visitatori e curiosi nel mondo del balsamico tradizionale, la guida contiene anche un “passaporto” per tenere conto delle acetaie visitate attraverso un timbro. Cumulando i timbri si possono ricevere dei premi che vanno da una maglietta griffata (tre timbri) a una bottiglietta di aceto (cinque timbri) fino all’iscrizione al corso per diventare allievi assaggiatori o a una confezione “palcoscenico” di Aceto Balsamico Tradizionale (quindici timbri).

Come si legge nelle pagine della guida, se è vero che un’acetaia non appartiene a una famiglia ma sono le diverse generazioni che accompagnano l’acetaia stessa nella sua vita, è anche vero che le Acetaie comunali sono un patrimonio dei cittadini e custodiscono non solo il prezioso “oro nero” ma anche la storia della comunità e delle vite dei modenesi e l’identità dei territori.

Il balsamico tradizionale custodito nelle Acetaie comunali diventa così un “monumento nei monumenti” e viene inserito a pieno titolo nei percorsi di visita turistici, oltre a essere a disposizione dei cittadini per scopi didattici e informativi. Collocate in genere nei piani più alti o nei sottotetti dei palazzi storici, a differenza delle acetaie private quelle comunali sono aperte al pubblico nei fine settimana o su prenotazione e durante manifestazioni ed eventi locali.

A partire dalla nascita, che spesso avviene grazie alla donazione di botti da parte di cittadini, imprese o associazioni, le Acetaie comunali sono curate da gruppi di volontari composti da maestri assaggiatori e da soci della Consorteria che mettono il loro sapere a disposizione dei visitatori in occasione delle visite guidate: “Una decina di anni fa mi venne affidata la responsabilità di censire, organizzare e armonizzare l’attività delle Acetaie comunali – spiega il Gran Maestro della Consorteria Maurizio Fini – È grazie alla spinta propulsiva dell’intera Consorteria, all’opera incessante di tutti i volontari e alla collaborazione del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop che oggi con questa guida offriamo una testimonianza concreta della nostra passione; a tutti rivolgo un grande, grandissimo grazie, con la certezza che questo obiettivo non è un punto di arrivo ma di partenza, per continuare nella valorizzazione sinergica di un prodotto unico al mondo”.

“Abbiamo collaborato con piacere al progetto della guida che riporta in copertina lo scatto del fotografo Maurizio Galimberti realizzato appositamente per il Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale Dop. Le acetaie comunali sono un arricchimento per la città di Modena ma non vanno dimenticati i produttori e le famiglie che da sempre producono e custodiscono questo tesoro – sottolinea Enrico Corsini, Presidente del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop – Ecco perché, in quarta di copertina, il progetto prevede un QR code attraverso il quale il visitatore può accedere al sito del Museo oppure alla pagina web delle acetaie associate al Consorzio di Tutela. I 50.000 visitatori del 2023 sono un grande risultato che ci auguriamo di incrementare e di portare anche nelle famiglie che con grande ospitalità aprono le loro porte ai consumatori gourmet provenienti da tutto il mondo. Ricordo infatti che i produttori associati al Consorzio esportano il nostro prezioso prodotto nell’alta ristorazione e nei migliori negozi di specialità di Stati Uniti, Canada, Giappone, e Germania”.

Venticinque “Acetaie in Comune” certificate

Tutte le Acetaie comunali sono certificate presso il Consorzio di tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop in modo che, dopo almeno dodici o venticinque anni di maturazione nelle botti, il prodotto possa ottenere la Denominazione di origine protetta.

Le Acetaie comunali che fanno parte della guida sono a Modena quella del Comune e quella di Palazzo Ducale, sede dell’Accademia militare. Oltre al Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto gli altri Comuni coinvolti dalla pianura all’Appennino sono: Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Fanano, Fiorano, Formigine, Maranello, Marano sul Panaro, Mirandola, Nonantola (oltre a quella della Partecipanza), Novi di Modena, Ravarino, San Cesario, San Prospero, Sassuolo, Savignano sul Panaro, Soliera e Vignola.

In apertura, foto di Olio Officina©

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