Terra Nuda

Alta qualità e origine extra vergini, per Ceq binomio inscindibile

Olio Officina

Nota del Ceq. Non scendere a compromessi con la qualità per difendere l’origine” è la convinzione che ha sempre orientato ogni decisione all’interno del Consorzio Ceq nei suoi dieci anni di vita, afferma il presidente Elia Fiorillo. “E non si tratta di una posizione anti patriottica – continua il presidente del Ceq – come tanti vorrebbero far credere, anzi si è rivelata nel tempo la più corretta e lungimirante perché l’unica in grado di dare senso e significato a un’origine che trova nel mercato globale ormai sempre più alternative”.

L’origine di un prodotto che non si associa a un concetto di valore e di pregio, -continua Fiorillo -, non crediamo faccia gli interessi dei produttori italiani, e tanto meno del nostro Paese. Comprendiamo che osannare l’origine sempre e comunque – e a prescindere -, si coniuga con visibilità e interessi di parte, ma questo non è l’ambizione di un Consorzio come il nostro”.

Secondo il presidente del Ceq, si è da poco conclusa la fiera di Anuga in Germania e non sarà certo sfuggito ai visitatori attenti il salto qualitativo e d’immagine delle offerte targate Spagna, ormai sempre più coraggiose e determinate nel salire sul segmento premium. La qualità non è un concetto statico e anche le Dop bisogna che lo tengano in debito conto se non vogliono essere surclassate dall’innovazione e da prodotti più premium di loro. Tra l’altro si contano molti esempi nel settore del vino, dove è ormai consolidato trovare in portafoglio prodotti premium fuori dalle certificazioni Dop.

“L’Italia – afferma Elia Fiorillo – è un Paese condannato dalla sua storia, nell’alimentare soprattutto, a produrre prodotti di alta qualità e questa reputazione, che non è nata per caso, non può essere un’eredità da denigrare. Non possiamo deludere, quanti sui mercati di tutto il Mondo, questo si attendono da noi. Le istituzioni devono avere coraggio e fiducia negli operatori che sul mercato in ogni angolo del pianeta lottano per testimoniare le competenze di questo Paese, quando gli stessi chiedono a gran voce nuovi strumenti competitivi. L’alta qualità potrebbe essere l’occasione anche per la filiera olivicola, per cercare un nuovo modo per coordinarsi e per creare valore da mettere a disposizione di tutti, consumatori compresi.

Il presidente del Consorzio Extravergine di Qualità costata come “In questi giorni, dopo anni di dibattito, pare che possa arrivare in porto il decreto sull’Alta Qualità per il settore olio. Ci auguriamo che talune barricate della burocrazia delle periferie, più di principio che di sostanza, ispirate alla tutela ad oltranza del proprio orticello di agevolazioni e di potere locale, e meno alla difesa dell’utilità generale del sistema Paese, vengano bloccate dal ministro De Girolamo, in modo che il decreto sull’Alta Qualità sia subito varato. Insomma, alta qualità e origine italiana dovrà diventare un binomio imbattibile sui mercati del mondo”.

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