Terra Nuda

Atti di intimidazione per chi raccoglie e molisce olive

Ad Andria, e in altre aree della Puglia, olivicoltori e frantoiani, come ogni altra impresa, e il resto della cittadinanza tenuti in ostaggio, sotto minaccia, da parte degli aderenti al movimento dei “Forconi”. Salta pure un evento importante come Qoco, con grave danno

Olio Officina

Atti di intimidazione per chi raccoglie e molisce olive

Ad Andria si sarebbe dovuto svolgere un grande evento interamente pensato per celebrare l’olio extra vergine di oliva, Qoco. Le recenti violenze hanno messo in ginocchio la città e altre aree della Puglia hanno subito la medesima umiliazione, per mano di gruppi violenti, e nell’assenza dello Stato che non ha protetto i cittadini e le imprese. E’ terribile che l’arroganza e il sopruso possano mettere in ginocchio una città e determinare danni ingenti da parte di soggetti violenti che non riescono in alcun modo a reprimere i propri istinti.
Abbiamo voluto chiedere un resoconto a chi vive nel territorio, e ringraziamo per questo Daniela Talia.

MA LE OLIVE POSSONO ASPETTARE?

Può sembrare una domanda retorica, ma noi produttori a volte ci chiediamo se è così ovvio per tutti, ciò che a noi sembra ovvio.
Domenica 8 dicembre 2013 in provincia di Foggia, inizia la rappresentazione di un dramma a cui già in passato abbiamo assistito: manifestazioni annunciate come ‘pacifiche’ che, opportunamente strumentalizzate, si trasformano in una vera e propria miccia, pronta a far esplodere le frustrazioni di individui che ben poco hanno a che fare con il mondo dell’onesto lavoro.

Frantoiani minacciati verbalmente e attraverso atti intimidatori come l’incendio dei cassoni destinati allo stoccaggio delle olive, taglio dei copertoni di camion addetti al trasporto della sansa o dell’acqua di smaltimento, ribaltamento di rimorchi contenenti le olive che piccoli produttori trasportavano al frantoio.
Sono iniziate vere e proprie ronde di controllo, al fine di accertarsi che non si consentisse la consegna delle olive ai frantoi.

Le conseguenze di tutto questo sono state impianti fermi per assenza di olive o per timore di ritorsioni, trasportatori fermi per sano istinto di autoconservazione o di protezione del mezzo, produttori fermi per mancanza di mezzi di trasporto o per la prospettiva di dover lasciare le olive nei cassoni per giorni.

E torniamo all’interrogativo iniziale: qui non si parla di massimi sistemi, ma di una realtà spicciola che però rappresenta il nostro impegno lavorativo, laddove c’è la fortuna che esista.

‘Dacci oggi il nostro pane quotidiano’ è la preghiera che tutti abbiamo imparato da bambini, ma quando il pane quotidiano esiste ed è faticosamente guadagnato, è quasi sacrilego che venga buttato via per l’incapacità di comprenderne il valore.

Daniela Talia

Nella foto, di Luigi Caricato, la vanga abbandonata in un campo.

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