Esiste una Zona Franca dell’Olio
Nel corso di Olio Officina Anteprima, abbiamo dato il grande annuncio, presentando Olio Officina Magazine, alla presenza di personalità come l’antropologa Daniela Marcheschi e il padre nobile della cucina italiana Gualtiero Marchesi. E’ stata una giornata speciale, tra diluvi universali, trombe d’aria e scoperchiamenti di tetti. Tanto tuono che piovve
Non poteva essere diversamente. Non pioggia, ma grande diluvio. Non vento, ma tromba d’aria in tutta la Versilia. Eppure il pubblico ha sfidato ogni intemperie ed è arrivato puntuale. Poteva esserci il vuoto, non c’è stato. La passione per l’olio ha prevalso. Il programma, ricchissimo, nutrito di tanti apporti culturali, i più variegati, i più stimolanti, ha avuto una buona risposta. Tutto si è svolto in un piccolo comune alle porte di Lucca: Massarosa. Poco distante dall’oasi del lago di Massaciuccoli. Il sindaco e l’assessore alla cultura hanno portato i saluti, da padroni di casa. Con loro Enrico Arrighini, presidente dell’associazione Città Infinite, tra gli organbizzatori insieme a Franca Severini, della Casa editrice Zona Franca, e ovviamente allo staff di Olio Officina con tuuele sue sue molteplici espressioni.
La giornata è di quelle da ricordare. Non poteva essere diversamente, d’altra parte. Abbiamo esordito con il primo numero di Olio Officina Magazine, nella piena felicità del suo ideatore, Luigi Caricato. Come al solito pronto a mescolare i linguaggi, quelli tecnici e specilistici dei cultori dell’olio, con quelli – alti, e di grande spessore – della letteratura.
Per rivivere quelle emozioni, ricorriamo a una galleria immagini con le foto di Simone Maviglia. Sono emozioni che restano impresse, almeno per noi che inauguravamo il magazine, ma presentavamo anche un libro che costituisce una vera svolta nel mondo del comparto oleario italiano, con un saggio pamphlet, dal titolo alquanto evocativo di Libero Olio in Libero Stato, un libro da collezione che, oltre che da leggere, è anche da conservare gelosamente, visto che si tratta di una edizione esclusiva.
La giornata è iniziata come da programma, con il saluto dei padroni di casa, emozionati fino all’inverosimile, convinti di lasciare una bella testimonianza per come sia sato possibile recuperare un opificio che ora si presenta in tutta la sua bellezza e operatività. Lo scenario intorno non è però a tinte rosee: “oltre il 45 per cento degli olivi sono stati abbandonati, a Massarosa”, denuncia il Sindaco. C’è preoccupazione, ma a risollevare gli animi ci hanno pensato gli entusiasti paladini del recupero degli oliveti abbandonati, gli aderenti al movimento culturale TreeDream, con Giuseppe Stagnitto in testa. “La cultura contadina è fondata sul rispetto e noi vogliamo partire da qui. Per loro c’è l’onore, a rappresentarli, ed è tutto ciò che hanno di prezioso. Per questo – dice Stagnitto – abbiamo deciso di far consacrare l’olivo all’inizio dell’estate. Il pubblico ha potuto rivivere quei momenti, con la proiezione di un video in cui si ripercorreva la scena. “Abbiamo riconsacrato l’olivo e la pietra simbolo dei terrazzamenti liguri perché sia l’olivo, sia la campagna con le tracce dell’uomo nei secoli, attraverso il duro lavoro delle opere murarie dei terrazzamenti, è stato nel corso degli ultimi anni sconsacrato. Vogliono sopprimere i piccoli contadini”, ha concluso Giuseppe Stagnitto. E forse prpoprio per ridare fiducia e non perdere lo sguardo verso il futuro si è deciso di piantumare gli olivi, due, uno della varietà Leccio, l’altro della varietà Quercetano.
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