
È il ritorno al romanzo del poeta Maurizio Cucchi. Pubblicato da Mondadori nella collana “Scrittori italiani e stranieri”, è in libreria dal 10 marzo. Con il romanzo Il male è nelle cose, lo scrittore milanese è stato tra l’altro finalista al premio Strega. In attesa di leggerlo anche noi, che tanto apprezziamo l’autore, vi riportiamo il risvolto di copertina.
Agnese e Pino sono nati nel 1893 e appartengono a quella generazione sfortunata che ha attraversato entrambe le Guerre mondiali. Lei è una ragazza riservata, ha da poco perso il padre e lavora come sarta per provvedere a una madre velleitaria e al fratello minore; lui è il rampollo di una importante famiglia siciliana, a Milano per studiare Ingegneria al Politecnico, dove incontra Carlo Emilio Gadda. Si conoscono per caso e iniziano a frequentarsi: lui è più istintivo e impetuoso, lei frena, diffidente per natura, prudente per necessità. Passeggiano per le vie di una Milano brulicante di vita, di mestieri e di attrattive. Vanno a teatro e al cinema, che è ancora una novità, si innamorano, hanno una figlia. Ma il destino non li vuole insieme. Pino, reduce dal fronte, intraprende la carriera militare, e la famiglia non solo gli vieta di riconoscere la bambina avuta da Agnese, ma lo spinge a un matrimonio di convenienza. Agnese va a vivere insieme alla figlia in una casa di ringhiera, nel quartiere dell’ex Lazzaretto, e lì, giorno dopo giorno, tesse la trama minima della propria esistenza, accettando le cose come vengono, lavorando. Agnese e Pino tornano, sempre più raramente, a incontrarsi, senza mai deviare il corso delle proprie esistenze. Si vogliono bene, ma le vicende storiche e personali li separano.
Cento anni dopo Maurizio Cucchi ricostruisce la loro vita con emozione e cura, a partire da ritratti in bianco e nero e da una sparuta corrispondenza, visitando i luoghi in cui hanno abitato e trascorso poche ore spensierate. E mentre ci racconta di un amore silenzioso e tenace stretto tra due guerre, dipinge lo scenario commovente di una Milano (e sullo sfondo anche di Catania), e di un mondo, che non esistono più.
Maurizio Cucchi (Milano, 1945), poeta, consulente letterario, pubblicista, traduttore (di Stendhal, Balzac, Lamartine, Flaubert, Villiers de l’Isle-Adam, Mallarmé), ha esordito in poesia con la raccolta Il disperso (1976), alla quale hanno fatto seguito, tra le altre: Glenn(1982, premio Viareggio), Poesia della fonte (1993, premio Montale) e le recenti Vite pulviscolari (2009), Malaspina (2013, premio Bagutta), poi comprese nel riassuntivo Poesie 1963-2015(2016), Paradossalmente e con affanno (2017), Sindrome del distacco e tregua (2019). Ha curato con Stefano Giovanardi l’antologia Poeti italiani del secondo Novecento. 1945-1995 (1996, nuova edizione 2004), pubblicando in seguito la raccolta di saggi e articoli Cronache di poesia (2010), le prose di La traversata di Milano (2007) e i romanzi Il male è nelle cose (2005), La maschera ritratto (2011), L’indifferenza dell’assassino (2012).
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